Giovani socialisti unitari - Matteotti : 10 giugno 1925 - 1966

Matteotti e le correnti del socialismo di GIUSEPPE FARAVELLI Giacomo Matteotti - è vero - ormai grandeggia ben oltre la cerchia del Partito Socialista Unitario di cui fu capo; la Sua luce illumina ben più vasta schiera che non sia quella del proletariato sacialis_ta. Egli appartiene al popolo italiano che lotta per redimersi dal servaggio; Egli appartiene alla storia civile d'Italia. Ma poichè neppure davanti alla grandezza e solennità del Suo sacrificio il settarismo rinunziò alla speculazione ed all'inganno; poiche anzi taluno osò, per i propri scopi cli parte, perfino deformare i I pensiero del Martire, è nostro sacro dovewriatabj}jre esattamente,contro gJi speé(fld.(6rf ed f tf éf6rmatur!, i earatteri del pensiero socialista di Giacomo Mattcolti, e rivendicarne la perfetta identità con quella del Partito di cui Egli fu animatore e guida impareggiabile ccl indimenticabile. Lo spazio non ci consente un'ampia documentazione - che auguriamo venga fatta degnamente dalla federazione giovanile o dal Partilo -; tuttavia il riferi1ncnto di alcuni scritti di singolare chjarczza, basteranno a determinare con assoluta precisione la posizione intellettuale cli Matteotti nel movimento socialista italiano. Matteotti e i Comunisti Il 18 aprile 1924, Matteotti ad una proposta comunista di sciopero generale per 20 Biblioteca Gino Bianco il 1• maggio, rispondeva con questa lettera: « Alla Direzione del Partito Comunista - Roma. « Riceviamo la vostra lettera contenente la solita proposta poligrafata per tutte le occasioni. L'esperienza delle altre volte e dell'ultima in particolare ci ha riconfermati nella convinzione che codeste vostre proposte, apparentemente formulate a scapo di fronte unico, sono in sostanza lan• ciate ad esclusivo scopo di polemica coi partiti socialisti e di nuove inutili dispute. Ciò può recare piacere e vantaggio a voi così come al Governo fascista, dominante con gli stessi metodi di dittatura e di violenzache voiauspicate.Ma non fa pia. cere nè a noi, nè alla classe lavoratrice, che subisce il danno delle vostre disquisizioni e dei vostri dissensi. « Chi ha moltiplicato e inasprito le ra• gioni di scissioni e di discordia nelle classi lavoratrici è inutile e ridicolo che si torni a cammuffare da unitario e da fronte unico. ,, Restiamo ognuno quello che siamo. Voi siete comunisti per la dittatura e per il metodo delle violenze delle minoranze; noi siamo socialisti e per il metodo democratico delle libere maggioranze. Non c'è quindi nulla di comune tra noi e voi. Voi stessi lo dite ogni giorno. Anzi ogni giorno ci accusate di tradimento contro il proletariato. Se siete quindi in buona fede, è malvagia da parte vostra la pro-

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