F.S. Merlino - Questa è l'Italia

F. S. MERLINO forzoso e opportunamente favoriti dalla febbre di speculazione che invase il paese dal 1870 al 1873, si fondarono nell'alta Italia vasti stabilimenti, società manifatturiere colossali, molte delle quali rovinarono, ma alcune soprav_vissero. A Milano e a Venezia le antiche fonderie e fabbriche· di macchine agricole si trasformavano in immense officine per le diverse lavorazioni necessarie alle industrie manifatturiere e ne sorgevano e progredivano rapidamente di nuove; l'industria si concentrava in Lombardia, in Piemonte, nella Venezia e in Liguria ... A Napoli le fabbriche di panno scomparivano; a Otranto quelle di coperte, a Gallipoli quelle di mussola; a TarJ.nto non si tessevano piu né le tele né i felpati e sparivano le stoffe di seta di rara bellezza che uscivano per un valore di due milioni all'anno dalla colonia manifatturiera di San Leudo, presso Caserta. L'officina di Pietrarsa, · presso NaMarina ligure. Nei primi due anni della guerra di secessione i navigli divennero sei volte piu numerosi. Equipaggi e comandanti erano arruolati su tutta la costa e nelle provincie limitrofe. I proprietari di piroscafi si trasformavano in comandanti, i comandanti in noleggiatori; tutti coloro che avevano denaro acquistavano azioni delle costruzioni navali. I comandanti dei piroscafi degli emigranti con qualche merce dozzinale, vendendo teste d'aglio a peso d'oro, forzando i blocchi contro la parola data, col contrabbando delle sete ecc. guadagnarono grosse somme; di ritorno dal primo viaggio, restavano a terra per mettere in cantiere un altro piroscafo. Qualche capitano acquistò perfino titoli di nobiltà con la tratta dei negri. La bandiera sarda, poi italiana, copri il trasporto dei cinesi. (G. DE Rossi, La Marina Mercantile Italiana, « Nuova Antologia», 1881, p. 31); la Marina italiana raggiunge. il suo apogeo nel 1872 trasportando mercanzie di nessun valore piu a buon mercato possibile lungo le rotte piu frequentate: carbone dell'Inghilterra in cambio di nitrato e di guano, riso dai porti dell'Indocina, grano e petrolio da New York e perfino zucchero da Batavia e . cotone dalle Indie: Le cause della sua decadenza sono ben note. Costituito il regno d'Italia, i capitali stranieri affluirono a Genova e nella ·Liguria cerca,ido <ii associarsi a quelli degli armatori liguri, ma questi vollero continuare nel sistema che li aveva arricchiti, cioè con la marina a vela·. L'Inghilterra possedeva già una grossa flotta mercantile di ferro e a vapore con cui in breve s'impadronf del commercio dei grani in Oriente che prima era quasi esclusivamente esercitato dai genovesi; si costituirono società di navigazione a vapore per gli emigranti; la Francia gettò le basi d'una Società di navigazione per la Cina e il Giappone e per altri porti del Mediterraneo e delle nostre coste. Anziché trasformare il materiale, i proprielari e i noleggiatori delle navi facevano economie sordide sul nutrimento dell'equipaggio, sui comandanti, reclutati fra giovani inesperti, ecc.; naturalmente tali economie andarono a loro danno. Alla fine del 1880, · allorché la conquista dei mari da parte dell'Inghilterra fu compiuta e i noli ribassarono, i nostri marinai chiesero a gran voce una protezione e ottennero difatti il privilegio di cabotaggio, la prelazione nei servizi statali, alcune sovvenzioni e precedenze. Tanti vantaggi non salvarono la marina a vela dalla morte a cui era votata; e forse solo tardarono la trasformazione imposta dai progressi meccanici e dalle necessità commerciali. BibliotecaGino Bianco

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