APPENDICE La riforma del Codice penale in Italia L'egoismo e l'iniquità della Borghesia italiana si rivelano, piu che attraverso qualsiasi inchiesta, nel nuovo Codice penale, a cui abbiamo qualche volta fatto allusione. Architettato pro domo sua da una masnada di politicanti e da una società in cui domina la legge, non veramente del piu forte, ma proprio del piu ricco - se se ne scorrono le prime pagine, ci si accorge subito che il governo vi si è fatto la parte del leone nei riguardi dei governati. Delitti contro la patria che, al massimo sono delitti contro il governo; delitti contro i poteri dello Stato - e fra questi poteri si son messi perfino i _piu lontani membri della famiglia reale -; delitti (tutti delitti o crimini) contro i sovrani stranieri, il che equivale a mettere i poteri dello Stato al servizio di ogni tiranno straniero e a risolvere sommariamente e in senso reazionario il problema della estradizione in materia politica - cosi co1nincia la prima parte speciale del Codice, monumento, certo, come affermano i nostri gazzettieri venduti, ma monumento di brutale malvagità dei nostri governanti. E la serie dei delitti politici non finisce li: è appena -incominciata. Tutta una selva di disposizioni ripetute, aggrovigliate, richiamate e completate reciprocamente, affinché nessun atto, nessuno scritto, non una parola sfugga alla repressione, qualora siano diretti contro il sovrano, gli istituti, le leggi, gli atti delle autorità, contro i membri del Parlamento o i funzionari pubblici, sia come individui che come corpo giudiziario, politico o amministrativo, o contro altre autorità, amministrazioni o istituti pubblici e non solo contro le persone, le funzioni o le prerogative, ma del pari contro l'onore, la reputazione e il prestigio (che Biblioteca Gino Bianco
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