Gli israeliti italiani nella guerra 1915-1918

.. . . 295 . . • • SARAVALLE CESARE, DA PADOVA - Capitano medico addetto comando divisione. Ufficiale medico addetto per sua domanda all'esercito mobilitato, si distinse ognora per attività e coraggio nel servizio volontariamente assunto, sia durante combattimenti, sia presso reparti sanitari avanzati e presso truppe in trincea. All'indomani di un aspro combattimento, · si recò spontaneamente fin presso i reticolati nemici, con una squadra di portaferiti, e vi raccolse e trasse in salvo alcuni feriti gravi. Prestò opera molto attiva e proficua in lazzaretti per colerosi. Moriva in seguito a disgraziato accidente, il 16 giugno 1916. -Fronte Podgora, luglio 1915 - maggio 1916. 'SARFATTI CAv. GUALTIERO, DA FIRENZE- Maggiore reggimento artiglieria campagna. Comandante di un gruppo, con intelligenza, fermezza e ardimento in ogni circostanza, ottenne dalle proprie batterie brillante azione di fuoco, dando prove, con le sue quotidiane cor aggiose ricognizioni in zone fortemente battute dall'artiglieria e fucileria nemiche, di elevato sentimento del dovere. - Carso, I-2 novembre 1916. $ARFATTI ROBERTO, DA VENEZIA- Caporale 6° reggimento alpini. Rientrato dalla licenza e saputo che la propria compagnia era impegnata in un'azione, la raggiungeva nel più breve tempo mentre stava attaccando una forte posizione. Tra i primi a giungere sulla trin,cea avversaria, si gettav~ in un camminamento nemico e da solo riusciva a farvi trenta prigionieri e ad impadronirsi di una mitragliatrice. Per tutta l'azione dava mirabili prove di ardimento e di elette virtù militari, e lanciatosi poi nuovamente all'attacco contro una galleria, eve trovavansi dei nemici, colpito a morte, cadeva eroicamente sul campo. - Case Ruggi (Val Sasso), 28 gennaio 1918. SEGRE ARTURO, DA ToRINO - Sottotenente 1o reggin~ento artiglieria pesante campale. Con suo grave pericolo sotto il fuoco di artiglieria e mitragliatrici nemiche, coadiuvava efficacemente il proprio comandante di batteria nel ricupero di un pezzo smontato da un colpo avversario e rimasto nelle immediate vicinanze delle linee nemiche, concorrendo così al compimento di un'impresa alla quale per ben due volte si era già dovuto rinunciare. - Cà d'Anna, IJ dicembre I9IJ.

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