t Nella discussione del llilanc10 di prima previsione del Ministero della Guerra per l'anno 1880 DISCORSI DEL !DEPUTATO SANI PRONUNZIATI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI NELLR tornate delli 10 o 17 aprile 1880 -..... • • ROMA • TIPOGRAFIA EREDI BOTTA 1880
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l • Nella discussione del Bilancio dì prima previsione del ~linistero dell;t Guerra per l'anno 1880 DISCORSI DEL DEPUTATO SANI ' PRONUNZIAT I ALLA CAMERA DEI DEPUTATI NELLE tornate delli l Oe 17 aprile 1880 ROMA TIPOGRA~,IA EREDI BOTTA 1880 t •
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SIGNORI! Signori, voi non ignorate che quest'attuo, come l'anno passato, come gli anni precedenti, si agitarono in seno alla Commissione geijerale àel bi- / lancio alcune importanti questioni relative ai nostri ordinamenti militari; e tra queste, qtrella importantissima di determinare il tempo durante il quale debba rimaner sotto le armi il primo contingente di leva; questione, lo ripeto, importantissima per più ragioni tutte gravi, le quali si rannodano alla potenza numerica ed alla solida costituzione del nostro esercito, alle condizioni finanziarie, a rispetti economici e sociali. Un ordine·del giorno, da me proposto e dalla maggioranza della· Commissione generale del bilancio accettato, compendiò il risultato di quella disputa, e quell'ordine del giorno è ora sottoposto alla vostra approvazione. Concedetemi adunque alcuni istanti di benevola 2- Sani. . .
4 .attenzione ond~ -io possa -espor-vi i criteri che servirono a me di guida nel proporre quella mozione, ulla Commissione generale del bilancio nell'accet... tarla, e quindi le ragioni che lo raccomandano alla vostra approvazione. Porrò ogni mio studio per essere conciso, prlrna. di tutto perch~ sopra questo argomento tanto fu detto e tanto fu scritto che oramai poco o nulla di nuovo si potrebbe aggiungere; in seaondo luogo perchè stanno schierati dall'una e dall'altra parte sì animotii campioni, che in verità io mi considero come una modesta avanguardia, dirò meglio, come una sentinella avanzata il cui ufficio non è quello di combattere, ma di dare l'allarme ai combattenti. Questa della durata della ferma è una questione che si agita da lungo tempo, diciamolo francamente, da troppo lungo tempo; e tutti, nou v'ha dubbio, non solo in questo recinto, ma anche fuori di qui, siamo del medesimo avvi~o. _Anzi vado più in là e , dico, che è ·ormq.i generale il rimpianto per questo continuo riaccendersi delle questioni relative ai nostri ordinamenti militari. L'anno sèorso, allorquando discutevasi il bilancio preventivo, questa ed altre questioni furono ampianlente trattate, e nulla si risolse. Altrettanto si fece nella discussione del bilancio definitivo del 1878 · , altret tanto nell'anno 1877 e precedenti rimontando fino al 187 4, epoca nella quale troviamo la relazione dell'onorevole Farini a nopte della Giunta -incaricata di esaminare il progetto di legge sul reclutamento del 22 novembre 1872. Questo lavoro che io giudico altamente pregevole sia. per la . elevatezza delle idee, sia per l'eleganza
5 della forma, sia perchè riassumeva quanto erasi fatto e discusso in precedenza·dalla fine del 1866 fino alla legge del 19 luglio 1871 e posteriori modificaz!oni 6 febbraio e 28 aprile 1872 e 23 giugno 1873, ~on ebbe per le troppo frequenti vicissitudini parlamentari l'onore della discussione. E fu mala fortuna; perocchè se quel disegno di legge fosse stato, anche con opportune modificazioni, approvato, tutte le questioni relativ~ alla ferma, ed a:l reclutamento avrebbero avuto la migliore delle soluzioni possibili, vale a dire di pieno accordo col Ministero e quindi colla maggio"ranza che in allora lo sorregg~va, e colla prevalenza delle idee di quel partito che allora era opposizione, ed oggi è Governo. . Di manierachè si sarebbe raggiunto quell'ideale che tutti dobbiamo avere di mira, quello cioè di sottrarre le questioni relative all'esercito ed alla difesa del paese dalle gare e dai dissidi dei ·partiti politici. 'Ed. ogni anno non ci troveremmo; per usare le parole dell'onorev~le Bertolè Viale, con questa eterna questione della ferma, la quale per la· sua grande importanza deve risolversi una buona volta, e le condizioni della nostra .difesa sarebbero dì gran lunga migliorate, ed i maggiori sacrifici ai quali si è sob- 'barcata la nazione in questi ultimi anni per aùme~- tare il bilancio militare sarebbero stati compensati non solamente d'al miglioramento di alcuni serTizi, ma altreRÌ da un aumento nel nume'ro dei combattenti e da una quantità maggiore di cittadini educati al mestiere delle armi. Oggi ecco che il problema ci sta nuovamente di-
6 nanzi, e noi abbiamo il dovere imprescindibile di risolvedo, ed io sono persuaso che quest~ dovere sarà talmente sentito, che da nessuna parte verrà proposta una nuova mozione sospensiva, tanto più che l'ordine del giorno della Commissione generale del bilancio riveste per se stesso il carattere di una quasi sospensiva. . Infatti l'onorevole ministro della guerra, per una precedent~ deliberazione della Camera, aveva l'obbligo di presentare in occasione del bilancio preventivo del 1880 una legge per regolare questa materia. Oggi non si fa che rinnovare l'invito per la occasione nella quale si discuterà la leg~e sulla leva, la quale è la vera e propria sede per trattare quest'argomento, e soltanto si accenna al principio informatore della nuova legge, sul quale principio è bene avvertire che non vi sono dissensi gravi, perchè avversari decisi e risoluti dei congedi anticipati o della riduzione parziale della ferma non ne esistono, o quanto meno non si dimostrarono a questa Camera, chè anzi gli stessi oppositori facendo questione di modalità e di temperamenti, ammettevano in massima il concetto principale. · Ma la Commissione generale del bilancio volle appunto che queste modalità e questi temperamenti fossero lasciati all'iniziativa dell'onorevole ministro della·guerra; e per verità, posta in tal modo la questione, non è facil coea darsi ragione del dissidio ; pare anzi a me che si dovrebbe essere oggi tutti d'accordo nella massima, salvo poi ad ognuno di riprendere la propria opinione, salvo anche di separarci, se ne sarà il caso, quando, venendo in discussione il provvedimento, si affaccieranno natu·
7 ralmente e necessariamente le questioni di pratica applicazione. Il primo quesito che si presenta alle considerazioni di chi esamina la questione è quello del metodo, il quale p~ò COtiÌ formularsi : « è egli possibile di trattare l'argo.mento della ferma solamAnte dal lato . tecnico, trascurando tutti gli altri aspetti? >> In verità pare a me che questa sia tale questione che basta proporla perchè sia tosto risolta. Ove infatti la permanenza di servizio sotto le armi dovesse decidersi puramentE! ed esclusivamente con criteri tecnici, nessuno probabilmente avrebbe mai pensato a diminuire il tirocinio, perocchè, posto il quesito così nudo e siccome la soluzione del medesimo non avrebbe potuto essere affidata che agli specialisti, sarebbe molto difficile persuader loro che otto anni non valgono più e meglio di ci nque, che cinque non valgono più e meglio di quattro, che quattro non valgono più e meglio di tre per plasmare un soldato, ossia per dargli quel certo non so che, a cui accennava il generale De-Horst in un recente discorso n.lla Camera cisleitana. • Ma allora, o signori, noi ci troveremo sempre al periodo, che si può oramai chiamare storico, degli eserciti stanziali. Infatti, come osserva egregiamente l' orio~evole relatore, <( i mezzi finanziari di qualsiasi nazione non reggerebbero a tenere perennemente in piedi eserciti smisurati, e se sì togliessero per troppo lungo tempo moltissime braccia al lavoro, che è la sorgente della prosperità, o moltissime menti alle arti, alle industrie, alle scienze ed alle lettere, che sono la sorgente del progresso, la società ben presto ne resterebbe isterilita. » . ' '
