Giovanni Marzetti - Elogio di Francesco Cassi il giorno delle sue rinnovate esequie

I'BAKCBSCO CASSI IL GIORNODELLESUE RINNOVATR ESEQUIE VIII I, UGLIO MDCCCXLVI LETTO DA GIOVANNI MARZETTI PESARO -~ DALLA T IPOGRAF IA DI ANNESIO NOBlLl ~ ~~~~~-----1-8-1-6_· ----~~~~ ~~~~~ A-;-·~ ~~~ •· / ' ' IJ " ·o ~~ • ~

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S ' . egli è pubblico, forte dovere di gratitudine il rendere tributo di lodi a chi rese beneficii ed onori alla sua terra natale; s' egli è utile e generoso intendirnento lo esaltare la virtù degli estinti ad escmpio ed a consolazione de' vivi; s'egli è conforto unico forse, e certa1nente assai grato, a qualunque abbia perduto il precettore onorando, l' a1nico affettuoso lo disfogare l'acerbezza del duolo con aperte parole di querirnonic c di pianto, d'onde

• prenderò forza ed ardire, o Signori, a secondare il cortese divisamento di que' benevoli che a tanto affettuoso, ma grave e nobilissi1no ufficio hanno degnato eleggere la insufficiente opera mia? E per vero nella dolcezza deH' ani 1110 loro essi posero n1cnte assai meno alla mia debole voce, che al forte an1ore onde fui stretto al cittaùino che tanto an1Ò tutti, e 1ne fin dalla n1ia fanciullezza di veraci consigli e di dotti insegnamenti paternamente sovvenne. l\1a in n1ezzo a tanti leggiadri e coltisssinli ingegni, di che la n1ia patria pur oggi si onora, con quale anin1o n1i farò io a ragionare sulle virtù dell' illustre defunto, a consegnare alla pubblica venerazione la sua memoria? Sl veran1ente, con quella fiducia che dalla cortesia vostra, o Signori, deriva; sì veramente, dall' alto splendore onde Y a bello per tutta Italia il nome di Francesco Cassi, egli è che io prendo Iena e coraggio a pubblicamente parlare di lui. No, non è l'estinto

che oggi raccomanda la sua fan1a all' eloquenza dell'oratore ; è l'umile oratore che prende qualità dalle virtù dell'estinto: qui non è d'uopo assottigliare la n1ente onde produrre in lieta mostra azioni lodevoli, ma incerte od ascose; qui basta la nuda istoria delle illustri ed aperte sue gesta, basta ridire de Jl e opere del forte suo ingegno. Or bene questo Te1npio medesiJno che è principal parte del nostro lVIunicipale edificio, e quest'aule qui attigue ricordano appieno corn' egJi le tante volte sedette pri1no fra i cittadini più gravi, e amorevohnente e dignitosamente rispose al pubblico voto; e le vie e le mura impresse con frequenti segni della calda solerzi a che lo animava; ed i suoi lari paterni, albergo Inai sempre di onorevo1i ospiti; e Je sue stanze più adorne, già tante ·volte fatte nobile arringo a belle prove d'ingegno; e l' inclito verso del carme civile, non perituro a volger di secoli; e la fan1a solenne, cui l' alpe e il n1are son troppo

angusti confini , ecco, o Signor .i, il ' 'ero 1 saldissimo elogio del conte Francesco Cassi, al quale n è io potrei, n è forse altro qualsiasi favellatore potrebbe aggiungere o togliere alcuna parte di gloria. Così nulla fi.. dando in me, tutto nel valore dell'argomento, e nella benignità di chi ascolta, io n1i avventurerò a tesser parole di riconoscenza e di encomio verso coln i, la cui onorata e tenera ricordanza qui n1eco in questo augusto Tempio, o cittadiui, vi aduna. E benchè io mi creùa non potersi operare nelle li~er~-~!!L-alcun grave lavoro d' ingègno ~enza ch' esso si aiuti con le forze del cuore, n è dal cuore potersi condurre acl atto alcun sno desiderio senza il voler deila n1cnte, pure a svolgere con qualche guisa di ordine il largo n1io tema, toc· cherò prin1a delle facoltà intellettuali del Cassi, e de1le opere che principalmente da esse si derivarono; cd in secondo luogo farò ricordo delle più distinte qna lità del cuor suo. E giunto a quel segno, ben fia

