Federico Seismit-Doda - La tassa sugli spiriti ...

LA TASSA SUGLI SPIRITI - LA REVISIONE DELLA TASSA SUl FAllBRICATI E LA TASSA DI RICCHEZZA MOBILE DISCORSO PRONUNCIATO DAL MINISTRO DELLE FINANZE (SEISMIT·DODA) nella tornata del 22 giugno 1890 IN OCCASIONE DELLA DISCUSSIONE SUL BILANCIO DELL'ENTRATA (Estratti da.i rendiconti ut!ìcia.li J ROMA TIPOGRAFIA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI - 1890.

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LA TASSA SUGLI SPIRITI LA REVISIONE DELLA TASSA SUI FABBRICATI E LA TASSA DI RICCIIEZZA MOBILE DISCORSO PRONUNCIATO DAL MINISTRO DELLE FINANZE (SEISMIT·DODA) nella tornata del 22 giugno 1890 IN OCCASIONE DELLA DISCUSSIONE SUL , BILANCIO DELL'ENTRATA . \ ROMA TIPOGRAJ!ilA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI 1890.

Presidente. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione dello stato di previsione dell'en-. trata pe1· l'esercizio finanziario 1890-91. Non essendovi altri oratori iscritti, l'onorevole ministro delle finanze ha facoltà di parlare. Seismit-Doda, ministro delle finanze. Mi duole di non vedere ancora presente l' onorevole Branca, le cui dichiarazioni, fatte ieri in quest'aula, mi inducono a parlare p.er esporre alcune considerazioni sull'amministrazione che ho l'onore di dirigere, e, più precisamente, sulle condizioni della tassa sugli spiriti e sulla revisione del reddito dei fabbricati. A proposito di queste due imposte l'onorevoleBranca ha fatto delle gravi osservazioni, delle quali io devo tener conto e delle quali devo darragione alla Camera. Quindi lo riterrò come pre - sente, confidando... · Voci. Eccolo.. ! (L'onorevole Branca entra nell'Aula). •

4 Seismit-Doda, ministro delle finanze. Ho detto testè che io chiesi ieri di parlare, non per entrare, direi così, nel mare magnum della discussione generale, nella quale han parlato con efficacia, a mio credere, l'onorevole mio collega del Tesoro e l'onorevole relatore del bilancio; ma per esprimere il mio parere intorno alle o~servazioni fatte da un avversario forte e gentile, come è l'onorevole Branca, il quale è, per giunta, mio amico personale. E le osservazioni, alle quali ero in debito di rispondere, riguardano, come ho detto, due importanti questioni dell' amministrazione che ho l' onore di dirigere: la tassa sugli spiriti e la revisione dei redditi dei fabbricati. Più tardi l'onorevole Imbriani ha aggiunte alcune sommarie e sintetiche osservazioni riguardo alla tassa di ricchezza mobile e alla condotta degli agenti delle finanze verso i contribuenti: ed anche a questo avrò occasione di rispondere, dopo che avrò e8aurito l'argomento speciale trattato dall'onorevole Branca. Anzitutto prego l'onorevole Branc~ di rammentare che la cifra di 34 milioni, cui egli ha accennato come previsione del 1890-91 per le tasse di fabbricazione, non riguarda interamente gli · spiriti; poichè egli ha parlato di 34 milioni, ma di questi, soltanto 30 sono quelli che furono stanziati per gli spiriti: gli altri 4 riguardano alcune altre tasse speciali di fabbricazione, come, per esempio, la tassa per la fabbricazione della birra, delle acque gazose, delle polveri periche, del glucosio, e via discorrendo. Dunque, dicevo, si tratta soltanto di 30 milioni.

