F. S. MERLINO . pletamente ligi alla famiglia dominante, rendono volentieri omaggio alla sua posizione sociale e si adoperano a mantenere i contadini in una sottomissione, che è garanzia d'ordine e di tranquillità pubblica. Cosi non v'è abuso o violenza ch'essa non si permetta verso i suoi dipendenti, passibili di ogni taglia e vessazione. I quali, per poco che sian caduti in disgrazia, o abbiano provocato il disappunto del padrone, son da· costui fatti ammonire, o deportare al domicilio coatto; passibili di false denuncie, son fatti condannare innocenti, talvolta perfino all'ergastolo. Anche, egli li batte, talvolta in pubblico per umiliarli, altre volte se li fa venire in casa e, a porte chiuse, ne somministra loro una buona razione, per correggerli: naturalmente fa uso e permette anche ai suoi giovani rampolli di usare dello stesso potere riguardo alle mogli e alle figlie, per sedurle, rapirle e violentarle. Il Dotto de' Dauli, testimone oculare di queste incredibili infamie, denuncia a piu riprese veri assassinii commessi dai signorotti di provincia nella piu assoluta impunità 12 , arresti e avvelenamenti in carcere; parla di persone che furon fatte catturare dai briganti e uccidere spietatamente, soprattutto quando si poteva temere ch'esse sospettassero d'onde veniva il colpo, di altri denunciati come manutengoli ( cioè complici e ricettatori dei briganti) e ai quali fu offerto di liberarli, in cambio dell'accondiscendere d'una sorella o d'una figlia ai desideri lascivi dei satrapi del luogo. Non si possono leggere quelle descrizioni senz'arrossire di vergogna e fremere di sdegno. Ci si crederebbe presso una tribu di Pellirosse, o fra i lillipuziani del deserto africano, se non fosse che si offendono quei selvaggi paragonandoli ai briganti,. inappuntabilmente vestiti, che . infestano le nostre contrade. E si tenga a mente: l'odio che quei bruti si sono suscitato contro e di cui il Governo, ed ogni governo, è venuto giustamente a partecipare, è stato non ultima causa del brigantaggio imperversante in quelle provincie e che incessantemente rinasce, benché sotto altri nomi e con altre forme, a malgrado delle ferrovie e delle repressioni sanguinose, che han reso celebri i Cialdini, i Pinelli ed altri generali italiani 13 • 12. V. p. 17-39-51-57-103-104-105-130 e segg. dell'op. cit. 13. Si leggano i processi intentati lo scorso anno (1877) contro antiche e disciplinate associazioni di malfattori e fra le righe si scoprirà un odio profondo, medioevale, una fiera protesta dei contadini, contro i proprietari; si leggano le dichiarazioni dei condannati per furto a mano armata e sequestro di persona, le biografie dei malfattori piu celebri e di tutti i briganti, da Don Peppino a Riggio, da Di Pasquale fino a Raia; e si proverà che tutti, senza ccBiblioteca Gino Bianco
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