che più facile e caro a me torni l' adeJnpimento di questo n1io ufficio ; chè egli diverrà ufficio 1neno di pensieri e di parole, che di pietà e di con1pianto. Tutti abbiamo perduto l'amico più gentile e più arnorevole che n1ai fosse; e come ciascuno di voi serba scolpite nella n1ente o negl i occhi le dolenti se1nbianze del canuto e barcolante vegliardo , e il tacito , coraggioso, ma grave c lungo soffrire dell'estrema sua vita, certo la mesta n1ia voce <;>tterrà un eco nel vostro petto, o cor.:. tesi; e in 1nezzo a tanto solenne suffragio di gratitudine la frale sua spoglia quieterà nel sepolcro benedetta con1pianta da tutti, finchè dureranno in onore le virtù dell'ingegno, Ja generosità degli affettj. Una ridente consolazione, anzi una cara letizia è la tnen1oria della giovane ,~ ita di Francesco Cassi. Non può ritrarsi il pensiero a riguardare ai prim.i lan1pi del suo n_obile ingegno, alle prirne prove della poe-

ti ca sua facoltà , senza rivestirsi a Jmmagini vaghe e soavi. Or dunque, o Signori, la nostra mente s'innalzi con l' arcana sua forza al disopra del duolo e della pompa funerea che ne circonda , e per brevi istanti quasi obJiando una deplorabile morte, si faccia a conten1plare una vita che presto divenne illustre, operosa , benefica. Questa vita si apriva nel dì quarto di giugno correndo l'anno 1 778 , e gli autori di lei Annibale conte Cassi, e Vittoria de' Marchesi Mosca ne infioravano la culla con lo splendore delle virtù proprie, e di quelle degli avi, ben ricchi non solo di fortune e di titoli, ma di sapienza e di virtù cittadine. Non si ha molto a dire de' primi studii che informarono quella giovane n1ente: un pio sacerdote, per nome Zanchini, gittovvi i prirni semi di pietà e di dottrina. Ma intanto rumoreggiarono sanguinose armi nel regno di Francia , ed un altro sacerdote, emigrato da quel regno, successe allo Zan-

chini nella istruzione del tenero alunno. A breve andare di te1npo quelle anni riversaronsi sulla innocente Italia, lavaronsi del cittadino lor sangue nel sangue nostro, altre armi straniere scesero a volgere in campi di stragi questi colli già lieti ed ubertosi, gli animi si con1mossero, i pacifici studii furono rotti o conturbati dovunque. Era uscito allora di sua adolescenza il conte Francesco Cassi. e fervido J della incipiente sua gioventù, con poco di arte, ma con vivissimo ìmn1aginare, con alto e delicato sentire rapidamente apparve scrittore di lodate rime e di prose, mirabi1e a se stesso non meno che ad altri. Ma in tanta effervescenza di moti pubbJici, in tanto rigoglio di sua gioventù egli di è tosto infallibili segni dell'uomo che sarebbe riuscito ad anni maturi. Valore nelle forme del favellare, moderazione in ogni giudizio, rispetto alla Religione, ed a suoi Ministri, zelo per le azioni gentili e generose, furono i carat-

teri certi, di che fin d'allora andarono impresse le pagine sue. Succedevano tempi n1eno agitati, e negli anni pri1ni del Pontificato dell' inunortale Pio VII, egli diè opera a tutti quegli onorevoli studii, onde poi crebbe in tanta fama ed onore. Sì che, cadute queste provincie sotto la don1inazione del grande Guerriero, con i1nperiale regio decreto Giulio Perticari, Antaldo Antaldi, e Francesco Cassi venivano chiamati all'alto onore di 1nembri del Collegio elettorale nella Sezione dei dotti: degna elezione da gloriarsene in vero la patria nostra, e non so se più gli eletti o l'Elettore. E da quest' epoca veramente può dirsi che traesse principio la vita illustre del Cassi. Fu allora che ad esso fiducialmente si aperse quella nobile arena di studii profondi e securi, la casa del Perticari. Convenivano ivi ogni guisa di dotti; e l\1agistrati gravissin1i; e uomini sperti ed usati ad ogni un1ana vicissitudine. Nè la natura aveva