8 Dunque, o eserei ti stanziali, o ferme brevi, o rovina economica morale ed intellettua~e dei popoli. Dopo questo, o signori, io crederei di fare grave torto a ·voi se mi dilungassi nel dimostrare che poche questioni hanno, come questa, una sì grande estensione, che nessuna si connette co~ì intimamente collo svolgimento della società, colle condizioni economiche del paese, con quelle finanziarie dello Stato. Oggidì la legge del reclutamento, più che una legge, va considerata come un'istituzione, la quale deve avere un'influenza grandissima sull'intelligenza . e sui costumi: oggi più che mai ogni provvedimento relativo alla cerna dei soldati, appunto perchè assume sì grandi proporzioni, altera temporaneamente la costituzione della famiglia, la continuità degli studi, le arti, le vocazioni, le industrie, le professioni; oggi più ancora che in passato la nobile aspirazione di avere il miglior esercito possibile va proporzi~nata al1e forze del paese, perchè altrimenti, e qui mi permetterò di rubare un concetto all'onorevole Sella, noi non avremo vera forza, ma debolezza, e poco ci servirà l'essere poderosamente armati, rivestiti di ferro, ove la nostra còstituzione sia tale da non poter reggere la pesante, comunque perfetta, armatura. La riduzione ilella ferma, come del resto ammettono tutti, è dunque inevitabile ; ma perchè il concetto sia intero bisogna aggiungere « che la permanenza sotto le armi, in tempo di pace, deve essere ridotta al minor tempo possibile: » essendo questa la conseguenza necessaria ed il correttivo indispensa .. bile del servizio obbligatorio di tutti i cittadini ; il quale alla sua volta è il portato della preponde-
9 Tanza dei numerosi eserciti, anche mediocremente istrutti, ma composti di ogni ordine di cittadini , sugli eserciti di limitata forza con lunga permanenza sotto le armi. · Questo concetto che oggi si può dire un assioma, e che enunciato 15 anni fa, sarebbe parso un paradosso, fu posto, come accenna l'onorevole relatore, in evidenza dalle ultime guèrre della Prussia contro l'Austria, e della Germania contro la Francia; ma trae la sua origine da un'epoca ben più remota. I disastri di J ena, di Eylau, di Friedland, avevano gettata la Prussia in una situazione disperata. Perduto l'esercito, perduto· metà del suo territorio, debitrice alla Francia di 120 milioni, essa era in completa balìa del vincitore, perchè l'occupazione nemica sorvegliava l'esecuziol'le del trattato di pace. Ebbene, fu proprio sotto l'impulso di questa &ituazione disperata, che i suoi uomini di Stato, fra i quali lo Steil! e lo Scharnhorst fecero prevalere nell'ordine politico, ma più ancora nell'ordine ammini· str~tivo e militare, le loro grandi idee di riforma· e di progresso, e fondarono quelle istituzioni militari, che dovevano far rimanere attonita la presente ge- . neraztone. <( Quale lezione eloquente, dice un erudito scrit - tore, non fu quella pei potenti di questa terra sulla fragilità delle loro risoluzioni e delle loro veàut.e! Qual campo di osservazioni e di speranze pei caduti! » L'Imp~ratore Napoleone vuole consacrare la rovina della potenza militare della Prussia, e per raggiungere questo fine, fa seguire il trattato rl i Tilsitt, dalla violenta ed umiliante stipulazione dell'8 settembre 1807, colla quale limitava a 42,000
10 uomini l'effettivo del suo esercito. Gli uomini di Stato nrussiani, legati da questa clausola, si sforza.no di eluderla con dei ripieghi di amministrazione interna, ed in questa ardente ricerca essi scoprono 60 e più anni prima che fosse adottata dalle altre nazioni la gran legge della formazione degli eserciti per la guerra moderna; e la scoprono nell'applica· zione reale del servizio obbligatorio a breve termine combinato colla creazione delle riserve scaglionate, le quali sostituiscono, sotto le ap:parenze di effettivo ristretto « all'esercito incaricato di difendere la nazione, ls nazione intera armata e pronta a difendersi da sè medesima. » Ed infatti poGhi anni dopo la Prussia fu in grado di portare senza sforzi il suo esercito da 42 a 150 mila uomini, i quali ebbero si larga parte rlella battaglia di Watherloe. E la stipulazione limitativa del 1807, invece di essere la rovina della Prussia, fu una delle cause principali della rovina della Francia nel 1814 e più ancora nel 1870, perchè, come benissimo scrisse il principe di Hardenberg, << la battaglia di J ena ebbe per risultato di creare un popolo ove ciascuno sapesse leggere e scrivere e dove ciascuno fosse soldato. >> I grandi risultati del 1866 di Trautenau a Sadowa ed i più grandi ancora del 1870 da Wissemburg ·a Sedan nel1870, misero in evidenza la grande superiorità di un esercito numeroso composto df ogni ordine di cittadini con un alto grado di elevazione morale e con mezzi di rifornimento illimitati. E misero ancora in luce che, malgrado la minor dose di specialismo, malgrado la minor coesione, malgrado la minor maturità professionale, malL-----------~----~------------~----1.~--------
l l grado inso~ma la mancanza di quelle doti che gli uomini del mestiere considerano di capitale importanza, queste che, quasi a titolo di dilegio, si vollero chiamare milizie, ebbero ragione dei vecchi soldati incanutiti sotto lo zaino ed incalliti negli esercizi. Imperocchè, senza ripetere l'esempio, troppo lontano in verità, della battaglia di Watherloo, dove uomini con sei mesi di preparazione esercitarono un'azione decisiva sulle sorti di quel gran dramma militare; noi sappiamo : che nella guerra di Boemia del 1866 tre decimi dell'esercito prussiano di prima linea aveva da uno a due anni di servizio e tutto l'esercito di seconda linea componevasi di nomini che non erano stati più di due anni sotto le armi. E sappiamo ancora che nella guerra franco-germanica i contingenti della Baviera, del Baden e del Wiirtemberg, diedero ammirabili prove di valore e di compattezza con soldati che avevano appena due anni di permanenza sotto le armi. E non possiamo ignorare pu~troppo che nella guerra del 1866 il tirocinio militare era più lungo nell'esercito italiano che nell'austriaco; come nella guerra di Boemia era maggiore nall'esercito austriaco che nell'esercito prussia.no. Preannunziato da fatti così importanti il nuovo verbo militare s'impose a tutta l'Euro.pa, e quasi t utti gli Stati ripudiarono coraggiosamente gli antichi ordini, e ridussero le ferme al limite minimo, perchè compresero che oggidì i reggim~nti si debbono considerare come manifatture di soldati di passaggio, dei quali sì tratta di popolare il paese; imperocchè, liberati una prima volta, gli appartengono sino a metà della vita. 3 - Sani.
