Inoltre il Merlino non solo fu, fra i revisionisti italiani, il piu ricco di sensibilità politica (nelle sue discussioni col Labriola si rinnovano drammaticamente le antinomie fra ideologia e politica, insorte nei rapporti fra il Labriola e il 11urati), ma con la sua rivista costitu1 in quel crepuscolo del secolo decimonono su cui incombevano gli spettri della reazione novantottesca, il piu vivo centro italiano di cultura socialista : un centro in cui echeggiavano i nomi del Kautsky, del Jaurès, del Van Kol, del Destrèe, del Davi,d, della Luxemburg; un centro in cui si dibattevano i problemi teorici e pratici del socialismo italiano ed europeo, dalla questione agraria alla tattica del partito nel mezzogiorno, dalla teoria del plusvalore al principio della concentrazione capitalistica, dalle discussioni sul collettivismo a quelle sull'alleanza dei partiti popolari. Di qui l'importanza nazionale ed internazionale di , questo centro. Del resto, se nelle opere del Labriola per le ragioni già dette non si trovano frequenti segnalazioni del Merlino, nell'epistolario finora noto l'interesse polemico è vivissimo. 1 Da qui la necessità di proseguire le ricerche nella direzione di lavoro accennata, per l'approfondimento degli studi su questo vero nodo della storia del marxismo in Italia. per affiancarsi da solo, al Labriola come cntJ.co e come mediatore della cultura marxista in Italia; e passando sotto silenzio l'opera del Merlino, ha potuto far credere alla sua esclusiva influenza sul pensiero revisionistico del Bernstein e del Sorel. 1 Troviamo ancora in una lettera del Labriola a Wilhelm Liebknecht del1'8 agosto 1899, questo giudizio: « In dieser Lage der Dinge war kein schlechter Griff des Herrn (ex-Anarchisten) Merlino, eben in Italien und mit so viel Larm die '' Crisis des Marxismus '' aufzuspielen » (Cfr. LEo V ALIANI, Lettres de Antonio Lahriola cit.). 286 Biblioteca Gino Bianco
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