negato al Cassi chiaro intelletto, JJè all'inteJJetto di lui n1ancava allora la forte persuasione deil'escn1pio, cl1è la vita di Giulio era esempio assiduo c solenne da innamorare, non che eccitare, a classici sturl.ii. lvi l'alto volurne nel cui amore l' anin1a tutta del divino Alighieri si accese, e dell' Aligb ie ri stesso i l sacro eterno volmne, furono le prin1e sapienze in che a fondo s' in11nersero que' due fidi, congiunti di parentela e di ~nnore. Lungo e profondo meditare, e consultare comenti, e svolgere Palta, recondita f1losofLa che ad ogni somn1o lavoro è principio, aniina, e fine, e infian1n1arsi la 1nentc ed il cuore alla venusta g ravità deH' Italo stile, e fin d'allora concepire il generoso pensiero di rivendicare il pnro scrrnone de' padri nostri, unico retaggio uuiversale ad un popolo unico, e purgarlo c difenderlo dalla invasione delle Galliche voci, e insicn1c co' segni conservar nostre le idee, questi furono gli studi i, gl' intendiinenti, cui fin d'allora si volsero <Jl! C' Ya lorosi cngm1.

Ma le naturali facoltà dello intelletto del Cassi erano meno severe, e direi quasi meno dialettiche di quelle del Perticari: forse però avvautaggiavansi esse nella freschezza dello immaginare , nell' armonizzare rapidamente ad ogni tenore i ritmi poetici, nel foggiare con libera maestria i tanti colori onde la divina arte acquista vaghezza, evidenza e valore. Quindi il dettare precetti, il sentenziare grave e sapiente , e insieme il donare l'Italia con nobile prova di rista urato eloquio oratorio fu cosa tutta di Giulio: l' arricchirla con nuovo esempio poetico di alto stile veracen1ente nostro, fu impresa fin d'allora al Cassi assegnata; impresa cui dette quasi interamente sè stesso. Trattavasi di ristorare il serrnone italiano nel patrimonio poetico, come Giulio avea preso a fare nella ragione oratori a: non già di creare un nuovo poema. Nella patria di Dante, dell'Ariosto, del Tasso con quale animo avventurarsi ad opera sì pau-

rosa e sublime? Quindi il Cassi con ottimo accorgimento si elesse a traduttore di un poema nostrale dettato in quel venerando sennone de' padri nostri, d' onde per tante varie fortune a noi venne l'italiano linguaggio. Ma non appena iniziavasi il Cassi al concetto lavoro, altra amorevole, e forse autorevole voce, ad altro utilissin1o e non men grave scopo il rivolse. Era la voce di quell'illustre suo zio, n1archese Francesco :Mosca, che daJla Prefettura di Bologna alzatosi al grado di Direttore Generale della politica ispezione nella regale Milano, destinava il nepote a percorrere dignitosa carriera nelle civili Magistrature. Sicchè quel saggio Ministro, perchè non tutto inesperto entrasse il Cassi nel diffìcile arringo, volle si esercitasse praticamente in questi nostri ufficii Governativi, no1ninandolo a Segretario della VicePrefettura. Oh in vero allora propizia, invidiabile condizione del nostro France-

sco! Già marito a leggiadra geutile Signora, già paùre an1antissirno dell'Elena sua, allato al suo Giulio addottrinavasi in que' nobili studi i, che più onorano l' uoIno e la patria, e ad un t en1po medesimo sotto gli auspicii del Mosca avvaloravasi a più speditan1ente giovare i suoi simili. Nè a lla duplice meta ei falliva, chè tosto il vedrerno letterato e scrittore di bellissima fama italiana, lVIagistrato solerte, t1111anissimo, caldo del pubblico decoro, soccorritore dell'indigenza. Ma perchè il largo telna ne incalza, io toccherò sol di leggieri, co1ne negli anni seguenti egli crescesse in dottrina pellungo versarsi in eruditi colloquii co' più fiorenti ingegni, che in quel tempo fregiavano di onorevole fan1a il nome italiano. Il Monti era sovente nelle case del Perticari; c dove erano il Monti eri il Perticari spesso accorrevano a consorzio di studi i il Costa, il Tmnbroni, il Biondi, il Borghesi, ed altri son1mi; e il Cassi

a tutti loro era canss1mo, c da tutti quei vivi fonti attingeva la purezza e la forza di un nuovo stile sublim.e. Era qui la potente scuola del circolo, erano a1lora que' tempi avventurati pe' quali, a parlare le alte parole del Ferri . . . . . . . . 1' umile l sauro Vien regal fiume, e mena onda più lieta ,, . Nè contento a ciò il Cassi recavasi a Ron1a, a Milano, e in altre parti d'Italia a conosc~rc uomini e cose, usi c governi. E a paro col crescere della sua dottrina uscivano dalla sua Inente lodate prove poetiche, aumentandosi ogni giorno a grado più alto la fan1a sua. Con enfatica e forte rinla egli avea già chiatuato la pubblica indignazione sul barbaro giuoco - La caccia de' Tori -; con lodatissirno Inno sagrificato aveva pur esso agli - Id<lii Consenti -, allorchè il suo Giulio con Italiano congaudio si era impaln1ato alla figlia di chi allora era Principe degli Italiani Poeti. Finahnente aveva udito levarsi per tutta