12 E l'Italia, sebbene da principio anche qui vi fossero i timorosi, accolse i nuovi principii, fece suoi i portati di questa salutare rivoluzione, ed anzi li praticò fino aglì ultimi tempi nei quali sorsero le dubbiezze ed i timori. Vero è che avvi una nazione la quale, sebbene non respinga le nuove idee, tuttavia non si è ancor~ decisa ad accettarle in tutta la loro estensione, e cerca di conciliare ciò che esisteva con quello che dovrebbe esistere; e non ha ancora superata l'esitazione, naturale del resto, di mutare di punto in bianco quegli ordinamenti ai quali molti dei suoi uomini di Stato attribuiscono i successi dei tempi passati. E questo spiega appunto un fatt<il che a prima vista sembra contraddittorio ; vale a dire che la Francia, la quale è il paese che meno di tutti si mostra titubante e indeciso in materia di rivoluzioni politiche, lo· è poi tanto quando si tratta di rivoluzioni militari. Infatti, quando un popolo come il francese ha ·un passato militare così splendido, questa esitanza si capisce e si spiega; perocchè i vi, come ,dice un dotto scrittore ed un illustre generale, il Trochu, « vi sono ancora i generali della leggenda che l'educazione e la lunga abitudine ha penetrato d'una specie·di feticismo per il servizio militare a lungo termine )) feticismo che resiste all'evidenza del fatto, anzi di una successione di fatti che sarebbero bas~evoli ad infirmare qualunque ragionamento per quanto logico possa apparire. Ciò malgrado anche in F~ancia le nuove idee dal 1872 a questa parte hanno fatto un grande cam-
13 minQ, ed io credo che presto o tardi, anzi più presto che tardi, finiranno per trionfare. E non può essere diversamente quando illustri generali si fanno banditori arditi e propugnatori tena:cj· del servizio militare a corto termine, ~aie a dire tre anni al massimo, e dei congedi anticipati dopo 18. mesi ag'li uomini più istrutti e più di buona volontà; quando l'Assemblea legislativa è assediata da disegni di legge in questo senso; quando scrittori }!Olitici, quando militari di solida riputaziorre mani- . fest a.no nella stampa idee come queste : <( si dica ciò che si VJiole, si faccia quel che si vuole, la riduzione del servizio militare è ineluttabile; i repubblicani più autorevoli l'hanno promessa al paese, l'hanno cullato in questa speranza e presto o tardi bisogna mantenere l'impegno. Pretendere ora di dimostrare alle popolazioni ché' è impossibile d'a· vere un buon esercito r;on un periodo ridotto, allorquando la Germania ci ha completamente combattuti con un'armata costituita precisamente su que ,. sta base, pretendere di fare accettare come in Germania, il servizio obbligatorio senza .questa attenuante~ senza questo raddolcimento, sarebbe tentare l'imposs'ibile. Non si può tquindi dissimularlo: la questione della riduzione del servizio sarà una di quelle su' cui si faranno le elezioni. n Ed infatti la forza dell'opinione pubblica è tanto prevalente che pochi giorni fa il ministro della .guerra così si espresse in seno alla Commissione parlamentare incaricata di esaminare la proposta della riduzione della ferma : « Che·eg1\ èr favorevole al mantenimento dello st·at o attuale delle cose, ossia alla ferma di 3 anni ,
14 e 10 mesi (notisi che la legge stabìlisce 5 anni) che però accorderebbe negli ultimi due anni della ferma un congedo di tre mesi. » Il che equivale a ridurre il servizio a 3 anni e 4 mesi, come del resto si è praticato sino a 2 anni sono. Ma l'Italia, o signori, non ha per sua fortuna questo legame col passato : essa non è incatenata alla leggenda; essa ha accettato ed applicato il concetto che la ferma di tre anni dovesse ritenersi come la massima, ma che per una parte del contingente si dovesse ridurre a due anni. Ed ora impaurita dovrebbe indietreggiare da· vanti al timore che, portando in campo una parte, la parte minore, delle sue truppe con due, anzichè con tre periodi d'istruzione, il Dio della vittoria gli volgerebbe le spalle? Non è per avventura cotesto un timore immaginario, e non sarebbe invece più a dubitare che simile iattura le accadesse, ove essa, non facendo tesoro di detta sentenza veramente profetica di quel grande pensatore che fu Niccolò Macbiavelli, e che vale la pena di ricordare perchè pare dettata per la circostanza, sacrificasse il numero alla qualità? Il Machiavelli infatti così scrive: « Migliore e più necessario il numero grosso che il piccolo ; anzi, a dir meglio, dove non ae ne può ordinare una grande quantità, non si può ordinare ordinanza perfetta... che chi vuole il poco numero per non poterlo pa· gare, o per qualunque altra delle cagioni allegate, non se ne intende, perchè... ancora fa per la opinione mia, che sempre ogni numero ti diminuirà tra le mani per infiniti impedimenti che hanno gli no· J
.. . 15 m1n1 ; dimodochè il poco numero tornerebbe a niente. Appresso, avendo l'ordinanza grossa, puoi per tua elezione valerti dei pochi e assai. Oltre di questo essa ti ha a servire in fatto ed in riputazione e sempre ti darà più riputazione il gran numero. • · Premesse queste considerazioni generali, consen· titemi che io accenni alle principali obbiezioni che furono fatte al sistema dei congedi anticipati o della riduzione parziale della ferma. Rammentai già che su questo argomento era stato tanto detto e tanto scritto, che poco o nulla di nuovo si poteva pretendere. Sono, lo ripeto, dieci anni che si agita la questione, e basta rileggere la relazione 30 maggio 1874 e le successive discussioni per farsi un criterio esatto della controversia e pronunziare un giudizio con perfetta scienza e tranquilla coscienza. Il mio sarà quindi, più che altro ufficio di notaro. « I congedi anticipati, si dice, recano danno all'istruzione dell'esercito, perchè combinandosi col rinvio anticipato della classe anziana, e siccome la nuova leva non giunge che cinque mesi dopo, così, prima che le reclute possano essere fuse cogli anziani, le compagnie rimangono sì stremR.te di uomini che ogni i~ truzione od esercitazione diventa impossibile: » e si aggiunge che la compagnia ita~ liana, essendo di 100 uomini (mentre la compagnia tedesca ne conta 141), non può senza pericolo sop· portare la falcidia. A questa obiezione fu già risposto :non essere perfettamente esatto che la compagnia tedesca sia di 141 uomini, comporsi invece di 135, perchè si hanno a togliere gli operai al economia e l'aiutante di •
