Saverio Merlino - Concezione critica del socialismo libertario

Tale è la vera natura del governo parlamentare, che non è né la concorrenza o bilancia dei partiti, né il meraviglioso meccanismo di pesi e di· contrappesi, di valvole e di freni, né l'equilibrio e il controllo reciproco di tre o quattro poteri indipendenti, né il governo della maggioranza, né quello dei capaci, né infine la quintessenza di tutto ciò che vi è di piu nobile, di piu intelligente, di piu progressivo nella nazione. ' ' *** Inoltre non è il governo parlamentare che si è avuto in vista nel I 789 e nel I 793, ma il governo diretto, che è ben altra cosa. Il modello non era Westminster, ma Atene. Numerosi sistemi furono immaginati; alcuni giungevano fino ad esigere l'autonomia dei comuni. Il Loustalot propose nel I 789 che gli abitanti di ogni comune potessero gestire i loro affari anche senza l'intervento di un consiglio comunale. Altri chiedevano la votazione popolare di tutte le leggi, l'abolizione della presidenza della repubblica, persino la trasformazione dei diversi ministeri in camere di commercio, consigli d'agricoltur~, ecc., ecc., composti dei delegati degl'interessati. Infine, tutti facevano gran caso delle libertà pubbliche, e si riservavano il diritto di rifiutare le imposte e il diritto d'insurrezione. Disgraziatamente, in principio di questo secolo la stretta parentela della questione economica e della questione politica non fu ben compresa. Si faceva dipendere la prima dalla seconda; errore contrario a quello che commettono oggi molti socialisti. Si credeva, insomma, che bastasse prima di tutto conquistare la libertà; la libertà trarrebbe seco l'eguaglianza, assicurerebbe il be- . gli altri vantaggi da dividere fra i membri del partito e da distribuire nella classe in seno alla quale esso si è costituito e il cui appoggio gli è necessario per impadronirsi della gestione dello Stato e conservarla. (DE MoLINARI, L'Évolution politique et la Révolution, p. 234). · 187 B'blioteca Gino Bianco ,

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