Italia un plauso solenne all' escire in luce del primo saggio del suo Lucano. E fu tale quel plauso da mettere in forse se fosse suonato maggiore il pianto italiano per la già seguita morte del Perticari, o P italo gaudio per l' alto poema guadagnato alla nostra favella. E quantunque per ordine di tempo dovessi prima discorrere dell'intera Farsaglia, e quindi di altre successive sue opere, io pure preferirò di procedere dal nlinore al maggiore; e dirò qui alcuna cosa degl'Inni sacri a' quali in tarda età dette opera il Cassi, cedendo al biografo il dovere ed il pregio di annoverare esattamente e con giusto ordine cronologico le tante altre con1posizioni in prosa, ed in verso che usciron di lui, e n1eritan1ente gli ottennero il pubblico encomio. Quest'Inni sacri tengono di quel genere di poesia OnJerica tanto illustrato da un altro nostro cittadino, e che secondo il suo avviso sta in mezzo, fra il Lirico

e l'Epico prendendo qualità da ambedue. Lo stile del Cassi ne sembra però se m pre forte, maestoso, efiicace; forse più proprio dell'Epica che della Lirica. E torna a be1la lode del Cassi il rarnmentare siccome la scelta degli argomenti spira palesemente la carità del patrio suo nido. Egli canta le lodi di que' divi spiriti, che su nel cielo hanno in parzial cura e difesa questa nostra terra n atale, e bellamente coglie il destro di n1ettere in onore di lodi Je nostre più pregievoli arti c i più lodati costumi. Che se a n1e non fosse superbo lo esporre alcun ri1nesso giudizio sul pregio di t ali suoi componimenti , direi che nel ritrarre i n essi gli usi e le scene can1pestri e cittadinesche, egli riesce sovrano pittore, sì che io 1ni affido che le sue descrizioni abbiano me~ rito di passare ad esempio. Ma jj principale intendin1ento del Cassi fu sempre nel suo Lucano; e non però è a maravigliarsi se fra il primo saggio usci- *

tonc iuluce c il co1npiLnento di tutta intera quella versione assai ]ungo ternpo si frapponesse. l lnperocchè le tante civili vicissituuiui; il suo viviss imo zelo nei pubblici incarichi da Lui assunti entro cd auche fnori di questa patria; l' in1n1atura, lacrimatissin1a fine di Giulio, nelle sue stesse case, fra le sue braccia stesse accaduta; lo sco1npagnarsi da lui , pure per morte ùnmatura, la sua bene aJll ata consorte ; il con1piacersi egli nel co1npiacere altrui per ogni richiesta di versi in 1ni lle svariate occasioni ( sendochè particolare qualità dello ingegno suo ella era il saper vestire di forn1e poetiche qualsiasi argoD1ento più prosaico o più u n1i le ) ; tutte queste discorse cagioni indubitatamente dovevano ritardare il cornpimento di quel suo grave lavoro. Ma all a perfine il poen1a Farsalico uscì tutto intero in regal veste italiana, e un nuovo stile di libero verso eroican1ente si parve. E qui io rrti tengo al silenzio, o Signori ,

chè la mia voce sarebbe orgogliosa osando meschiarsi a quella di tanti autorevoli uomini, che decretarono allora l'immortalità al verso del Cassi. Monti lo avea giudicato con alta lode fino da' prin1i saggi venubgli innanzi, e Pietro Odescalchi quindi avvisava , che il gitlllizio del maggior de' poeti che a quell'età onorasse il senno italiano , doveva bastare per ogni guisa di elogio. Il Biondi diceva essere quella versione bella, anzi perfetta : il I\fontalti prediceva un nome imn1ortale a quel traduttore: Delfico gr idava aurei, sublin1i i versi del Cassi. E se pur taluno, non avvertendo che l'italiano poeta n1irato aveva a far rivivere con maggiore venustà nel n1oderno linguaggio quell'alto poen1a latino piuttosto che a servilmcnte tradarlo, lo accusò di soverchia licenza nello allontanarsi talvolta dal testo, e perfino vi fu chi presunse voltare Lucano a verso per verso, le fioche parole di questi n1al consigliati si spensero tosto per l' autor~- l

