F.S. Merlino - Questa è l'Italia

,,_ F. S. MERLlNO ligiose, è invece aumentata ·a causa del sistema adottato di venderli in grossi lotti ». , E il prefetto di Chieti : « È ammesso al presente che, mancando la scorta (quanto necessita all'opera degli agricoltori) spesso la lottizzazione dei fondi comunali annulla i buoni intendimenti della legge». Al che il prefetto di Campobasso aggiunge: << Che quel modo di lottizzazione adottato nelle provincie meridionali nel 1860 fosse rispondente alle intenzioni del legislatore, non oserei affermare e neppure negare in tesi generica; ma è certo che, in un gran numero di luoghi, non vi rispondeva affatto; le terre furono abbandonate dopo essere state sfruttate per alcuni anni e ridivennero incolte come per il passato; oppure i piccoli lotti, dopo un breve lasso di tempo. finirono con l'esser riuniti in mano d'un solo proprietario n. Il prefetto di Potenza a sua volta deplora che nella sua provincia « non si sia potuto o saputo apprezzare (sic) il beneficio della lottizzazione; ad ogni momento si lamenta lo spettacolo di possedimenti privati formati dall'agglomeramento di particelle vendute dagli assegnatari, mediante contratti veri o simulati, subito dopo averle ricevute. Gli speculatori approfittarono della debolezza del proletariato, cui mancavano e mancano sempre i mezzi di cultura e le scorte per la sement_e e la concimazione della terra e per mezzo di contratti usurari, cambiati dopo qualche anno in vendite dìssim.ulate • sotto altri titoli, si sono impossessati dei lotti demaniali». Sentiamo anche il prefetto di Cosenza: · · . « Di tutte le suddivisioni attuate dopo il 1860, rimangono oggi soltanto tracce insignificanti, e rimediare co~ una legge varrebbe solo a ricominciare la tela di Penelope per vederla nuovamente disfare; ciò è· provato dalla esperienza e suggerito dalla pratica n. E infine il prefetto di Catan.zaro, che concorda con l'opinione della società agraria di quella provincia, cosi riassumendola: « In alcune regioni della provincia, la maggioranza. degli abitanti, distolta da altre industrie e assillata dalla miseria a tal punto che abbisogna per vivere di un delimitato lavoro giornaliero, abbandona facilmente ,per qualche soldo il lotto a ciascuno assegnato, col pretesto (sic!) ch'essa non ha i mezzi di valorizzarlo». Inoltre egli ci offre i seguenti particolari riguardo al comune di Gerocarice: « I terreni demaniali lottizzati a Gerocarice nel 1869, per una estensione di circa 200 Biblioteca Gino Bianco

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