CONCLUSIONE 235 quali fanfaroni parta tale insulto lanciato contro un'intera nazione, risponderemmo ricordando una pagina di storia del 1799, la quale attesta, come quegli uomini vili. benché molto inferiori di numero, dieci contro mille, poveri, affamati e nudi, contro nemici che avevano da mangiare e da bere a volontà, carne per rinforzare i muscoli, vini e liquori per ravvivare il coraggio e vesti per ripararsi dal freddo; senz'altre armi che pugnali e scuri, contro soldati muniti di cannoni, bombe e mitragliatrici, quei vili, dico, seppero difendere i loro tuguri, le loro donne. le loro tradizioni offese da un esercito invaso1e; e, se furono sopraffatti, seppero vender cara la J.oi:ovita .e sopportare con eroismo e stoicismo le to.rture con cui coloro che cadevano °".ivinelle mani del nemic~ espiavano la lqro nobile audacia. · . L'esercito invasore di cui parlo era entrato nel paese come amico, anzi come "liberatore; e come tale era stato accolto. Ma, set:ondo il costume di tutti i liberatori per amore o per forza e dei ciyilizza_tori a colpi di mitraglia, esso aveva pr~so a spadroneggiare nel paese, a insultare quelli ch'_esso chiamava e reputava i vinti e ad usare ed .àbusare delia forza, per soddi- ~fare le sue passioni e i suoi capricd. Quegli stranieri entravano da padroni nelle nostre case, _sedevano alle nos~re tavole, si coricavano nei nostri let~i e lungo il giorno corteggiavano le nostre donne, che incitavano i mariti, i fidanzati, i fratelli alla vendetta. Essi ci avevano imposto i loro usi, le loro consuetu- -dini, il loro governo: Si dichiaravano repubblicani, venuti a liberarci da schiavitu, per dichiararci liberi e uguali davanti alla legge: e intanto mandavano al loro paese il denaro pubblico sottrattoci~ maltrattavano i cittadini, dicendo che un solo di loro voleva tutto un popolo d'italiani. Andavano per le strade a testa · alta, impettiti, arroganti, tirandosi dietro la ·sciabola, facendo tinnire gli speroni e guardando con un sorriso di scherno i cittadini pacifici, costretti a chiudersi in casa. Allora sui monti, nei burroni, nèi boschi della Calabria, risuonò un grido di guerra. Chiuse le capanne,· sotterrati i pochi risparmi. nascoste le donne nel folto delle foreste, i Calabresi piombavano come aquile sulle pianure, risoluti a morire, non senza aver prima ucciso. Poveri, affamati, scalzi, nudi, inseguiti come belve feroci, ma accaniti a lottare e decisi a vender cara la loro pelle. E la lotta divampò terribile. feroce, a oltral\za: i Francesi !(si trattava_ difatti di ~oldati di q1:1ella nazi~ne: guidati dagli eroi di Lodi, di Arcole, di Marengo) incendiavano i paesi con i loro abitanti;- vecchi, giovani, uoBiblioteca Gino Bianco
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