NON ESSERE VILI! (Discorso tenuto a Roma il 10 Giugno 1925 dall'on. Gonzales ai Deputati aventiniani) Onorevoli Colleghi, Compagni, L'esteriorità del rito qui oggi non conta: l'ultimo può parlare per il primo, il men degno per il più degno. Siamo qui per dire che un anno dopo dal giorno in cui (per nostra sventura e per incancellabile vergogna d'Italia) fu perpetrato il delitto esecrando Egli, il compagno di fede, il collega di lotta, il Martire nostro, è nei cuori più vivo che mai e noi siamo spiritualmente sempre guidati da Lui: capo eletto dal martirio, immortalato dai pugnali assassini in una Sua ora di giovinezza e di gloria. Noi invecchieremo, Egli no, noi morremo, Egli ha vinto la morte, noi ci dividere,no domani, ma nel Suo nome ci ritroveremo uniti sempre le quante volte saremo ancora chiamati a difendere il diritto e la libertà, cioè il bene a tulli comune, a tutti necessario: il patrimonio più vero della Patria. Nè alcuno si illuda: Egli è ben vivo non solo per noi (che se lo dimenticassimo saremmo indegni di essergli stati compagni) non solo per la folla innùmere dei lavo12 Biblioteca Gino Bianco ratori (ai quali particolarmente aveva dedicato la breve vita mortale così ardente di passione, cosi intensa di opere) ma anche Egli è vivo per tutti i cittadini, per tutti gli uomini umani, poichè per tutti Egli ha testimoniato col sacrificio. Resta, immagine presente, il ricordo dei funerali di Fratta Polesine quando in uno spontaneo, incontenibile slancio, pure nella proibizione, pure nel rischio personale, la sua gente accorse intorno alla bara e in un improvvisato rito, degno degli antichi eroi, l'innalzò tre volte nel sole. Non importa se il culto del Suo nome sia oggi chiuso in questi riti segreti, nella intimità delle case, nel silenzio degli italiani; chi impedisce che si manifesti, confessa che il culto è ben vasto e profondo e... pauroso. Egli da questa universa venerazione, dalla persecuzione della Sua memoria, ha la consacrazione più vera e più storica: che veramente sacro è soltanto quello che sia consacrato dall'amore delle moltitudini dei buoni e vituperato dai malvagi. E se dopo un anno dal Suo martirio la apoteosi non sia nella restaurata libertà d'Italia, nella libera ascesa dei lavoratori, nella restituita funzione parlamentare, nella sicura giustizia dei giudici, nella pace e
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