16 . ospedale; mentre la compagnia italiana, non già di 100, ma di 105 deve calcolarsi; da una parte .quindi · si dovrebbero dedurre sei uomini, dall'altra aggiun· gerne cinque. Per essere esatti bisogna però soggiungere che in realtà l'organico della compagnia italiana, non compresi gli ufficiali, è di l 00 uomini, e che solo in qualche periodo dell'anno la forza è maggiore ed arriva anche a 105 uomini. Con tutto ciò non è men vero che, ridotte ad una giusta misura le perdite, la compagnia italiana, se non occupa il primo poato negli eserciti europei, viene immediatamente dopo. Infatti, come nessuno mette in dubbio che la compagnia tedesca sia più forte della nostra; così nessuno può contestare che le compagnie francesi ed austro-ungariche siano della nostra più deboli. La prima infatti, dedotti gli ufficiali, si compone di 83 uomini, la seconda, dedotti parimenti gli ufficiali, è di 92 : di maniera che dopo i congedi rimangono ~più assottigliate che da noi.. La compagnia austriaca, per esempio, secondo le cifre già esposte alla Camera e sulla cui esattezza non avvi contestazione, anche senza congedi anticipati, vale a dire col semplice licenzia.mento della classe anziana, si ridu{~e a 60 uomini, mentre la nostra rimane di .70 e quindi con una differenza in più di 10. uo-mini. Quanto alle compagnie francesi abbiamo un'autorità incontestabile, quella del generale 'rrochu, il quale così si esprime : << Le compagnie in certi mo~enti dell'anno ,sono fuori di stato (hors d' état), non sono in condizione .di poter riunire 30 uomini per un serviziò comandato e sul campo d'esercitazione. »
17 Queste, del resto, sebbene di gran peso, non sarebbero che ragioni indirette siccome quelle eh~ sono. tratte dall'esempio degli eserciti stranieri. Ma a dimostrare che il danno derivante dall'assottigliamento delle compagie nell'intervallo fra il congedo della classe anziana e la chiamata della nuova leva è, se non esagerato, almeno alquanto in· grandito, si possono addurre delle ragioni dirette ed incontrastabili, cioè: l o Che al fervet opus estivo delle esercitazioni, dei campi e della marce-manovre, periodo di Ja.. voro e di attività somma, deve necessariamente succedere la sosta ed il riposo, i quali, se non fossero consigliati dalla legge fisica1 sarebbero imposti dalla stagione autunnale ed invernale, dal cambio delle guarnigioni e dei distaccamenti. 2° Che in questo periodo, anzichè dannoso, torna utile l'effettivo ristretto, perchè non si fanno evoluzioni di campagna, ma istruzioni individuali ed elementari, le quali richiedon9 molta cura per parte degli istruttori e tanto più riescono profittevoH, quanto :minore è il numero dei discenti. Ed è appunto per queste considerazioni che l'onorevole Velini, sia oggi, sia in precedenti sedute, ed io rammento quella .del 20 giugno 1878, dichiarava alla Camera come egli e l'onorevole Serafini e l'onorevole Corte, commissari per la legge di leta sui nati del 1857, non avevano creduto di preoccuparsi di questa condizione di cose ed avevano, mi pare, mantenuta ferma la loro opinione favorevole ai congedi antic!pati. Certamente, o signori, l'intervallo che si frappone fra il congedo della classe anziana e la chiamata
18 . della leva è soverchio e fa mestieri ritornare al sistema di riunire sotto le armi il nuovo contingente al l o gennaio, anzichè al l o febbraio, come si pratica da due anni. E v'ha ancora chi vorrebbe anticipare questa chiamata di uno o due mesi, provvedimento certo non spregievole, anzi raccomandato dà considerazioni igieniche, ma troppo costoso e forse non proporzionatamente vantaggioso all'istruzione delle reclute; perocchè ognuno sa che la preparazione delle reclute dovendo essere, ed essendo di fatto, compiuta in 9 o lO settimane, esse possono al 15 marzo frammischiarsi con gli anziani per intraprendere col l o d'aprile le esercitazioni estive. Si dice ancora : « il danno dei congedi anticipati è più sentito da noi a causa delle numerose truppe impegnate nel servizio di guardia e di sicurezza pubblica. » Non si può certamente disconoscere che da noi il numero degli uomini adoperati nel servizio di guardia sia eccessivo e tutti sono d'accordo nell'ammett ere che questo è un grandissimo inconveniente. Ma, o signori, di fronte ad un inconveniente riconosciuto da tutti, qual è la via da seguire? Quella, a parer mio, di studiare ogni mezzo per dirimerlo, o quanto meno per attenuarlo; giammai di farsene un'arma per combattere un provvedime:ato vantaggioso "sotto tanti altri aspetti. · Ma, si dice, ogni sforzo del ministro della guerra non approderebbe a verun risultato, e si cita l'esempio dell'onorevole Ricottì, il quale si provò a diminuire queste sentinelle; ma egli pure dovette cedere dinanzi alle pressioni dei prefetti, dei procuratori del Re, dei presidenti delle Corti d'assise, l t
19 del ministro dell'interno e del ministro guardasi· gilli. Certamente non è dato ad ognuno, e tanto meno a me, di poter verificare se quest'asserzione sia esatta; ma quand'anche lo fosse e malgrado la stima che merita "il ·generale Ricotti, sarà difficile persuadere che un ministro della guerra, il quale voglia proprio tenacemente e risolutamente, non riesca a diminuire il numero delle sentinelle. E tanto più facilmente e tanto più presto arriverebbe ad ottenere questo risultato ove si desse spera a creare, come la legge prescrive, la milizia comunale, istituzione che, a mio parere, non dovrebbe importare una grande spesa, ed alla quale anche il ministro della guerra è obbligato a contribuire. La milizia comunale darebbe agio ancora a poter diminuire i distaccamenti e completando la legge del riordinamento dell'arma dei reali carabinieri, contribuirebbe a scemare l'altro danno accennato delle truppe impiegate in servizi di pubblica sicurezza; danno che io certo non contesto, ma che d'altra parte poi non bisogna ingrandire; perocchè se è vero che la rigorosa disciplina non gode, anzi soffre, in questa maniera di servizio, è altrettanto vero che le truppe impiegate nel medesimo, sia pel genere di vita, sia per le abitudini che contraggono, sia per la lena che acquistano, si arric- • chiscono di qualità che sono preziose per la guerra. <( Ne soffrono, si soggiunge, i quadri dei caporali, caporali-furieri, caporali-maggiori. >> Questa eccezione, che sarebbe veramente di grave peso ove fosse opposta a coloro che sostengono la riduzione della ferma a due anni per tutto intero il 4- Sani.
