F. S. MERLI1 O presso, per farsi giustizieri inesorabili e imparziali; di briganti, che dotavano le fanciulle povere: che assoldavano i sostituti ai figli unici dei contadini poveri, di quelli che imponevano al ricco signore altero e avaro di essere giusto nel ripartire i viveri ai fittabili, di altri che donavano venti scudi al povero incontrato per la via, di quelli che la notte bussavano alla porta di un tugurio e se ne andavano, dopo aver deposto sui gradini della scala una borsa piena d'oro, destinata al contadino minacciato di sequestro, perché pagasse le imposte e l'affitto. Essa ci parla di briganti che avrebbero costretto il ladruncolo di campagna, il quale, servendosi del loro nome, aveva estorto al povero contadino denaro e viveri, a costituirsi spontaneamente alla giustizia e a smentire la calunnia, si, la calunnia, perché egli, il brigante, non è un ladro, è un uomo forte e coraggioso, che combatte contro forti e coraggiosi, sentendosi nato alla lotta, ai pericoli, e, fiero del nome di brigante si riterrebbe atrocemente offeso se lo chiamassero ladro 17 • Il brigantaggio è stato senza dubbio la prima e piu appariscente manifestazione del problema sociale, posto il giorno stesso del trionfo definitivo della borghesia. Era naturale che tale manifestazione avesse luogo nelle provincie meridionali dell'Italia, le prime e le piu direttamente implicate negli avvenimenti politici ed economici, che segnarono e determinarono l'avvento della nuova classe dirigente. Il brigantaggio è stato vinto non tanto dalle repressioni sanguinose, meno ancora, forse, dalle trasformate condizioni economiche delle provincie meridionali e dall'apertura delle grandi vie di comunicazione attraverso le montagne e rli+ le foreste, quanto dall'emigrazione: l'indipendenza, che il contadino della Calabria, della Basilicata e degli Abruzzi cercava tra i suoi monti e col fucile, la chiese, successivamente, all'Oceano e al suo lavoro. Poteva esser un progresso e l' emigrazione avrebbe forse ritardato di alcuni anni la crisi in cui ci troviamo, se il rimedio non fosse disgraziatamente giunto troppo tardi e se la piaga della miseria non fosse stata già troppo estesa e cancrenosa. 17. NICOLA M1sAs1, Racconti calabresi, Napoli, 1881, p. 26. Il Nisco manifesta anche l'opinione che il brigantaggio fosse « la rivolta sfrenata della miseria contro la proprietà, il prodotto naturale delle condizioni economiche e morali degli abitanti delle nostre campagne », e aggiunge che i briganti si definivano « amici dei poveri » e si vantavano d'aver svaligiato i colli postali, per distribuirne il contenuto tra i cafoni. N. N1sco, Gli ultimi trentasei anni del reame di Napoli, Tapoli, 1889, pp. 50-51. Biblioteca Gino Bianco
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