F. S. MERLINO fittizi .accanto ai reali, ha moltiplicato fo.rme e qualità delle cose, abbondando nella produzione delle meno utili e di quelle la cui utilità potrebbe sparire a un soffio di buon senso e spesso di buon gusto e di buoni costumi; ha inventato la redarne importuna, ha spinto alla produzione illimitata, a una produzione per la vendita e non per il consumo e, accaparrando talvolta le merci, provocando il vuoto nei mercati, per farli poi rigurgitare di merci invendute e invendibili, ha causato quelle crisi sconosciute all'antichità e· per mezzo delle quali, comparendo sulla scena del disastro, essa acquistava le proprietà abbandonate, aumentava e diluiva il capitale nominale delle sue imprese, in proporzione dei guadagni sperati o bramati e si lanciava nei voli piu audaci e nelle avventure piu disoneste. L'aristocrazia continuava a retrocedere: stando in disparte dal nuovo regime politico della penisola, essa dissipava in orgie il patrimonio dei suoi avi. Gli amministratori (castaldi) gli usurai, i monopolizzatori acquistavano i suoi palazzi. o li ricostruivano; circondati di clientele, iscrivevano i loro nomi su un nuovo libro d'oro e riproducevano fedelmente il quadro del feudalesimo. La nobiltà infine, esaurite le proprie ricchezze, dovette capitolare, andando ad adornare le anticamere dei banchieri e dei politicanti, riprendendo il suo servizio alla Corte e cercando di rifarsi un poco, col prestare ·i suoi nomi illustri alle speculazioni; agli aggiotaggi e alle bancarotte dei borghesi e offrendo le sue ore d'ozio alle assemblee politiche. Cosi la borghesia, da ceto medio quale essa era una volta, è diventata classe superiore e sovrana; l'aristocrazia è scomparsa in quanto classe, benché gli aristocratici sussistano; e il . popolo è diventato piu povero, piu oppresso, piu infelice che mai. In questo capitolo si conoscerà, piu profondamente che non sia stato fatto finora, la classe dominante in Italia, le sue abitudini, i suoi espedienti. Consideriamola prima in quanto proprietaria terriera e vediamo se sotto il suo dominio il contadino abbia avuto qualche sollievo,, se essa abbia mantenuto verso la classe lavoratrice almeno una parte delle promesse di cui è stata tanto prodiga nei momenti di. pericolo e soprattutto nel 1860 1 • Percorrete da un capo all'altro l'Italia, quel paese incanI. ALof.01 (La mafia, Torino, 1887, p. 40) saive che nel 1859 i patrioti, anziché sdegnare l'aiuto della mafia, tentarono di far partecipare alla rivoluzione BibliotecaGino Bianco
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