239 mmor danno possibile, s i espone con tutto il corpo come per offrirnc un bersaglio, tanto che qualche suo compagno ebbe a dire: - i\Ia non è la guerra che Cipr iani è venuto a cercare qui: è un suicidio! - Quando lo r itrovai a Domokò, pochi giovani e rano rimasti con lui: quattro o cinque. Il g iorno del combattimento, saputo che i volontari di i\fereu s'erano trovati impegnati sotto il paese, prima di aver po· tuto raggiungere Ricciotti, corse ad unirsi a loro. Ognuno suppor rà che avesse preso con sè un fucile o almeno un rc\·olver od una sciabola. Nulla di tutto questo. Amilcare Cipriani discese invece verso la trincea con un bastoncino in mano c con un binoccolo a tracolla . La trincea era fatta per mettersi al riparo, cd egli cominciò a passeggiarvi sopra come se fosse stato sui grandi boulevards, cd assistette alla battag lia incoraggiando con le parole, impartendo consigli e facendosi dare qualche pacco di cartucce dai soldati greci per distribuirle agli italiani che ne difettavano. Ecco l'uomo. Le palle turche fioccano: una gli spezza il bastone ed egli sorride c dice: - Come tirano questi dannati turchi! Un al t ro proiettile g li spezza il binoccolo cd egli torna a sorridere cd esclama : - Sono proprio invulnerabile!
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