F.S. Merlino - Questa è l'Italia

216 F. S. MERLINO chiamano e li preferiscono. La pietà era loro dovuta intera e profonda. E mettevano piu pietà, se si pensava a quanti di loro avevan già forse in tasca dei contratti rovinosi, stretti con gli incettatori che fiutano la disperazione nelle capanne, e la comprano; a quanti sarebbero stati afferrati all'arrivo da altri truffatori, e sfruttati tirannicamente per anni; a quanti altri forse portavano già nel corpo, da troppo tempo mal nutrito e fiaccato dalle fatiche, il germe d'una malattia che li avrebbe uccisi nel Nuovo Mondo. E avevo un bel pensare alle cagioni remote e complesse di quella miseria, davanti alla quale, come disse un ministro. « ci trovb.mo altrettanto addolorati che impotenti», all'impoverimento progressivo del suolo, all'agricoltura trasandata ·per la rivoluzione, alle imposte aggravate per necessità politica, alle eredità del passato1 alla concorrenza str·aniera, alla malaria. Mio malgrado, mi risonavano in mente, come un ritornello, quelle parole di Giordani: « Il nostro paese sarà benedetto quando si ricorderà che anche i contadini sono uomini.» Non mi potevo levar dal cuore che ci avevano pure una gran parte di colpa, di quella miseria, la malvagità e l'egoismo umano: tanti signori indolenti per cui la campagna non è che uno spasso spensierato di pochi giorni e la vita grama dei lavoratori una querimonia convenzionale d'umanitari utopisti, tanti fittavoli senza discrezione né coscienza, tanti usurai senza cuore né legge, tanta caterva d'impresari e di trafficanti, che voglion far quattrini a ogni patto, non sacrificando nulla e calpestando tutto, dispregiatori feroci degli istrumenti di cui si servono, e la cui fortuna non è dovuta ad altro che a una infaticata successione di lesinerie. di durezze, di piccoli ladrocini e di piccoli inganni, di briciole di pJne e di centesimi disputéi:ti da cento parti, per trent'anni continui, a chi non ha abbastanz:a da mangiare. E poi mi venivano in mente i mille altri, che, empitisi di cotone gli orecchi, si fregan le mani, e canticchiano; e pensavo che. c'è qualche cosa di peggio che sfruttar la miseria e sprezzarla: ed è il negare che esista, mentre ci urla e ci singhio<?:za alla porta. I sentimenti espressi qui da uno scrittore conservatore han provocato il sorgere del socialismo. La scintilla della ribellione, accesa dapprincipio nelle provincie meridionali dal brigantaggio, passò nella Romagna e assunse asp-etto diverso. La conformazione geografica di quella regione non permetteva una lotta aperta e poiché la sua posizione fra l'Austria e Roma aveva fomentato nella popolazione l'odio del dispotismo, in Romagna sorse la cospirazione, pritna BibliotecaGino Bianco

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