Saverio Merlino - Concezione critica del socialismo libertario

teniendo che i giurati concludessero, conte altre volte, con una assoluzione, modificò la rubrica e fece rinviare il processo davanti al Tribunale. Gli imputati trassero da questa manovra il vantaggio della libertà provvisoria, che ottennero nel novembre del 1883, dopo alcuni mesi di detenzione. Il processo si concluse con la condanna del "lv! er!ino a 4 anni di carcere, del Malatesta e del Pavani a 3 anni, del Bianconi a 2 anni e 6 mesi, del Pernier e del Rombaldoni a 15 mesi, del Trabalza e del Venanzi a 6 mesi. I condannati ricorsero in appello e nel frattempo il Malatesta ,-iparò in Argentina ed il Merlino a Londra. . Esiste un dettagliato resoconto del processo, redatto da Narciso Borgognoni, sul «Messaggero» di Roma ( nn. del 29-30 gennaio, 1-2 e 3 febbraio 1884), riprodotto in gran parte sul « Libertario >> di Milano del 1 5, 22, 29 novembre e del 6, 1 3, 20, 27 dicembre e del 17 gennaio 1951. Vi si legge questo ritratto del Merlino: « Francesco Saverio Merlino, d'anni 27, avvocato, nato e domiciliato a Napoli, via Caracciolo 4; figura esile, né basso né alto, carnagione olivastra, barbetta piena e nera; veste signorilmente, calza guanti. Scontò un mese di carcere a Torre del Greco per aver oltraggiato quel pretore, al quale s'era presentato per patrocinare la causa dei due fratelli Giustiniani, operai, amm.oniti senza essere stati mai processati per nessun titolo; il pretore non volle dargli ascolto, lui s' infuriò e da qui l'oltraggio e la condanna>>. L' autodifesa che qui pubblichiamo fu pubblicata sul « Roma >> di Napoli del 6 febbraio 1884. Merlino - Mi servo del diritto della parola, in primo luogo per ringraziare il collegio della difesa, che generosamente ha sostenuto la causa dei malfattori, e poi per presentare talunè mie considerazioni sul modo come fu organizzato questo processo. Presidente - Guardi di rimanere nei limiti. Merlino - Non dubiti; mi basterà rilevare alcuni fatti. L' imputato entra in una minuta disamina degli elementi del processo, per dimostrare che fatti e documenti, non rit~nuti incriminabili al tempo in cui furono commessi e rinvenuti, sono stati poi messi insieme per colpire alcune persone, da cui si teme la 236 Biblioteca Gino Bianco ..

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