tengono, per la stessa ragione, alla categoria dei diritti di natura chiamati a governare la società attuale. Del resto, « la 1ibertà di natura )) non spiega là natura della libertà e della proprietà (1ni si permetta l'involontario gioco di parole) nella società di oggi. Essa non ci dà il criterio di distinzione fra la proprietà permessa e la proprietà vietata, né un criterio di delimitazione del diritto di proprietà che, al postutto, non è un diritto assoluto neanche nelle legislazioni moderne; né infine un principio di giustizia che possa servire di legame fra il didiritto di proprietà e gli altri diritti. Perché, infatti, non si può possedere un paese, una provincia, una strada, ma si può possedere una rete ferro viaria? Se il principio è unico, come spiegare la diversità delle applicazioni? Perché il diritto dell'inventore e dell'autore è limitato, mentre quello del proprietario d'una miniera o d'una foresta non lo è? Perché il prodotto del lavoro (l'invenzione, i miglioramenti fatti dai coloni) non è garantito in modo speciale, come la pigione e l'affitto, per i quali ìa legge :iccorda « un privilegio)> al proprietario sui mobili, ecc., del locatario e dell'affittuario? E che cos'è che si considera « il prodotto dell'invenzione>> appartenente all'inventore? Se si scopre un paese, si ha diritto di dominio e di proprietà su tutta l'estensione del territorio, sugli abitanti e sulle loro proprietà? Che diritto dà il possesso di un oggetto? Il diritto ai prodotti immediati o ai prodotti futuri e ai vantaggi indiretti? Il diritto alla superficie o a tutto ciò che si tròva nell'area sovrastante e nelle profondità del suolo? Il diritto del proprietario dev'essere limitato a una o due generazioni o incombe su tutta l' umanità avvenire? Il principio di libertà non ci aiuta minimamente nella soluzione di questi problemi. Esso non distingue ciò che può essere giusto da ciò che è evidentemente ingiusto nella proprietà individuale; non fa distinzione fra la proprietà « prodotto del lavoro » e la proprietà « negazione del lavoro >>;non ci inizia ai misteri e 209 Biblioteca Gino Bianco
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