& Io ammetto coll'onorevole Branca, e non potrei non ammetterlo, perchè i fatti sono fatti, che la tassa di fabbricazione degli spiriti, preventivata in 30 milioni, ha . dato fino ad ora un accertamento di soli 19 milioni e mezzo, circa; ma bisogna considerare che la deficienza di 11 milioni, circa, è compensata in gran parte dalla maggiore entrata conseguita nell'importazione degli spiriti dall'estero. Qui mi si fa, parmi dall'onorevole relatore, una obiezione, avvertendo: " non facciamo duplica· zioni; se imputiamo al reddito doganale la sopra . tassa d'importazione degli spiriti, non si può poi attribuirla anche alla produzione interna degli spi· riti, e quindi farne un duplicato di entrata. 77 Ed io non lo faccio; ma dico che, anche ammettendo che si tolgano dalle dogane i 9 milioni e mezzo, circa, di reddito proveniente dall'impor· tazione degli spiriti, siccome le dogane hanno già dato, a tutt'oggi, 38 milioni di supero, in confronto delle riscossioni ·1888-89, restano sempre, anche levando quei 10,28 milioni di maggiore introito per le dogane, · in co:nfronto del precedente eserCIZIO. La tassa di fabbricazione degli spiriti aveva due scopi: l'uno economico, l'altro fiscale. Lo scopo finanziario non fu in parte raggiunto, non per colpà d.eJl'amministrazione, ma per fatti imprevedibili; fatti dovuti a vicende naturali, quale la deficienza del raccolto delle uve. Purtroppo la scarsa vendemmia dell'anno scorso dette soltanto il 57 e mezzo, circa, per cento di un medio raccolto; e quindi, per la sola fabbricazione del · l'acquavite, si è avuta una diminuzione di non

6 meno di 60 mila ettolitri di acquavite a 50gradi e, per conseguenza, una corrispondente diminuzione di 3 milioni e 200 mila lire, circa, nel reddito. V'è stata, inoltre, la necessaria proroga di un mese all'applicazione della legge, la quale, votata nel luglio, andò in vigore, non dal l 0 agosto, ma dal l o settembre. E questa seconda· circostanza, tenuto conto del reddito medio mensile veri.ficatosi da allora in poi, causò un'altra diminu· zione di reddito per l milione e 200 mila lire. Sono quindi quattro .milioni e mezzo, circa, che vennero a mancare per effetto di queste due circostanze. Ma, <lve anche si escludano queste due circo· stanze speciali, che influirono sull'imposta, e ne diminuirono il reddito finanziario, si pu~ affermare che sotto l'aspetto economico la tassa ha · dato i risultati che si attendevano. Poichè, come ho dichiarato alla Commissione del bilancio, e come risulta da una annotazione che ho qui dinanzi e che la Camera potrà aver veduto, le fabbriche per la distillazione dell'alcool dai ce· reali, chiamate un.tempo di prima categoria; ed ora primarie, le quali, i~nanzi all'attuazione dell'ultima legge, s'erano . ridotte a dare un prodotto annuo di soli 32 mila ettolitri, hanno dato, in·. vece, nel corrent.e esercizio un prodotto di 106 mila ettolitri. . Le fabbriche secondarie, quelle, cioè che.distillano l'alcool dalle vinaccie e da altri prodotti inferiori e che prima dicevansi di seconda categoria, se hanno perduto in intensità di lavoro, colpa la deficienza dell'ultimo raccolto, hanno però gua-