Yole grido de' som1ni che da ogni parte levassi a salutare con festa quella nuovissiJna meraviglia di stile. E intanto dall' Ostro romano per la venerata voce di uno Zurla, di un CappeIlari, quindi Pontefice lVIassin1o, di un Opizzoni, e di n1olti altri insi gnì largamente venia tributo di onori alla vjrtù del nostro poeta: ed insien1e quel mandar doni ed elogi di altri principi della Peni sola e del Re de' Francesi ad esaltare e premi are il forte verso, che ripingeva al pensiero gl i orrori del Marte Civile, e la virtù di un Catone: e finalrnente quel cornmoversi di oltre ben venti delle più illustri accademie dall'Alpe all' estre1na Messina , onde fregiarsi col nmne del nuovo poeta Farsalico, furono le corone impassibili che cinser le ten1pia al vostro cittadino ancor vivo, e delle quali io, vostra mercede, o Signori, oggi n1i onoro J' inceronarne la to1nba. A tanto monu1nento di lode, a tanto splendore tli fama, che su noi tutti dal

chiaro estinto si spande, deh sollevate gli occhi e la mente, o giovanetti: n1irate, intendete qual patrimonio di gloria, quale eredità ben più nobile e ricca che d'oro c di gem1ne a voi si tran1111anda dai Padri vostri, eh è non solo è quì nome fa tnoso il nmne del Cassi, n1 a folta è la sch iera de' chiari ingegni, che a questa terra meritarono titolo di civile e di dotta. Ahi, le sventure, la n1orte a mano a n1ano pet·- cuotono, abbattono i nostri 1n igliori, e fra non molto tra queste n1ura sol riinarrete voi, o giovane tti, a reintegrare la nobile pianta di quella virtù, contro la quale non valgono nè forza di tempo , nè furor di fortuna. Ma perchè il valor della mente non torna di utile pieno alla un1ana famiglia se il cuore non spira beneficenza ed amore, deh gr adite ancora, o cortesi ascoltanti, che io faccia parole del cuore del Cassi, sì che all'imitazione altrui tutto intero io presenti l' esernpio del cittadino preclaro.

Se il cuore del Cassi verace1nente abbracciò tutti nell'a~nor suo, siccon1e chiaro si parrà da quanto di Jui qui a ricordarv i m'accingo, non è a dirsi di qua]e amore egli prediligesse gli amici più intimi, i suoi più stretti congiunti , e sopratutti l' Elena sua. N è venga inopportuno, o Signori, che io prima ricordi alcun saggio di sue private virtù. È appunto tra il silenzio delle segrete lor case che gli uomini irnpune1nente d isfogan sui deboli l'indole loro; i vi non il pubblico biasimo infrena; non la pubbljca lode lusinga; ivi l' uon1o si pare come natura lo ha fatto. Dirò dunque del padre, e della sua fanciulletta. Ritraeva fidatan1ente quella gentile tutta l'amenità e la dolcezza ùe' paterni costun1i: quasi avresti detto che un cuor solo battesse entro a due petti. Volava fe lice quel t ernpo di sanlissin1a pace don1estica, cresceva la fanciuHetta, crescevan gli affett i. Oh santo amore paterno, cotne t' innalzi

puro e sublime sopra ogui un1ana bassezza! te non offende alcun gelato livore, e prendendo qualità dal perfetto an1ore superno, godi e 1naggiorn1cnte divampi nelle letizie dell'an1ata persona. Amore adunque rendea sollecito il padre a felicitare la figlia di beato connubio, e la rara bontà dell' ani1no congiunta ad altri singolarissin1i pregi valse al conte :Michele Selliavini di ollcuere PElena in n1oglie, e il padre di lei a padre suo, a fratello, ad an1ico. Nia H cuore del Cassi voleva aggiungere affetti nel cuor della figlia, non loglierne, o sccm.arne veruno. E perciò in una sola fanliglia egli con1pose tutti quc' cari, c con alta larghezza di anin10 donava g li sposi di quasi ogni suo avere, dicendo loro - Io tli uni ia n1i privo, se tutt i i n1iei diritti 1nantengo sopra il cuor vostro - . l\1a se la poteutc ragion d i natura faceva che il Cassi a1nasse supremau1ente Ja figlia sua, egli pur scntivasi padre ed ~unico in parzial gu1sa a tutti que' gio-

