~ F. S. MERLINO Non c'è oggi questione piu diba_ttuta di quella del pret~so aumento dei salarli reali nell'ultima metà, o nell'ultimo quarto di secolo. In tutta Italia gli autori di statistiche sono su questo argomento in conflitto con coloro che studiano non le cifre. ma i fatti, cioè la condizione effettiva delle casse operaie. Le statistiche ufficiali del 1884 parlano di un aumento favoloso dei salari dedotto dalle cifre fornite da alcuni industriali sedicenti filantropi 39 ; nel 1888 gli autori di statistiche sono piu circospetti e pretendono solo che vi sia un aumento non piccolo nei salarii di certi stabilimenti, (alcuni cotonifici, lanifici, canapifici e fabbriche di candele) e aggiungono: gli aumenti piu considerevoli si ebbero generalmente fra il 186.2 e il 1874; da quest'epoca al 1888 i salari, o sono aumentati meno rapidamente o son rimasti fermi; dopo il 1881 son rimasti stazionarii e non mancano casi di regresso 40 • Si tratta, beninteso, di salarii normali, perché i prezzi dei cereali e l'aggio sull'oro giunsero appunto nel 1874 al massimo; e il ribasso successivo non ha riportato il grano al prezzo che aveva nei momenti di maggior prosperità. Il prezzo della carne è aumentato, ma si nota che in questa derrata il popolo spende poco denaro 41 • Quanto agli oggetti di vestiario, il loro prezzo è ca.lato, ma è insieme ribassata la qualità, cosi che la stoffa che durava due stagioni dura una; tasse e affitti sono aumentati. Finalmente l'aumento dei salarli non è reale altro che per i mestieri, in cui è necessaria una particolare penumero di operai nelle industrie: 443.300 nel 1880, tenendo conto delle industrie principali. Seguon<? il Piemonte (24,60), la Liguria (14,80), la Venezia (13,44), la Toscana (10,74), le Marche (10,34), la Campania (10,12). C'è poi una rapida discesa per quanto riguarda la Sardegna (0,95), gli Abruzzi e il Molise (0,61). la Basilicata (0,23). È la Lombardia che fa il maggior consumo di vapore come forza motrice (13.629 cavalli), e dopo di essa la Liguria (2.441), le Marche, con una popolazione numericamente superiore alla Liguria, ne consumano solo 699; la Calabria 317 con una popolazione assai superiore e gli Abruzzi e il Molise, con una popolazione quasi doppia, solo 77. 39. Introduzione ali'« Annuario Statistico», del 1886. 40. « Annali di Statistica ». Saggio di Statistica sulle merci, Rom3, 1888. Tuttavia a p. 12 e segg. si può vedere come tale affermazione non sia esatta: l 'aumento fra il 1862 e il 1874, o anche fra il 1847 e il 1874, è ben lungi d'esser la regola, come si può constatare se si consulta un altro documento ufficiale Movimento dei prezzi di aie-Anigeneri alimentari dal 1862 al 1865 e confronto fra essi e il movimento delle mercedi, Roma, 1885, pp. XIX; XX, XXI, ecc. 41. Il consumo medio annuo di carne per abitante in Italia è ripartito nel seguente modo fra le diverse regioni: Lazio 23 kg.; Piemonte, Liguria, Emilia, Toscana e Sardegna dai 12 ai 13; Lombardia e Venezia II; Marche e Umbria 8,500, Sicilia 7; regione Adriatica meridionale 4.700. (« Annuario Statistico Italiano». 1887-1888). Biblioteca Gino Bianco
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