LA GREPPIA al tasso del 6oo/ 0 ; si calcoli a quattro miliardi 36 , rapportando solo 45 milioni e mezzo nel 1882, cioè un po' piu del 10%. A malgrado di tante spese, intere linee si son dovute abbandonare, -come quella di Palermo-Catania via Montecbiaro; alcune linee in piano hanno un'inclinazione del 20, 26, 30, perfino 33 per cento, come ai grandi passi delle Alpi; dovunque lunghi giri, che richiedono rettifiche e poi ponti che crollano, dighe che la pioggia demolisce e che si sciolgono al sole. Non abbiamo parlato dei cambiamenti di progetto, fino a cinque e sei, per una semplice galleria né degli sbalzi fra spesa prevista e spesa effettiva: quello che doveva costare 19 o 20 lire costò 71 e 93 e cosi via. Ma merita di essere conosciuto un episodio, quello delle ferrovie calabresi e siciliane. La prima concessione di questa linea fu data a una società Vittorio Emanuele, proveniente dal Piemonte, come la Banca cosidetta nazionale, che aveva uno stato maggiore di ministri e deputati. Tale società, esistente solo sulla carta giacché non fu mai costituita, né il suo capitale fu mai versato, distribuiva tuttavia ai suoi .azionisti dei bei dividendi prelevandoli dalle sovvenzioni di cui il Governo le fu prodigo. Il g luglio 1883 essa ottenne la concessione, 1280 chilometri di ferrovia da costruire. Incassò una sovvenzione di 8 milioni e delegò il 27 agosto alla costruzione di 800 chilometri un'altra società che il 28 settembre passò la sua sottoconcessione con un premio di 28 milioni. I lavori dovevano essere compiuti nel 1867 e la società Vittorio Emanuele ricevette a piu ripres~ altre sovvenzioni, ma non c'era della costruzione neppure l'ombra. Finalmente, nel giugno 1868, la società decise di abdicare in favore di una società Carli, Vitali e Picard, con un contratto approvato dalle Camere. Appena entrata in funzione, questa nuova ocic-:--'. intentò causa allo Stato e allora cominciò il piu divertente valzer di processi e transazioni che sia mai stato visto. Dal 1868 al 1872 processo: prima transa~ione in febbraio 1872; poi nuovi contrasti: seconda transazione in marzo e terza in luglio. In quest'ultima fu stabilito un arbitrato, per impedire ogni contrasto avvenire. Pur con questa precauzione, le cause pullularono. Nuova transazione in febbraio 1877, quinta in marzo, sesta in agosto: questa doveva essere definitiva sotto ogni riguardo. Niente affatto: i contrasti si riaccesero: nel maggio 1878 il Crispi, difensore della Società, chiamato al ministero 36. Esattamente lire 3.908.867.572 secondo il PLEBANO: Sulla moneta e sul biglietto di banca, Roma, 1884, p. 15. BibliotecaGino Bianco
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