vanetti, che ben disposti d'ingegno promettevano lodevolmente di loro. Non è dolcezza di stile che basti a far risentire pur d' alcun poco la soavi~à della incoraggiante sua voce, il suo fiorito dar lode ad ogni più piccolo pregio in altrui, onde invaghire i giovani cuori a ben meritare la lode. La prova gentile e amorevole fu coronata di ottimi effetti; chè forse i non1i di un Ferri, de' Man1iani, di un TorriceBi, e di altri sapienti non tanto onorerebbero oggi l'Italiana coltura , se nelle case del Perti cari e del Cassi que' valorosi ingegni ben per tempo non si fossero innan1orati all'onore degli stuclii. Ed un' altra più vasta condizion di persone era pure in particolar n1odo nell' an1ore di lui - i poveri tutti -: ed una umanissima istoria qui ne soccorre a indubitabìle prova. Appressavasi la stag,ione invernale delp anno 18 29 ; quella stagione direi quasi ignota ai ricchi, n1a tanto rJgorosa e

crudele a chi n1iseramente è scarso di tetto, di vesti , di nutrimento ; a quel padre che vede rabbrividire, intirizzire t ra la pioggia ed il gelo ]e nude n1embra de' suoi figliuoletti, n è ha altro fuoco per riscaldarli che il calor del suo seno, non altro che uno strato di paglia per riposarli . E ben con aspetto più desolante del solito quella cruda stagione affacciavasi a' poveri nel detto anno : chè gli estivi soli poche messi avean maturate, e per non so quali altri casi, generalmente scarseggiavasi il pane. Il Cassi reggeva allora il nostro cittadino Consesso; e nel benigno suo cuore e nella sua provvida n1ente maturava il disegno non solo di provvedere alla ignuda indigenza , ma sibbene di usare la pubblica calamità ad utile pubblico. Ed ebbe propizia ]a sorte: chè di eguali un1anissin1i sentirnenti accendevasi l' ani1no de1l'Apostolico Reggitore della nostra provincia, di quel Capelletti, al quale l'avere qui tolto all'orrore dell e catene e **

di ogni più riLuttante ilnmondizia i mJseri, che hanno perduto il lun1e della ragione, valse una tal gloria, un tal prenlio inunortale che, no] potendosi ricevere in terra, certmnente non gli sarà fallito nel cielo. Il Cassi adunque sollecitan1ente racc01nanda' 'a al benigno Preside la pubblica indigenza: si aiutassero i poveri con l' offerir loro perenni Javori, e quindi perenne guadagno; lavori cui fossero abili indistintan1ente tutti quelli che han braccia: sterrare, sustruire, piantar alberj: nè nascerebbe l' arn en it à di on1brosi passeggi, allietati di svariatissin1e viste siccome distesi su i terra pieni dell'urbano recinto: la 1niseria darebbe frutto a spese del vinto ozio; se ne vantaggiarebbero i morali costumi: si avrebbero con1odità e decoro. Arrideva l'umanissimo Preside alJa fervida cura del Padre de' cittadini, ed il Cassi in questo Municipale Consiglio con bellissimo porgere di eloquente orazione vinceva i l generoso par-

tito: già ferveva l'opera pubblica ; della grave scarsezza non altro più doleva che iJ nome; ed i nomi del Preside e del 1\fagistrato Pesarese suonarono in voce di benedizione e di an1ore. 1\fa come in breve ragionan1ento ridire di tutte le onorate e pietose cure di lui, che qui oggi da noi sì larga1nente si onora di pianto? Dove appena io esca col pensiero da questo sacro Delubro m'incontro nell'aula conservatrice de' patti solennemente segnati fra i cittadini; e al disopra del sacro deposito a chiare lettere io legg·o -- Francesco Cassi Restitutore - Ove io mi volga a Pii Istituti ,_ veggo in cento note descritto - Francesco Cassi Reggente - E dove pur fuori all'aperta campagna io mi tragga , e i colli rammentanmi - Francesco Cassi Istitutore dell'Agraria Accade1nia; di questa Accademia la quale se ancora scarseggia di frutto, va sempre pur lieta di bellissin1o onore e di larghe speranze: e dove dai campi