'l dagnato in estensione; poichè da 1707, che erano, sono divenute ora 2037. Questi dati di fatto potranno adunque per"" suadere che la tassa degli alcools dovrà per certo prendere il stio assetto normale e dare alla finanza quei risultati, che furono falcidiati dalle sopra ;;a.ccennate circostanze speciali. Però io prego la Camera di fare ancora un'altra considerazione, ed è questa: che se prendiamo in esame le cifre della fabb1·icazione interna e della importazione dall'anno 1880, in cui fu adot· tato il sistema razionale dell'accertamento diretto, all'anno 1886, in cui cominciò quella crisi della industria alcoolica, che io spero, anzi sono con· vinto, sia cessata, e dalla quale furono determinate le mutazioni avvenute per legge in questa imposta, noi troviamo che in questo periodo di tempo la fabbricazione interna diede una media annua di 21 O mila ettolitri, e .la importazione quella di 80 mila ettolitri; ossia 15 mila ettolitri in più della importazione avvenuta in questo esercizio, la quale si giudica ora esorbitante e dannosa, dicendosi ·che viene a sostituirsi ad una fabbricazione interna deficiente. Ma se, adunque, durante quel periodo di un sessennio, noi abbiamo avuto normalmente una media produzione interna di 210 mila ·ettolitri al - l'anno ed una importazione di 80 mila ettolit ri, ossia la complessiva quantità di 290 mila ettolitri all'anno, pare possa dirsi che questa quantità rappresenti il consumo legale in condizioni normali. E vi sono inoltre due nuovi fattori di incre2

8 mento: la diminuzione dell'aliquota del tributo e la cessazione quasi completa del contrabbando. Poichè, infatti, quanto a quest'ultimo, posso con compiacenza constatare dinanzi alla Camera che, rispetto all'alcool, il contrabbando, sopratutto dal lato della frontiera austriaca, dalla quale veniva il maggior danno alla finanza italiana, così dalla frontiera orientale del Friuli, come da quella del Trentino e del Tirolo, può dirsi interamente cessato, e, non esito a dichiararlo, anche con il concorso delle autorità doganali austriache, le quali, in questa circostanza, assecondarono efficacemente il Governo italiano, impedendo certe, quasi direi, clandestine fabbricazioni di alcool, impiantate alla nostra frontiera per renderne più facile la introduzione in Italia. Pertanto, come dicevo, la cessazione del contrabbando, la diminuzione dell'aliquota e, anche, la progressiva applicazione, che si sta facendo, del 1nisuratore, per l' a~certamento diretto; tutto ciò dà ragione di attendere un notevole incremento in questa imposta, poichè si può ritenere che in avvenire la quantità d'alcool normalmente tassabile ascenderà a non meno di 300 mila ettolitri. Cosicchè, se .da questa quantità si tolgano, giusta la esperienza fatta nell'esercizio che sta per finire, i 60 mila ettolitri, che vengono importati dall'estero, rimangono 240 mila ettolitri, i quali rappresentano la produzione interna e importano oltre 29 milioni per ta.ssa di fabbricazione e di vendita. Con che si sarebbe raggiunto lo scopo che la Camera si è prefissa col votare la l~gge del luglio dello scorso anno.

9 In base a queste considerazioni, io credo che ·si possa, senza timore e senza pericoli, lasciare i~scritta nel bilancio la somma che la Commis- ·sione ha accettata e che io ritengo raggiungibile nell'anno venturo; e tanto più la ritengo rag- :giungibile se, come spero e come tutti auguriamo, i danni della peronospora non saranno così gravi come lo furono nel passato anno, e se il raccolto del vino sarà quindi tale da offrire abbondante materia di lavoro anche alle fabbriche di seconda categoria, ora dette secondarie, le quali, appunto, distillano il vino,' le vinaccie, ecc., e che, in que- .sto breve periodo di tempo trascorso, sono già salite da l,700 ad oltre 2,000. Confortato da queste considerazioni di fatto, io mantengo quindi quanto ebbi l'onore di dire alla Camera l'anno scorso, vale a dire che, in l' -condizioni .normali, la tassa sugli spiriti, anche tenuto conto della diminuzione importantissima nell'aliquota del tributo, potrà dare un prodotto da 29 a 30 milioni. Questo ho creduto di dover dire in risposta alle osservazioni fatte dall'onorevole Branca, il -quale deplorava che la tassa sugli spiriti sia quasi ridotta a rovina, e che la recente riforma abbia ·deluso l'aspettazione del paese. Vengo all' imposta sui fabbricati. L'onorevole Branca ha pronunciato un' amara parola, che da lui, che chiamerò uomo di Governo, poichè al Governo è stato, non mi sarei aspettato; ·quella, voglio dire, che negli accertamenti degli agenti finanziari e nelle valutazioni che questi fanno dei redditi dei fabbricati, si usino, a suo

