catisi a Mitandola, attratto il Ceretti in un agguato, lo ferirono con una pugnalata; si apprestavano a fare la stessa cosa col Prampolini, quando questi, avvertito in tempo, riusci a sfuggire all'aggressione (14 febbraio 1889). Riparati all'estero, il Pini venne arrestato poco dopo e condannato da un tribunale francese a 20 anni di lavori forzati per una serie di furà commessi in precedenza, e il Parmigiani si rifugiò a 'Londra dove continuò la sua attività libellistica all' insegna di un nuovo gruppo, detto dell'Anonimato. Mentre non si può dttbitare, pur nella perversione dei principt, della buona fede del Pini ( che· si comportò coraggiosamente al processo e scontò, con imniutata fie1·e.zza,la pena inflittagli alla Guajana dove morì nel dicembre 1903), sembra invece, secondo una testitnonianza del Grave, che fosse la mano della polizia a muovere il Parmigiani (il quale, abbandonata successivamente la politica, si dedicò con molta fortuna al commercio dei quadri e, caduta in prescrizione la condanna, tornò ricchissimo in patria). Tuttavia questo atto del Merlino ha grande importanza non solo per la nobiltà d'anir,10 che vi è impressa, ma anche perché .,to1·icamente si inserisce in quella campagna contro il i:< ravacholismo », coraggiosamente condotta in quegli anni dal Merlino insieme col Malatesta. Da ricordare anche che il Ceretti, invitato a riconoscere nel Par1nigiani uno dei suoi feritori, vi si rifiutò, 1·eputando la denunzia • • • • • A . come atto contrarto at proprt pnnetpt. Sull'episodio vedi, oltre alla stampa dell'epoca, R. lvfar1niroli, Ca1nillo Prampolini (Firenze, Barbèra, 1948, pp. 28-32). La lettera del Aferlino apparve su « Il Sole dell'Avvenire»· del 9 mar.zo 1889. · Parigi 16 febbraio 1889 Egregio si·g. Ceretti, non uso a scrivere lettere né di congratulazioni, né di condoglianze, devo però protestare altamente contro l' aggressione da voi patita e quella dal Prampolini schivata. Noi militiamo in ·campi diversi; voi socialista, io anarchico; voi fidente nella democrazia parlamentare, che n1ai, come in questi giorn·i, si è rivelata cotanto impotente, e dirò dippiu incuriosa in 244 Biblioteca Gino Bianco
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