Hl questo Te1npio io ritorni, e non legg,o 10 nelle vostre pietose sembianze, o Signori, come per la morte del vostro citta.dino da voi tutti si piange un pubblico danno, non veggo nella vostra mestizia il più sincero monumento di riconoscenza e di affetto? Oh sì dolorate, piangete sul caro defunto; chè se fortuna ne' suoi più verd' anni beatamente gli arrise, la più intensa sciagura lo attese, lo colse al pendìo de1la vita sì fattamente, che in quella declinante stagione dell'uomo, ove ogni padre si racconsola nelle speranze e nelle cure de'figli, egli miserissimo Padre l'unica figlia per immatura morte perdette. N è vorrei, nè l'animo mi reggerebbe a ricondurvi, o Signori, sulla grave pietà del dolentissimo caso: ricorderò solo che il Cassi sostenne quella immensa sciagura con dignitoso dolore , con altezza di animo. Gittò poche lacrime~ si rafforzò di cristiana ragione, ma il cuore gli sanguinò per molti e molti anni, e fin da

quel tempo non poca parte del padre insiero con la figlia dentro al sepoJero discese. Romito, silenzioso, abbandonato di ogni lieta speranza, tra il folto de' suoi Orti Giulii il nostro Poeta si strinse, e s'egli pur ivi talvolta ritentò ]a sua cetra, ahi quella cetra più non rispose che pianto. E fu veramente un suono di sospiri, una dolcissima armonia di dolore quel tenero Carme, ond' egli pianse e descrisse l'. acerbo soffrire di quella sua diletta nipote, che rammentavagli il nome e le virtù della sua genitrice; Carme, che ove altro non fosse a testimoniare la eccellente sensività del cuore del Cassi , varrebbe sol' esso a indubitabile fede. Così egli trasse non pochi altri anni solingamente la grave sua vjta; e molto rammentando e assai desiando chi non poteva tornare mai più, vedea maturarsi nel suo doloroso ritiro gli estremi casi del viver suo. Fra breve tempo a lui fu forza sentire co1ne egli era succeduto . ad una fu-

nesta eredità di fa1niglia, a quelle frequenti paralisi che gli avean tolta la sua genitrice. Chi può ricordarlo senza rompere ]n pianto, assalito sovente e prostrato da que' fieri tren1ori che dentro alla gola gli serravano Jo stridente respiro; e sotto a forti battimenti di cuore chi può affigurarselo strette le pugna, divincolarsi ...... Oh tiria1no un velo sulla scena ferale. Ahi lo infelice ch'egli era! Non discendeva, egli precipitava verso ]a tomba. Ma in lui, quasi tornato pei gravi suoi mali alla sen1plicità della sua puerizia, più schietto brillava , e direi quasi rifioriva quel puro candore di ani In o, quel finissimo senso di gentilezza, che dentro all' alvo materno s'eran concetti con esso. A chi gli si faceva dinanzi egli prontissimo stendeva la destra, e - poco vedo, egli diceva, una foltissin1a nebbia mi confonde gli oggetti, ah ma pure ti ravviso : oh amico mio, tu stai bene? Oh

quanto ne godo - . E ad altri che il nchiedesse di sua salute, quale altra risposta fu mai da lui proferita se non che - mi vo difendendo, non soffro acerbità di dolori, e posso rimanerm i contento; è vero, ho perduto in gran parte l'udito , ma di ciò poco mi cale; anche la 1nente non 1n i sovviene di 1nolto, n1a sono stato sempre così scarso di dottrina, che è poca perdita il non ran111tentare più nulla -. Perdonate, o Signori, se con sen1plici, ma fide parole io qui vi ho ricordato l' uon1o sofferente: e per vero egli era divenuto quasi privo di udito, deboJissin1o della memoria, cieco affatto allo scrivere , a] leggere, a ogni altro grato uso degli occhi, tren1oJante in tutta la persona, afflitto nel cuore, battuto sovente da improvvisi colpi sul letto di n1orte. Oh forza genble e sublin1e di un animo trionfatore di tanta calan1ità, oh coscienza secura in te stessa, e più in Colui che fisso in Croce più largan1cnte

gl' infelici raccoglie fra le sue braccia! Giunse il dì della morte, e questa sì terribile a tanti, non ebbe altra potenza sul nostro cittadino che di cessarne gli affanni. Egli più non è sulla terra! Affaccian1oci al sepolcro, o S.ignori, chè per questa via paventosa l'anima s'innalza piii eccelsaInente alla contemplazione di un eterno avvenire. L' uon1o che adempì sempre ai sacri ordinamenti della Chiesa di Cristo, l'uomo che atnò gli altri più di sè stesso, ma che pure sentì le imperfezioni dell'umana natura, quest' uorr1o è giunto lassù, al tremendo cospetto del Giudice Supren1o. Affigurian1olo al nostro pensiero, facciamoci presenti a quel novissimo istante. Quale sentenza verrà proferita? Che fir di lui? Quam bonus Israel Deus his, qui recto sunt corde (a). Oh sì, questo santissimo documento della misericordia Divina ci racconsoli, ci afforzi (a) David. Sal. ? 2.