20 ... contingente, ha valore relativo e di po\Ja importanza. contro quelli che intendono di tenere sotto le armi la maggior parte del contingente per tre periodi d'istruzione. È fuori di dubbio che i congedi an-ticipati, di fronte ai vantaggi grandissimi che presentano, hanno . qualche lieve inconveniente, tra i quali di non essere favorevoli aUa formazione dei quadri; ma si vorrà proprio dire che questo è tale inconveniente cui non si può mettere riparo? No davvero. In primo luogo ognuno sa che dopo sei mesi si fanno i caporali scegliendoli fra i soldati più intelligenti e destri, e dopo un anno i caporali maggiori fra i più abili caporali. D'altra parte havvi un modo di riparare, regolando opportunamente i congedi anticipati coi richiami posticipati. Ed infine, siccome rimangono sotto le armi due terze parti del contingente, ove i congedi e le chiamate fossero determinate dalla legge, i comandanti di corpo avrebbero una guida sicura per regolarsi nelle promozioni. E, giacchè mi si presenta l'occasione, mi sia concesso di rispondere due parole all'onorevole Ungaro che mi ha preceduto. Egli disse: i congedi anticipati lasciano aperto l'adito all'immoralità. A me pare che l'onorevole Ungaro.veramente si sia lasciato alquanto trasportare dal suo soggetto; poichè, se questo fosse, noi dovremmo dire che l'immoralità regna e governa nell'esercito germanico, nell'esercito francese e nell'esercito austriaco. Quand'anche i congedi anticipati fossero lasciati
21 all'arbitrio dei comandanti di corpo, io son d'avviso o che non si avrebbe a dep!orare nè la corruzione, nè l'immoralità (poichè ho troppo rispetto pel nostro esercito); ma. in ogni modo si può escludere persino l'ipotesi ove i criteri siano stabiliti per legge. (L'oratore è stanco) PRESIDENTE. Vuoi riposare? SANI. Sì signore, se me }Q permette. PRESIDENTK. La seduta è sospesa per cinque minuti. (Succede una pausa di cinque minuti.) SANI. Si oppone ancora: < N on si può invocare l'esempio della Germania, la quale congeda, è vero, dopo due anni una terza parte del suo contingente, ma in compenso, lo ehiama sotto le armi tutto intero. n E si aggiunge: « se fossimo in grado d'incorporare 90 mila uomini, si potrebbero dopo due anni licenziare 8 o 10 soldati per compagnia, ed .anche un terzo del contingente. » Dato che l'Italia (ed io mi auguro che ciò sia presto), dato che l'Italia fosse in grado d'incorporare un contingente di 90 mila uomini, dei quali Holtanto 8 o 10 per compagnia da congedarsi dopo due a::1ni, essa si troverebbe, fatte le debite proporzioni delle forze mobilitabili, in condizioni d'istruzione superiori a tutte le altre potenze. Imperoe<~hè verrebbe ad avere un contingente di 78 mila uomini con tre periodi d'istruzione, vale a dire tutto l'esercito, e più le truppe di complemento con due periodi, e potrebbe ancora aumentare sensibilmente l'effettivo, e per.tal modo avrebbe raggiunto un ideale al quale .aon sono ancora perveuute nè la Germania, nè la Francia. c
22 Ma questa ipotesi ci porta completamente fuori della questione che oggi si discute, che non bisogna perdere di vista, e deve fissarsi nei seguenti termini~ << se sia più utile mantenere il ~ontingente di leva attuale, ridurlo fors'anche di qualche cosa, sopprimere magari l'istruzione della seconda categoria, pur di mantenere inesorabilmente i tre anni di ferma, ossia i tre periodi d'istr'u-zione. » Od invece: « se sia miglior consiglio aumentare il contingente annuo di l O mila uomini, e congedarne una, terza parte· circa dopo due periodi d'istruzione. » N:on è quindi il caso di diffon~erci a lungo sulla seconda parte dell'abbiezione; essendo naturale che, come il più abbraccia il meno, così coloro che si contentano di un contingente di 65, o, di 60 mila uomini con tre periodi d'istruzione, non potrebbero rifiutarne uno di 78 mila: e nemmeno potrebbero rifiutare il congedo della terza parte, perchè manterrebbe press'a poco la stessa cifra di uomini aventi tre periodi e per di più ne darebbe un numero con-- siderevQle con due. Vediamo piuttosto quanto siavi di esatto nella prima parte. Si può dire che la Germania incorpori tutto il suo contingente? Certamente no. Infatti, senza tener conto dell'Ersatz-Reserve; ch_e si divide in due parti, e rappresenta qualche cosa di più della nostra terza categoria, essa ha 20,000 uomini che lascia a casa - senza istruzione, 13,000 uomini che costituiscono la leva complementare Nacher-satz, che servono a col-- mare .gli ammanchi, 1400 uomini che servono per· sei settimane e sono coloro che hanno intrapresa la carriera di maestri elemen~ari; 3400 uomini che·
23 servono per s~i mesi e sono una parte dei soldati del treno. Quindi un totale di 37,800 uomini, e per conseguenza il contingente incorporato si riduce a circa 126,000 uomini, dei quali 86,000 servono per tre periodi di istruzione, 40,000 per due o menO'. Inoltre non bisogna perdere di vista, perchè altrimenti ogni confronto riesce fallace, che la Germania, ed altrettanto deve dirsi della Francia, ha un esercito più che doppio di quello dell'Italia. Qualora dunque il nostro contingente di prima c~tegoria avesse tanti soldati con tre periodi d~ istruzione che raggiungessero la metà circa del contingente germanico, ed altrettanti ·con due periodi, nessuno certamente potrebbe di~e che noi siamo inferiori per istruzione ; si potrà dire che lo siamo per numero, ma nulla più. Ci troviamo noi in questo caso ? Vediamolo face~do le due ipotesi, vale a dire applicando il congedo anticipato, sia all'attuale contingente, sia al contingente ingrandito di 10,000 uomini. Nella prima supposizione sovra un contin- . gente di 65,000 uomini, dal quale vanno dedotti i v_olontari sia ordinari, sia di un anno, appunto perchè non figurano nel contingente germanico, noi avremmo 48,000 uomini con 3 periodi, 12,000 con due ; la Germania per converso avrebbe 86,000 uo- · mini ·con tre periodi, 40,000 con due. Riguardo ai primi ci troveremmo in condizioni superiori ; ci troveremmo in condizioni inferiori riguardo ai secondi, vale a dire riguardo agli uomini che hanno due periodi; per contrario, col contingente aumentato di 75,000 uomini, fatta la medesima deduzione e ridotti a 70,000, noi avr~mmo '