10 dire, modi quasi violenti, e talmente fiscali da. ricordare i brutti tempi della polizia dei governi passati. Veramente, io sono in grado di fare questi confronti, perchè nella mia giovinezza, rispetto ai procedimenti della polizia dei governi passati, neho saputo qualcosa. Branca. Ne ho saputo anch'io. Seismit Doda, ministro delle finanze . Ma, fortunatamente, noi siamo tanto lontani dai sistemi di polizia dei Governi passati, che io auguro che l'Italia continui in questa via, e che, quanto alle· imposte, esse siano sempre applicate con quella equanimità, con quella regolarità, con cui si vanno8ttualmente applicando. Certo che, di quando in quando, vi possono essere delle esorbitanze individuali; ma ben sa l'onorevole Branca, che per quante istruzioni si dieno,. per quante circolari si facciano, è molto difficile che, in questo esercito di agenti e sottoagenti, in immediato contatto coi contribuenti, si mantenga. da tutti quel diapason di moderazione, che vien dato dai criteri direttivi del ministro. L'uomo è uomo dapertutto e in qualunque condizione, sia agente fiscale, sia funzionario pubblico, sia individuo privato; ed è vero, purtroppo,. che qualche volta, negli ultimi gradi della gerarchia, quanto più è minore l'educazione morale ed intellettuale dell'individuo, tanto più può essere maggiore in lui il desiderio di fare atto d'autorità, e di imporsi, direi così, nei rapporti col contribuente, in modo da far sì che la form·a pregiudichi la sostanza.

11 Ma è possibile rendere responsabile di ciò il ·Governo, il quale, quando rileva taluni di questi fatti vi mette subito riparo? E, realmente, non ..Io nascondo alla Camera, ho qu.alche volta dovuto ripararvi. Per citare un fatto, dirò che ho dovuto ·dimettere un agente, il quale, oltre ehe trattare bruscamente i contribuenti, dopo essersi inasprito in diverbi con loro, andava -poi a rinnovarli sulla pubblica piazza, mostrando la rivoltella al fianco. :Racconto l'episodio, perchè si sappia che cosa avviene. Ed è possibile, ripeto, che vogliate rendere responsabile il Governo di queste cose, il ·Governo che cerca di scegliere, meglio che può, gli uomini che rappresentano l'amministrazione -della pubblica finanza? Quanto alla imposta per sè stessa, l'onorevole Branca deve ricordare, che nella discussione av- ·venuta l'anno scorso per la rev_isione dei redditi ·dei fabbricati, discussione alla quale egli prese parte, io dichiarai ripetutamente che non mi Ti.prometteva. tanto l'aumento del reddito, quanto Ja perequazione del tributo; perequazione che, realmente, lascia in Italia alquanto a desiderare. I fatti che ho potuto constatare, e intorno ai quali -darò qualche sommario accenno, lo provano. Come la Camera sa, la legge organica d.el 1865 stabiliva che ad ogni quinquennio si do- ·vesse fare una revisione generale dei redditi dei fabbricati. Questo quinquennio è durato, invece, 11 anni; ed era tempo di provvedervi. E, in- -fatti, in questi undici anni si sono formati tanti squilibri in più ed in meno, che veramente n'è -venuta pel Governo la necessità di provvedere

