c1z10~i un. diritto proveniente dalla comunità prun1t1va, n1a da quasi tutte le legislazioni antiche, dalle leggi del Manou fino alla costituzione crimin-ale di Carlo V dell'anno 1532. -• . Il diritto assoluto, eguale e contrattuale è un' aberrazione della coscienza giuridica moderna e della :filosofia spenceriana. Lo Spencer stesso, dopo aver for1nulato co.nformemente a questa teoria i teoremi della giustizia nel piccolo volume che porta questo nome, si è sforzato di te1nperarne il rigore con le regole di beneficenza (positiva e negativa) che egli- ha enunciate nell'ultima parte dei suoi Principles of Morality. 1"1uttaviala separazione del dominio della giustizia da quello della beneficenza è arbitraria; e ne sono risultate contraddizioni stridenti. Cost la proprietà individuale della terra sarebbe, secondo lo Spencer, conforme ai principi della giustizia distributiva, ma il proprietario non dovrebbe « abusare >> del suo diritto. Il proprietario d' una terra coltivata non dovrebbe rialzare la rendita dopo ogni 1nigliora1nento, né. cacciare il colono che alla fine del1 'affitto non co.csente a pagare una rendita piu ·elevata (p. 397). La libertà dei contratti sarebbe conforme al principio di giustizia : tuttayia un individuo che ha· una grande provvista di fieno non dovrebbe trar profitto dalla necessità in cui si trova il proprietario di numeroso bestiame che dev'essere nutrito, per chiederne un prezzo usuraio. Se lo facesse, « violerebbe i precetti della beneficenza negativa, che in questo caso non sono meno severi di quelli della giustizia >> (p. 402 ). Lo Spencer confessa che << non si saprebbe dire a qual punto un capitalista è autorizzato a prevalersi della sua situazione piu vantaggiosa di fronte agli operai ». Egli qualifica « omicidio commerciale >> il fatto di un mercante che rovina i suoi rivali, sia vendendo al di sotto dei prezzi di costo, sia concedendo del credito per esigere improvvisamente il pagamento imn1ediato. Un simile mercante è piu colpevole « di u~ assassino ordinario» (p. 397). Lo Spencer riconosce che la concorrenza mette capo al monopolio. «L'abuso della concorrenza, egli dice, dev'essere riprovato non 217 BibliotecaGino Bianco \
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