• 24 4 7,000 uomini con 3 periodi e 23,000 uomini con 2 periodi, quindi tanto nell'un caso come nell'altro ·ci troveremmo di qualche cosa superiori per istru- . zione, fatta, giova ripeterlo, la proporzione colla forza mobilizzabile. A vantaggio nostro bisognerebbe ancora calcolare il maggior servizio della ·cavalleria, l'istruzione delle seconde categorie ; ma quesfultimo conforto è di breve durata, perchè appunto colla legge ultima la Germania propone d'istruire per 20 settimane la prima parte delll Ert~at~Reserve. E con questo, o signori, si viene implicitamente a rispondere anche all'altra abbiezione, vale a dire <( che coi congedi anticipati si porterebbe la ferma al disotto della Francia, della Germania e dell'Austria. » A questo proposito potrebbesi qui ripetere quanto è stato detto nelle precedenti discussioni dell'anno 1878 e del 1879. L'onorevole Ricotti ammetteva, mi pare, la nostra inferiorità rispetto alla Francia, . la escludeva assolutamente rispetto alla Germania ed all'Austria-Ungheria, e di questo parere era pure l'onorevole Marselli. L'onorevole Farini nella sua relazione, a pagina 90, dimostra : l o che la ferma in Prussia, prima dell'anno 1860, epoca del lungo e memorabile litigio fra il potere esecut!vo e il potere legislativo, era di fatto accorciata a due anni, e che dopo la riforma del 1860, il Governo prussiano congedò sempre per anticipazione buona parte degli uomini nel terzo anno di servizio, riducendo così quello della fanteria e dell'artiglieria ~J, due anni e nove mesi, ed una parte non scars~ anche nel secondo anno; 2° che dopo
25 il 1870 siffatta pratica non mutò, perchè, sebbene )a forza bilanciatasiadi401,639uomini, siccome i computi so:no foBdati sopra un contingente annuo di leva di 1304000 uomini, senza tener conto della leva com· plementare, si è costretti a congedare ogni a.nno un numero di soldati ben maggiore di 70 per·battagliones e con ciò l'istruzione media normale va al disotto di 30 mesi; go che in Austria-Ungheria, anche dopo la legge decennale del 1868 i soldati della fanteria e dei cacciatori venivano congedati dopo due anni di servizio; e sebbene ora tali provvedimenti siano in parte cessati, tuttavia i congedi anticipati si fanno ancora, come si può dedurre dal confronto del contingentè, con la forza bilanciata, il quale ùà una differenza troppo forte per poteri~ spiegare altrimenti, o farla derivare dalle stesse cause che mantengono un ·aumento di qualche migliaio d'uomini nel nostro bilanCio; 4° Che -nella stessa Francia, vuoi per ritardo nella chiamata della leva, vuoi per gli anticipati congedi, il servizio effettivo sotto le armi non era (ed ora si può dire non è, dopo le di· chiarazioni recentemente fatte dal ministro della guerra), che di 3 anni e 4 mesi per 5 o_ttavi, di sei mesi (ora di dieci) per 3 ottavi del contingente. Difficile però, come fu giustamente osservato, riEsce ottenere confronti esatti col com·puto di que· ste medie, essendo la media ferma il risultato di fa t· tori disparati troppo, come a cagion d'esempio gli ordinamenti, le mutazioni annue per ragione di bilancio, ed altre cause diverse. Pure è. sempre possi• bile stabilire ·dei criteri i quali diano un risultato approssimativo, specialmente poi ove il paragone si limiti all'esercito di prima linea. E così facendo noi l
26 potremo persuaderei, a conforto anche delle opinioni precedentemente ma·nifestate, che la differenza della ferma media nei vari eserciti d'Europa è quasi direi insensibile. Diffatti la Francia con un contingente di 134,500 uomini dei quali 86,000 con 3 anni e IO mesi, 48,500 con 10 mesi darebbe una ferma media di circa 30 mesi e un terzo; l~ Germania con un contingente di 130,800 uomini, dei quali 86,000 con 34 mesi, 40 mila con 22 mesi, 3400 con 6 mesi, 1400 con 6 settimane, darebbe una ferma media di 29 mesi ed un quarto. E l'Italia con un contingente di 75,000 uomini, calcolata la permanenza sotto le armi di 5 anni per la cavalleria ed il congedo di un terzo circa dopo 20 mesi avrebbe una ferma media di 35 mesi. Nè con ciò intendo trarre delle illazioni a nostro favore, sapendo benissimo che se è difficile fare confronti esatti, è poi difficilis·simo stabilire con questi dati argomenti serii sul grbl.do maggiore o minore di abilità professionale delle varie armi. Per esempio, il coeficiente che contribuisce ad elevare la ci· fra della fermà media fra noi è la maggior durata di servizio della cavalleria. O ve ciò non fosse, la media. della nostra ferma sarebbe presso a poco uguale a quella dell~ Germania, e di poco inferiore a quella della Francia; a proposito della quale ·nessuno vorrà sostenere che, malgrado la .sua media più elevata, nel complesso abbia un esercito più istruito della Germania; perQcchè questa lo compone con soldati i quali hanno per due terzi tre periodi d'istruzione, e per un,terzo due ; quella invece con uomini che per cinque ottavi hanno 4 periodi d'istruzione, e pei tre
