F.S. Merlino - Questa è l'Italia

APPENDICE litti contro la persona. Si sa che in Italia molte lotte cruente fra popolani son veri duelli, che han di questi le caratteristiche, sfida iniziale, parità di armi, condizioni stabilite in precedenza e perfino alla presenza di testimoni. Il nostro romanziere Mastriani ricorda tali costumanze nei romanzi d'appendice del Roma sulla Mala Vita. Perché accade che il legislatore punisca come omicidio, avvenuto o no secondo i casi, il duello popolare e punisca come duello l'omicidio compiuto cavallerescamente fra persone inguantate, per bene? Punisce? Non esageriamo. Il capitolo sul dueIJo è un capolavoro d'abilità, di discriminazione. Ascoltate: la sfida è punita; ma non lo è piu, quando si può dire che sia stata provocata da una grave offesa o da un affronto. Questione di redazione del processo verbale. I padrini della sfida sono puniti: non però quando impediscono lo scontro, ciò che implica l'attesa della fine della vertenza. Ma allora, se lo scontro è avvenuto, i padrini della sfida, a meno che si siano rìtirati (nel qual caso non sono puniti), son puniti... come testimoni: cosicché l'articolo 241 non è mai applicato e chi porta la sfida non è mai, punito. Ora, come testimone nessuno è punito, se ha tentato di conciliare le parti 1_(ancoraun sotterfugio!) o di mitigare le condizioni dello scontro. È come dire che non sarà mai punito: perché s'intende che ufficialmente si tenterà sempre di conciliare gli avversari, o di mitigare le condizioni dello scontro. Ma ecco dove incomincia la punizione. Chi si batte per altri è punito: tuttavia (in -questi articoli c'è sempre un tuttavia o un ma) sfugge a ogni punizione, non solo se è un parente prossimo dell'interessato, ma anche se è testimone che si sostituisca ad un cliente assente. Qui la legge consacra il piu assurdo dei pregiudizi, quello su cui spesso in pratica si suole passar sopra: e come al solito essa a,pre una finestra da cui vola via ogni punizione. Poiché, chi dunque, se non un parente prossimo o un secondo, potrebbe combattere per altri? Perfino uno straniero non ha che da farsi nominare secondo, e resta impunito. Tutti vanno impuniti fino a questo punto: restano da punire i duellisti e su questi, si potrebbe credere, ricadrà tutto il rigore della legge. Eh via! Chi ha ucciso il suo uomo in duello, può cavarsela con sei mesi di detenzione e perfino con quattro nel caso dell'articolo .239. Non valeva meglio accordare l'impunità ai duellanti, anziché procurar loro cosi a buon mercato un brevetto di eroismo? E dire che il medesimo legislatore, all'articolo 370, punisce chi dà aiuto al suiBiblioteca Gino Bianco

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