IL POPOLO nel Foro romano, a cui assistevano i gendarmi e i dragoni a cavallo, non è piu che un ricordo dei vecchi. La plebe di Milano vien descritta come assai piu mobile di quella di Torino e come opportuno strumento di audacia rivoluzionaria. La plebe di Venezia, nel 1874, appariva ancora, docile e rispettosa verso i gran nomi e le autorità; ma v'erano numerosi indizi di un cambiamento da quelle buone disposizioni 15 • Cosi, mentre la moralità dell'aristocrazia e della borghesia è in pieno sfacelo, quella del popolo è, a quanto si può constatare, di molto superiore a quello che comporterebbe la condizione in cui è tenuto. La solidarietà fra i poveri è proverbiale: la generosità del popolo, nelle grandi come nelle piccole occasioni, è innegabile; il sentimento di giustizia non si spegne nella gente del popolo, quando è in guerra con la società, è costretto a giocare la vita con la vita. Anche coloro che hanno descritto le scene del brigantaggio e della camorra han dovuto render omaggio a questa verità. Sentimenti di giustizia e lealtà nella lotta sono le due caratteristiche principali del camorrista, per quanto ancor oggi sopravvive di questo personaggio storico e leggendario, che non si è ancora trasformato in Tartufo borghese 16 • L'estorsione non era lo scopo della lega, ma il mezzo per vivere: il ' suo scopo era il castigo dei forti, la protezione dei deboli. Qualsiasi camorrista oggi, per poco che gli ispiriate fiducia, vi confesserà che la camorra odierna non è che una corruzione, un pervertimento della vera camorra di U!Ja volta. Quanto al brigantaggio, abbiamo la testimonianza non sospetta del Misasi: « La tradizione, egli dice, ha serbato il ricordo dei briganti, che erano buoni con i deboli e i forti, fieri e crudeli con i ricchi e i potenti. Essa ci parla di briganti, che portavano via al ricco per dare al povero, che si nascondevano nei boschi. per fare le vendette del popolo op15. L. CARPI, Italia vivente. 16. Il Nisco afferma che, prima cli ammettere un nuovo affiliato, si procedeva ad una inchiesta, per accertarsi della sua onestà relati.va e soprattutto della sua lealtà. Egli assicura anche, che i camorristi si vantavano cli disprezzare le leggi e che loro massima gloria era violare un regolamento, frodare la dogana, esercitare il contrabbando, giocar dei· tiri alla polizia, ecc. Nelle carceri si mostravano rispettosi verso i detenuti politici. N1sco. Gli ultimi anni del Reame di Napoli, Napoli, 1889, pp. 62-67. Biblioteca Gino Bianco
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