Unione generale dei lavoratori ebrei della Polonia - Il caso di Henryk Erlich e Victor Alter

fosse solo temporaneo. Una mera tregua prima del loro successivo arresto! Immediatamente dopo aver lasciato la cella sovietica, Erlich e Alter mandarono un cablogramma da Mosca a New York in cui dichiaravano: “stiamo proseguendo la lotta comune contro il Fascismo e per il Socialismo!”. In linea con questa affermazione, loro -in qualità di cittadini polacchi, col tramite dell’ambasciata polacca di Mosca- lanciarono un appello ai profughi ebrei di cittadinanza polacca stanziati nella Russia sovietica affinché si unissero all’esercito polacco che andava formandosi sul suolo sovietico col consenso del governo russo. Li chiamavano “alle armi” -a partecipare in armi alla lotta delle nazioni alleate per la libertà- “per liberare la Polonia il mondo intero dallo spettro della schiavitù dalle ‘camicie marroni’”. Rimasero liberi appena poche settimane. Nella mezzanotte tra il 3 e il 4 dicembre 1941 vennero convocati “per un breve colloquio” in un ufficio del Soviet per non fare mai più ritorno. Ora apprendiamo da fonti ufficiali sovietiche in America che erano stati condannati a morte e sarebbero stati giustiziati nel dicembre 1942. In segreto, in circostanze misteriose, senza il benché minimo controllo pubblico, o quantomeno la parvenza di tale controllo, e con l’assurda e vergognosa accusa che avrebbero -così pare- “invitato i soldati sovietici a mettere fine al bagno di sangue e a concludere una pace immediata con la Germania”. Notiamo: I leader laburisti più in vista di Stati Uniti e Inghilterra, uomini che rappresentano milioni di lavoratori sindacalizzati, hanno continuamente invitato alla liberazione di Erlich e Alter. Anche i rappresentanti dei movimenti clandestini europei, così come anche famosi intellettuali e noti dirigenti politici cui milioni di persone prestano ascolto, si sono uniti a questi appelli. Il governo polacco ha cercato di intercedere costantemente. Anche altre figure ufficiali nel campo delle nazioni alleate hanno svolto un costante lavorìo per il rilascio di Erlich e Alter. Tutti, inclusi perfino quegli inamovibili difensori di tutto ciò che fa l’Unione sovietica (che nei loro cuori occupa sempre un posto privilegiato), conoscevano bene e sanno ancora quale sia l’atteggiamento di Erlich e Alter nei confronti della lotta al nazismo, al fascismo e a tutta l’area dei paesi dell’Asse. Il fatto che la risposta a tutti questi appelli per liberare Erlich e Alter sia stato un crimine rappresenta una sfida all’opinione pubblica

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