in tanta solenne trepidazione. Oh sì, Fran. cesco Cassi fu umano e giusto di cuore, molto seppe, a n1olti giovò, non nocque a nessuno, cadde in isvcntura, pazientemente la lunga pena sostenne ...... Oh ci ttadini, mutate il pianto in letizia ........ Dio guardò al grave patire della sua creatura, Dio l'ha raccolta sotto le in1n1ense ali del suo perdono. " ' o' i

I. FRANCESCO CASSI FORTE n' Il\GEGr\0 GEl\EROSO DI A~ll\10 TRASLATAì\DO COl\ ALTJSSll\10 VEBSO IL POEMA l' 'AUSALICO Al\Ii\1AESTRAYA l'TALI.\ PER ESEMPI DI A~TI CHE S\'E~Tt.;RF. E GAREGGIAVA COI SOI\!l\11 A RESTA UUAIU.: LA GJ-OHIA DEL P .\TH IO IDIOJ\IA ì\ACQUE U lV Gl"LG·l\0 1\lDCCLX::\. \ lU 1\'IOlll LI V CI~G~O l\1DCCCXI.Yl Il. O i\ ORATE O PI~SARESI U : CE~ ERI DEI- VOSTRO POETA Ql:EL CARO VOLTO Sl::i\1PRE COMPOSTO A :CEl\lG;\ lT.\' A G I<: l\TrT; F.zZA ATll PI~' i\OL VEDRETE M "TE SO;\ FATTE LE SOAVI AR l\10:\TE DI SuA f.ET HA l\'IA LE OPEJU: DI ClVILTA' mm' EGLI OR l'iO' LA. TEHRA ~ATA u : l\IA I CAR'\11 Dl\"lì\1 OVF. 1)I ESSA ~~~~ ;\ V>DV. l\1Al TACQ1 1•: VI RICORDEHAl'ii'iO OGl\ORA L' OTTil\10 Cl TTADil\0

IIL IL PASSEGGIERO VISITERA' DEVOTO I LUOGHI DI PERENNE VERDURA CHE FRANCESCO CASSI FECE SAClU A GIULIO PERTICARI l'\È PIU' TROVERA' L'UOMO ONORANDO E OSPITA.LE DEH FRA QUELLE PIA l'\ TE CH' EGLI CO~ AMOROSO STuDIO EDVCAVA SORGA lJl'\ MARMO CHE RICORDI L"E SUE CARE SEMBIANZE lV. DIVI * CHE VEGLIATE CUSTODI DI QUESTO TEMPIO VALGAI'\0 A FRANCESCO CASSI L' ETERì\A PACE 1'\EI, CIELO GL' 1~1\I PIETOSI ONDE CELEBRO' VOSTRE LA.UDI E IL 1'\0:lli AVERLA MAI TURBATA A' FRATELLI QUI IN TERRA • Il con le Francesco Cassi scrisse gl' Inni per S. Ubaldo, <la cui s' intilol~ la Chiesa Municipale , S. Terenzio, S. Muslioln, R. Sere finn 1 B. Fe· lice , B. l\lichelina, le cui effigie sono iYi in <levozione.

V. DIO DELLE MISERICORDIE A TE SUPPLICHIAMO CHE L' Al'illVIO CA1'\DIDO E A TUTTI BENEVOC.-I.lEl'iT~ LA VIRTU' PROVATA !\ELLE AVVERSITA' LA VITA DEI, PATRIZIO r\ON OZIATA ACQUISTI PERDOl'iO ALL' Ul\'IA!\A FRALEZZA

P isau ri d ie 3 J ul ii 18/16. lrnprimatur. Fr. Phil. 13er lolotti O rc i. p, .,.,,). S Tlotol. l\1ag. I n q. G en, S. Off P is. Pisau ri !1 Julii t ii!1G. I mprimatur. Pro l ll us lri ssimo e l RP\o'rt' tHiissimo Ep. Francisco e:t l\larcltioni hus Can:.li Franciscus Canoni cus 1\l arthionn i.

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