F.S. Merlino - Questa è l'Italia

.222 F. ·s. MERLINO centrale, dalla Banca fino ai giudici di pace e cosi di seguito. Il partito predominante è geloso della sua influenza cui non rinuncia volentieri. L'allargamento del suffragio amministrativo, recentemente applicato per la prima volta, produrrà senza dubbio degli spostamenti di tali influenze, aiutando alcuni socialisti ad arrivare nei consigli comunali, ma non a diminuire la rivalità fra i due partiti dominanti. Con1unque l'unico suo risultato apprezzabile sarà di attrarre nell'orbita delle istituzioni maggior numero di socialisti e di repubblicani intransigenti e di acuire, per conseguenza, il contrasto fra socialisti legalitari, o riformisti e socialisti anarchici o antiparlamentari. Non diverse sono le condizioni, tranne qualche eccezione, dei socialisti delle altre regioni d'Italia. È noto che il fondatore del socialismo in Italia, d' onde fu portato da M. G Fanelli in Ispagna, fu Bakunin. Quest'uomo, dalla figura atletica, i cui lineamenti esprimevano _un carattere energico, dai modi dolci, dotato di una; potente dialettica, d'una eloquenza calda e affascinante, preceduto dal prestigio di un passato rivoluzionario di condanne e di una fuga dalla Siberia, seppe attrarre a sé una parte della gioventu italiana, sottraendola all'influenza di Mazzini. Egli trovò in essa, affascinata dall'aureola di gloria che circondava i nomi dei cospiratori e dei martiri dell'indipendenza nazionale, un entusiasmo e una devozione a tutta prova. Un giovane ricchissimo, C. Cafiero, mise la sua fortuna al servizio della causa; inoltre, lasciati gli studi diplomatici che aveva incominciato a Londra, si gettò, a.nima e corpo, nell'agitazione socialista, rischiando piu volte la libertà e la vita. Altri ~e vennero dalle Università che avevano abbandonato per correre il paese in veste di apostoli delle nuove idee. In assoluta fraternità, si viveva nella piccola comunità di Locarno, « come di li a poco sarebbero vissuti tutti ». E non si perdeva tempo. Si cospirava, venivano organizzate delle bande; il segnale della rivoluzione sociale era dato e ci si metteva in marcia, nel 1874 in Romagna, nel 1877 a Benevento. Ogni volta si falli : i giovani ribelli, sorpresi con le armi alla mano, passavano in corte d'Assise, ma il prestigio del delitto politico era in Italia ancora cosi grande, che anche, immancabilmente, i giurati li assolvevano e forse li assolverebbero ancor oggi. Il Governo. anche per sbarazzarsi dei piu molesti, dopo l'attentato di Passanante e le bombe di Firenze e di Pisa, ha inventato l'accusa che fanno parte di associazioni a delinquere e come tali li sottopone al tribunale penale. I giurati per un po' hanno esitato, ma il Biblioteca G·ino Bianco

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