Adolfo Rossi - Alla guerra greco-turca (aprile-maggio 1897)

TorttaJIIIo '" ltolio >37 dal fatto che egli conduceva una \'ita esemplare. C'ruadagnava poche lire al mese dando qualche lezione cl' italiano, e g li erano più che sufficienti per campare; astemio, si cibava una sola volta al giorno in una piccola trattoria popolare, che dava da desinare per t fr. 20, e spesso divideva il suo pranzo frugale con qualcheduno più po,·ero eli lui. Serio, sempre vestito di nero, in redingote, non manifestò i suoi istinti rivoluzionari che in un tentativo per fondare una Lega Latina per la pace e per le rivendicazioni sociali, la quale non riuscì che una breve accademia di rettorica. Insomma, noi finimmo per convincersi che egli e ra. un agitatore molto meno pericoloso di quanto il pubblico credeva, una specie di austero Don Chisciotte delle guerre e delle rivoluzioni contemporanee, sempre pronto ad andare a farsi ammazzare dovunque egli credesse che vi fosse un debole da difende re . E siccome per ingegnarsi a vivere egli cominciava a fare anche il giornalista, noi corrispondenti che prima lo guardavamo con diffidenza, avevamo finito col calcolarlo come un innocuo collega, nello stesso modo che a Milano i redattori della Perseveranza e del Corriere della sera non temono di trattare amichevolmente Gnocchi-Viani o Paolo Valera.

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