Adolfo Rossi - Alla guerra greco-turca (aprile-maggio 1897)

Tornando it~. Italia sangue, così che svenne più volte, Cipriani fu cancato sopra un carretto che gli produceva scosse dolorosissime e con questo venne traspo r tato verso Lamia. Solo a breve distanza da questo paese alcuni garibald ini mossi a pietà per il supplizio che egli soffriva, lo misero sopra una barella, e in quattro lo portarono all'ospedale della Croce Rossa Greca. Lo incontrai appunto nel pomeriggio del 18 maggio in quell'ultimo tratto di strada: la gamba destra gli si era gonfiata, e intorno al ginocchio una grande quantità di sangue nero era aggrumata. Non potei t rattenermi dal dirgli che non mi meravigliavo della ferita toccatagli, sapendo con quale spensieratezza si fosse esposto. - Rimasto solo sul campo di battaglia - mi raccontò - quando vidi avanzarsi la notte, riavutomi dagli svenimenti causatimi dall'emorragia, m' aspettavo di cadere in mano dei turchi. Ma pensando che mi avrebbero trovato senz' armi, non me ne preoccupavo molto. Lacerai qualche lettera che tenevo in tasca, e non serbai che alcuni bigliettf da visita con la scritta: A . Cipriani, correspondau/ de l' Ec!to de Pm-is. Cosi mi avrebbero creduto un semplice giornalista ferito casualmente mentre faceva il suo lavoro di reporlage.- Dato il carattere dell'uomo, è strana codesta precauziOne. C'era da aspettarsi anzi che, sorpreso dai turchi, si apparecchiasse a dire: lG

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