27 ottavi apper!a uno; il che, a parere eli uomini competenti, costituisce un vero e proprio inconveniente. Difatti il Trochu scrive: « O~a, voi frammischiate nei reggimenti soldati con 5 anni e soldati ·con sei mesi od un anno di servizio. Mettere in contatto elementi sì disparati, è come volere arrischiare di sostituire l'invidia alla emulazione, e distruggere lo spirito di cameratismo militare e di solidarietà. » Dissi già come dal computo della media ferma non sia il caso di far deduzioni a favore nostro; ma avvi una conclusione, anzi due, che non potranno sfuggire all'occhio di chi esamini spassionatamente questi rapporti. La prima è che rispetto all'istruzione, anche coi congedi anticipati, non ci troviamo in condizioni sproporzionate con le altre nazioni ; la seconda, che siamo invece enormemente inferiori rapporto al numero ; e per questo, più che savio consiglio è necessità suprema, quella di aumentare il nostro contingente. . Del rimanente, signori, questo bisogno di aumentare il contingente è ammesso anche dagli stessi oppositori; e, cosa per verità alquanto singolare, se ne fanno arma, per sostenere la loro tesi. <t Noi dovremmo avere, essi dicono, le nostre forze organiche superiori di un terzo e vogliamo ancora la scarsa istruzione·? » Qui, per dir vero, la risposta mi sembra molto facile. Basta invertire il ragionamento e dire: I so;. stenitori dei congedi anticipati vogliono un'istruzione media sufficiente, come ammaestra l'esperienza nostra e l'esempio delle altre nazioni, appunto per-
.. 28 chè questa ci conduce ad aumentare le nostre forze organiche. Per contro gli oppositori di questo sistema dimostrano di voler contrastare ogni ragionevole provvedimento che possa raggiungere il fine che essi stessi ritengono necessario ; perchè potendolo ottenere a patto che una parte di questa forza abbia due, anzichè tre periodi d'istruzione, quando è dimostrato che due anni possono essere sufficienti, danno a divedere di sacrificare il numero alla qualità, o per essere più esatti, ad una presunta qualità; mentre oggi, più che assioma, è d,ogma che il fattore di vittoria introdotto nella guerra a fi3nco della qualità e prevalente alla qualità è la quantità; dimanierachè le nazioni che non avranno da opporre il numero al numero resteranno soccombenti. E quando ciò? Quando appunto tutti gli altri Stati fanno degli sforzi per apprestare piùnumerose forze combattenti. « Ma, si replica, aumentando il contingente sarebbe indispensabile aumentare le unità tattiche. » Ecco appunto ciò che si nega da persone competentj, le quali alla loro autorità possono aggiungere l'esempio di quel che si pratica in altri paesi. Infatti voi vedete che mentre gli altri paesi hanno eserciti più che doppi del nostro, non hanno il cor· rispettivo di doppie unità tattiche. D'altronde ognuno sa, e l'onorevole Velini l'ha già esposto alla Camera, che la nostra compagnia di guerra si compone di 200 uomini, quella della Germania di 253, quella della Francia di 250, quella dell'Austria-Ungheria di 236, nè risulta da fatti attendibili che si pensi a mutarle. Così stando le cose "
\ 29 non si può certamente tacciar di esagerato il concetto di coloro i quali credono che si possa ottenere il grandissimo vantaggio di aumentare il numero dei combattenti senza aumentare le unità tattiche ; tanto più poi quando noi avremo, ciò che del resto è r_iconosciuto da tutti indispensabile, migliorati i quadri dei nostri ufficiali e messo a cavallo i nostri capitani di fanteria. Che cosa chiedono infatti gli oppositori? Che si porti da noi la forza del corpo d'armata e della divisione allo stesso livello delle altre potenze. Se la Germania ha la divisione di guerra di 14,386 uomini, la Francia di 14,513, l'Austria-Ungheria di 16,481, perchè l'Italia dovrà mantenerla di 11,736? E badate, o signori, che, ove ciò non avvenisse, havvi ancora chi crede che non vi sarebbe ragione alcuna per seguitare a · mantenere 10 corpi di armata in luogo di 8, 20 divisioni invece di 16, 80 reggimenti di fanteria e 10 reggimenti di bersaglieri anzichè 64 dei primi ed 8 dei secondi. E l'opinione loro non può dirsi destituita di fondamento, chè anzi si basa sopra precedenti parlamentari di molta importanza. Difatti nella seduta del2 febbraio 1877 l'onorevole Ricotti diceva: « Il .concetto primitivo era quello di avere un esercito di prima linea di 400,000 uomini; ma per ottenere questo risultato sarebbe occorso, col bilancio d'allora, ridurre la ferma ad un anno e mezzo, e quindi si limitò a 300,000 uomini i quali si sarebbero potuti benissimo inquadrare in 8 corpj, in 16 divisioni, 64 reggimenti di fanteria e 8 di bersagliGri. n « Diverse considerazioni però dissuasero dal far lo e principalissima la seguente : che in tempo non
30 lontano, cioè nel ~880 o nel 1881 il bilancio della guerra sarebbe stato notevolmente aumentato e così ~vrebbesi trovato modo ~i migliorare i diversi servizi dell'esercito e di aumentare il co:ntingente annuo di leva da 60 a 70 o 75,000 ~omini ciò che avrebbe aumentato il nostro esercito senza dover alterare i quadri. » La fiducia dell'onorevole Ricotti è diventata una realtà. Il bilancio della guerra da 172 milioni è arrivato quasi a 177, alcuni servizi furono migliorati, altri lo potranno essere col margine che avremo l'anno venturo, ed io spero che l'onorevole ministro delle finanze non mi vorrà fare il viso dell'arme se io dico che lo dovrà portare il più solle- . citamente possibile a 180 milioni. E tuttavia noi dovremmo restare sempre col medesimo contingente? Ma si risponde: esso è sufficiente, per poco anzi non è esuberante e converrebbe ridurlo. Anzitutto, o signori io debbo far riflettere, che questa abbiezione va riferita sempre al nostro esercito di prima linea di 330 mila uomini, jl quale fu mantenuto in proporzioni così ristrette per le ragioni che ho avuto l'onore di esporvi poco fa. In secondo luogo essa rivela la differenza grandissima che passa fra coloro che sostengono l 'idea moderna e coloro che, certamente senza volerlo, rimangono sempre attaccati al concetto antico. Infatti è evidente che volendo rimanere immobili col contingente attuale, ridurlo anzi, e per di più sopprimere l'istruzione della seconda categoria, noi ci troveremo in condizioni poco dissimili da quelle. in cui eravamo prima di bandire l'obbligo del . .
