F. S. MERLINO contadini. Il Carpi attesta altrettanto; egli ha condotto un'inchiesta specifica sulla morale femminile nelle campagne, e le lodi per il buon costume sono inesauribili. È interessante conoscere quale sia, secondo le autorità che hanno inviato rapporti al Carpi, il sentimento dominante nelle classi inferiori nei confronti del governo e della borghesia. Le plebi, o classi analoghe, di Palermo, di Livorno e di Ancona « son capaci di qualunque eccesso contro le classi agiate, se mai si offrisse. loro l'occasione di commetterne. » La plebe siciliana odia i possidenti: « basta leggere la storia di tutte le insurrezioni scoppiate a Palermo e soprattutto le pubblicazioni riguardanti l'ultima anarchica (1866), perché nasca la certezza, che un movimento socialista o internazionalista troverebbe nelle classi inferiori cittadine e dei paesi circostanti la piu cordiale cooperazione. » « Livorno è un centro di società pubbliche e segrete, il cui scopo principale è il rovesciamento dell'attuale ordine politico e sociale. Il popolino livornese sarebbe capace di sollevarsi per un principio che riconoscesse progressista, anche per i principii dell'internazionalismo. » A Genova la stessa classe è dotata di temperamenti forti e tenaci e, a renderla anche piu temibile, è l'organizzazione delle sue trentasei leghe operaie, rappresentate da un areopago centrale composto di due delegati per ogni lega. Invero essa è attiva ed economa. La popolarità di Mazzini ha impedito che in città si sviluppasse l'Internazionale, ma se mai l'orizzonte politico e sociale dovesse turbarsi, gl'internazionalisti avrebbero nella plebe genovese un'arrii~a piu che un'alleata. È incredibilmente strano come, non appena essa si muove, le classi medie e altolocate si eclissino. Il popolo romano è fiero, superbo, sdegnoso, temibile nei giorni di lotta, perché il suo furore giunge facilmente agli estremi, « ma ben guidato giunge all'eroismo nella difesa delle idee generose.» La sua morale ha fatto molti progressi: oggi non si assiste piu a quelle scene di superstizione selvaggia che erano proprie della capitale del mondo cattolico; non piu processioni a piedi scalzi, non piu visite rumorose alle chiese_. né lotte violente per portare l'enorme croce. o lo stendardo. E anche non piu quei combattimenti a sangue, non solo tra famiglie, ma fra quartieri, gli alti (i_ Monti) contro i bassi (la Regola e Trastevere). La Sassaiola, vera battaglia a sassate Bibliotecp Gino Bianco
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