posto. Egli descrive le diverse maniere di sfruttamento del possesso, con la schiavitu, la servitu, ecc. La teoria conviene perfettamente alle società feudali, di cui certamente si trovano vestigia ancora oggi. Ma, arrivato al 1789, il De Molinari s'immagina che la nazione francese si sia appropriata l'industria del governo; si sia impadronita del meccanisn10 politico, e ne abbia concessa la gestione a una « casa », a condizioni che il capo di questa casa ha accettate, giurando di osservare, sotto pena di decadenza, la « costituzione», nella quale esse sono specificate. Ciò significa ricadere nelle allegorie costituzionali. Ed egli ripete i luoghi comuni : « Il re resta nominalmente il ' capo dello Stato... (ma) è la maggioranza che possiede la realtà del potere ... e la maggioranza dipende, a sua volta, dal corpo elettorale, che è o è considerato essere il vero sovrano, ecc., ecc. >>. Egualmente lo Spencer, pur intravedendo di quando in quando, specialmente nei Sins of Legislators, la natura essenzialmente oligarchica e monopolistica dello Stato, accetta la teoria corrente, crede alla realtà della rappresentanza nazionale, alla superiorità del parlamento sul govern0, afferma che mediante la legge elettorale del 1831, ecc., « un gran numero di cittadini furono trasferiti dalla classe governata alla classe governante » (Political lstitutions, p. 573), propone un compromesso fra la presidenza degli Stati Uniti e la corona inglese, e vuole conservare il Senato, perché « è desiderabile che le riforme incontrino molti ostacoli >> (p. 578). (Avere una Camera per fare le leggi e un'altra per ostacolarle è considerato da questo etninente scrittore come il nec plus ultra della perfezione!). Insomma, lo Spencer e il De Molinari giungono a conclusioni molto reazionarie; e se essi chiedono a gran voce la restrizione delle attribuzioni del governo, è perché la restrizione pura e semplice gioverebbe alla classe possidente: tutto il potere che lo Stato non eserciterebbe, passerebbe nelle mani dei capitalisti. A costoro basta che lo Stato mantenga l'ordine, impedendo all'operaio di ribellarsi. L'intervento dello Stato a favore dell'operaio sarebbe una 197 Biblioteca Gino Bianco
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