31 · servizio generale obbligatorio, quando cioè avevamo un contingente da 45 a 50 mila uomini che doveva rimanere sotto le armi per un periodo di cinque . ann1. Ed in tal guisa nè si applica veramente il principio del servizio generale, nè si prepara il paese, nè infine si tien conto di una verità la quale, per quanto sia stata·messa in evidenza dalla realtà dei fatti e più spesso ancora dalla realtà dei disingann;, pare che spesso sia dimenticata; vale a dire, «che i conti fatti sulla carta per stabilire il dare e l'avere degli eserciti riescono quasi sempre fallaci, perchè al momento dell'azione, al momento di mettere in movimento questi soldati, le masse si fondono come per incanto. » E qui, o signori, io non ho che a citare l'autorità dell'onorevole Gsndolfi e dell'onorevole Farini per dimostrare che sotto questo rapporto · noi non ci troviamo in condizioni d'inferiorità rispet to alle altre potenze. La Germania infatti, ed altrettanto può dirsi della Francia, non tiene conto dell'ultima classe di leva per valutare la forza organica di guerra: noi invece non abbiamo che un'ecce.. denza di circa 28 mila uomini; e quand'anche ci trovassimo colle o.tto prime classi, le quali abbiano avuto tutte un contingente ordinario di 65 mila uomini,. dovremmo, per accostarci all'esem· pio di quelle potenze, tenere disponibile la nona clssse per l' eserci~o di prima linea, il che, 'secondo il mio modestissimo parere, non giova n è all'esercito di prima linea, nè a quello di seconda. Coll'aumentare invece il contingente, noi potremmo ovviare a questo danno.
32 Ma o, signori, vi ha ancora di più. Ammesso an· che, come direbbero i legali, in ogni dannata ipotesi, che vi sia pletora nei nostri quadri, chi non vede che essa non può verificarsi che gradatamente e lentamente e che ci vorrà un periodo di otto anni prima che colpisca l'esercito di prima linea, e dodici prima che es~rciti la sua azione sull'e·sercito di prima e di seconda linea? Ora io nutro fiducia che in questo intervallo qualche cosa sarà avvenuto in Europa, che persuada popoli e Governi che questa armatura di ferro strozza loro i muscoli e schiaccia loro il cuore. Ma, se ciò non fosse, io ho un'altra fiducia, anzi ho la certezza che, assai prima di quel tempo, noi saremo in grad? di dare al ministro della guerra i mezzi per aumentare le unità tattiche. E sarà allora elia si benedirà questo tempo, perocchè non difficil cosa riuscirà creare due corpi d'armata e quattro divisioni, quando avremo la materia prima, l'elemento più importante che sono i soldati istruiti; mentre a nulla. gioverebbe il dare le diecine e le centinaia di milioni al ministro della guerra, quando questi soldati istruiti ci mancassero. Toccherò di volo alla questione della legalità pet: due ragioni semplicissime: la prima, perchè, trattandosi di regolare i congedi anticipati con una legge, è evidente che la nuova legge modificherebbe ranteriore, ove questa fosse ai congedi anticipati contraria; le seconda, perchè, a parer mio, è insostenibile la tesi che il potere esecutivo, il quale abbia avuto dal potere legislativo la facoltà di riunire in un testo unico le diverse disposizioni di legge èoncernenti una materia, possa di sua autorità ~o- •
• 3 ') ù dificare un articolo di quell~ . stessa ultima legge colla quale gli si conferisce tale fac<;>ltà. Io arriverei fino al punto di comprendere che possa essere in facoltà di modificare le leggi precedenti per metterle in armonia colla posteriore, non mai che possa modificarsi la legge posteriore e tornare alla dizione ed al concetto delle leggi precedenti. Ora, signori, ~engo all'ulti.ma obbiezione, o, dirò meglio, all'ultima questione> la quale io considero .come di tutte la più importante, perchè tutte le riassume e di tutte è, si può dire, la sintesi . « Per fare d'un cittadino un soldato, non basta, si dice, dargli la pratica delle speciali esercitazioni, ma occorrono le qualità morali che lo rendano atto s sostene:t:e le dure prove della guerra. ·» L'onore · vole :Farini a pagina 87 della sua relazione così si esprime: «.Anzitutto quando si ragiona del tempo occorrevole a tramutare un cittadino in soldato, si deve sottintendere sempre che basti, non solo a dargli la pratica delle speciali esercitt~.zioni, ma più ancora le qualità morali. Ma se della raggiunta istruzione è facile avere segno certo; se più difficile diventa già il giudicare quando ~ssa sia talmente salda da non essere dimenticata negli anni di lontanenza dalle bandiere; diventa addirittura impossibile l'assegnare il ·termine nel quale il soldato siasi piegato alla disciplina, ed· il sentimento dell'abnegazione, del sacrifizio dj se medesimo abbia gettato nell'animo suo tali radici da prevalere sui sentimenti innati nell'uomo, quale quelli del libero arbitrio, della famiglia, della propria conservazione. , In quest'ultimo concetto, il quale si rannoda ad un altro di cui parlerò in appresso, quello
34 della prepara~ione del paese, sta veramente il nodo della questione. Autorevoli uomini di guerra sono convinti che due periodi d' istruzione completi siano bastevoli per .dare ad un cittadino una sufficiente perizia militare. «·Il periodo delle esercitazioni estivo, così sostengono eruditi scrittori di cose militari, si inizia col 1• aprile, e la nuova classe può quindi compiere l'intero corso che è qu'ello più essenziale. Poi lo compie una seconda volta, consacrando il periodo invernale intercalato ai due ~stivi a quelle esercitazioni che sono più che altro complementari. Ripetute due volte le istruzioni tecniche e fatte con quelli\ cura che oggi vi pongono i nostri ufficiali, il soldato di fanteria è fatto, il terzo anno è un di più non già inutile, ma non indispens~bile. » L'onorevole Ricotti, nella tornata 20 febbraio 1878, diceva: . <( Oggidì è generalmente ammesso che con una ferma di due anni, anzi di venti mesi, il soldato di fanteria acquista tutta l'istruzione necessaria. « N on c'è colonnello il quale possa coscenziosa· mente dire che alla · fine del secondo anno di servizio il so.ldato di linea non sia · perfettamente istruito. I tre anni per una parte del contingente ci vogliono per avere capora~i, zappatori, trombettieri, ma il soldato nel terzo anno non impara più altro. )) Nè queste ragioni, per quanto io mi sappia, fu- · rono contraddette, anzi abbiamo coropetentissimi uomini di guerra, tra i quali alcuni oppositori dei congedi anticipati, i quali sono partigiani della ridu· zione del]a ferma a due anni per tutto il contingente.
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