F. S. MERLINO Finalmente, a Siracusa, l'alto clero è rappresentato quale ignorante, di scarsa morale ccal punto che, coloro cui l'età lo consente, vivono tutti in pubblico concubinaggio 57 • » Tale il quadro della moralità borghese tracciato dalla mano di uno scrittore, che fa professione di sentimenti religiosi e conservatori e secondo i rapporti di autorità ufficiali. Da tali fatti, possiamo concludere, che nulla di- quanto è avvenuto nel campo dell'economia e della politica è paragonabile al fenomeno dell'abbassamento morale, della decadenza, della corruzione dilagante, che hanno colpito la nostra Borghesia. Essa, dopo aver avuto i suoi eroi, i suoi cantori. i suoi educatori, i suoi apostoli sinceri della giustizia e della verità e i suoi martiri, appena giunta al potere, si è corrotta, disfatta, decomposta, è divenuta sordida, vile, cinica. Bando al sentimento - si è gridato alla Camera - avanti gli interessi. on piu originalità del pensiero e onestà: avanti il calcolo. Non piu letteratura forte e vibrante. arte sincera e disinteressata, non piu palpiti del cuore. Certe battute fan male alla salute 58 • Ma stordire i sensi, stimolare le passioni senili e guadagno, sempre guadagno. Infine non piu scienza, ma espedienti di dominio che ne faccian le veci, faticosamente e sapientemente lambiccati. La stampa, ce lo dice il Crispi, era una volta una missione: è diventata un mestiere e una scuola di corruzione e di cortigianeria: il governo una carriera di ambizioni e di astuzie: la scuola, un mezzo per abbrutire le intelligenze e un luogo di spionaggio, d'inquisizione. dove, per mezzo dei programmi e degli esami, vengono sceverati individui malleabili, destinati a far carriera, dai refrattari e dai riprovati. Tuttavia, ancora dieci o quindici anni fa, una parte almeno della nostra borghesia serbava fedeltà al suo passato rivoluzionario e la sua Musa poteva ancor dirsi « vergin di servo encomio e di codardo oltraggio». Gli uomini piu energici e più popolari mantenevano un atteggiamento di opposizione al Governo, non foss'altro che per tener desta negli spiriti l'illusione, necessaria al compimento del programma di unificazione ancora incompleto. Quando gl'Italiani entrarono in Roma, l'orizzonte morale 57· P. 222, loc. cit. 58. In italiéinQ n.el te5to [ N. d. T. ] • BibliotecaGino Bianco
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