Saverio Merlino - Concezione critica del socialismo libertario

Andrea Torre, che aveva iniziato la collaborazione alla rivista con un articolo sull' anarchismo, apparso sul numero dell' I I di-. cembre 1898, era uno dei piu intimi ed affezionati discepoli del Labriola. Era lui che prendeva gli appunti delle sue lezioni alla. Università. Era lui che al caffè Aragno sedeva accanto al Labriola, brillante conversatore quanto spietato e non di rado eccessivo demolitore di uomini e di costumi, e ne coglieva frammenti di pensiero per fermarli nel ricordo o sulla carta. Era lui che sulla stessa rivista «Roma)> nel maggio del '99, cioè un mese prima del1'incidente polemico di cui stiamo parlando, aveva pubblicato a firma « Gwinplaine », un omaggio a Antonio Labriola. Per il 2 5° anniversario del suo insegnamento. Dunque S pectator-Torre sferra dalle colonne della <\ Roma )>l'attacco al revisionismo, seguendo una tattica, diciamo pure un giuoco polemico, che appare per lo meno strano. Da una parte, nel corpo dell'articolo, critica aspramente il revisionismo in nome dell'ortodossia, dall'altra, nell'introdurre e nel concludere il suo discorso, tiene a farsi portavoce degli interessi della borghesia, alla quale i revisionisti avrebbero offerto un servigio, ritenuto né utile né necessario. Scherzoso doppio giuoco o sostanziale ambiguità? Vedremo piu avanti. La parte teoricamente piu importante dello scritto di Spectator è quella dove si distingue « critica » da « crisi del marxismo », Fu il Torre, collaboratore del « Giornale d'Italia », ad ottenere dal Labriola la famosa intervista su Tripoli, il socialismo e l'espansione coloni·ale pubblicata su detto giornale nel numero del 13 aprile 1902, a. II, n. 103. Vedi anche, per i rapporti Labriola-Torre, il necrologio da questi pubblicato sul « Giorna]e d'Italia » del 3 (2) febbraio 1904, a. IV, n. 34 e riportato in appendice a A. LABRIOLA, Scritti vari editi e inedi'ti di filosofia e di politt"ca, raccolti e pubblicati da B. Croce, Bari, Laterza, 1906, pp. 493-498. Su una copia della seconda edizione del saggio di A. Labriola, In memoria del li1anifesto dei Comunùti (Roma, E. Loesc1'er, 1895), venuta in nostro possesso dalla biblioteca privata di Andrea Torre, abbiamo trovato alcune annotazioni a lapis, di pugno del Torre, che rivelano un inedito tratto del cinismo intellettuale di questo discepolo del Labriola. Infatti colui che ostentava in pubblico tanta venerazione per il maestro, nel1'intimo nutriva nei suoi confronti solo del disprezzo e del dispetto, trasparenti da questi giudizi: « Quanta verbosità in 5 pag. per dir cose dicibili in un periodo e correttamente » (a proposito delle prime cinque pagine del saggio), oppure: « 8 pag. di chiacchiere spropositate » (a proposito delle prime otto pagine). 276 BibliotecaGino Bianco

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