12 a questa sperequazione, la quale andava cont~nua-· · mente aumentando, non solo con danno della finanza, ma anche con una inevitabile disparità. di trattamento tributario, che nuoceva al prestigio morale del Governo stesso; perchè niente ferisce tanto il contribuente, sopratutto se disagiato, quanto il canfronto con chi può pagare di più, e paga quanto lui o meno di lui. .Ed è cosa, questa, della massi~a importanza in materia di tributi. Per la revisione dei redditi dei fabbricati noi l abbiamo dato agli agenti istruzioni tali, che più larghe, più concilianti, non si possono immagi- . nare; nè 1' onorevole Branca, se fosse al Governo, avrebbe potuto e saputo, mi permetta di dirlo, attuarne di migliori. " Poichè, sebbene la legge, (leggo l'ultimo branodella relazione della Direzione generale delle imposte dirette}> sebbene la legge abbia stabilito at primo settembre prossimo il termine entro il quale · dovranno pubblicarsi le tabelle. dei possessori dei: redditi, tuttavia, in considerazione che quello sa-- rebbe l'estremo limite consentito per· l'adempimento di tale formalità, vennero date istruzioni perchè, dove sia possibile, la pubblicazione sia anticipata. Si potè fare ciò in buon numero di Comuni; anzi si ha già notizia che in molti al-· tri la pubblicazione si farà nel prossimo mese di luglio. Intanto, dalle informazioni che si prendono sempre, si ha che gli accertamenti procedono nella generalità in modo sodisfacente, riuscendosi, nella maggior parte dei casi, ad evitar& i ricorsi, mediante eq:ue conciliazioni che si fanno· •

lS frequentemente tra gli agenti ed i possessori. Per tal guisa l'amministrazione può constatare che sono accuratamente seguite le sue raccomandazioni di temperanza, fin dove non rimanga offeso il principio della giustizia distributiva. " Le rettificazioni portate dagli Uffici alle dichiarazioni dei possessori debbono essere realmente fondate e giuste, perchè nei sopraindicati Comuni, nei quali fu già disposta la pubblicazione delle tabelle, le questioni da risolversi dalle Commissioni furono ridotte ad un piccolo numero, mentre è abbastanza ragguardevole la quantità dei concordati. , Difatti, nella maggior parte dei casi e l nelle più importanti località, dove si riscontrarono differenze tra le dichiarazioni dei contribuenti e gli apprezzamenti che ne fecero gli agenti, ·SÌ addi· venne già a molti co.ncordati, ed il complessivo reddito1 dalle dichiarazioni es·plicite o tacite, (perchè il silenzio, come sa la Camera, conferma il reddito precedente), ammonta a 570 milioni di imponibile, mentre il reddito preesistente complessivo era di solì 573 milioni. . Secondo i vari compartimenti, in cui, come la Camera sa,' è diviso il regno per l'imposta sui fabbricati, (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Napoletano, Sicilia e Sardegna), vi sono delle differenze in più od in meno; ma le dichiarazioni fatte finora dai contribuenti, e accertate dagli agenti delle finanze, quasi si equilibrano col fatto preesi· stente, salvo una differenza di circa 3 milioni. Sono in più le dichiarazioni spontanee dei com -

14 partimenti di Lombardia, del Veneto, dell'Emilia, della Toscana, delle Marche, dell' Umbria, del Lazio. Sono in meno le dichiarazioni del Piemonte e Ligurie, del Napoletano, della Sicilia, della Sardegna. Tutte piccole differenze, però, piccole differenze percentuali, che non mi fermerò a leggere alla Camera, sugli importi singoli di ogni compartimento. Ma queste differenze, io credo, scompariranno in parte; e non di molto sarà aumentato il reddito della imposta sui fabbricati, la cui precedente revisione del 1878, - ebbi io il còmpito di eseguirla allorchè la prima volta ho seduto a questo banco, - aveva dato 7,366,000 lire di aumento in confronto del reddito preesistente. Io credo che non si arriverà a questo, ma che si avrà, come è preveduto nel bilancio, un aumento di circa 4 milioni, che non aggraveranno molto le condizioni dei contribuenti, stando alle stesse loro dichiarazioni avute finora, indipendentemente dalle eventuali constatazioni degli agenti. Si avranno quindi 4 milioni, o ·poco più, dei -q-qali già due milioni furono assegnati in bilancio per il secondo semestre dell'esercizio del quale . . -ora CI occupiamo. . ... Dirò adésso brevi parole circa la Ricchezza mobile, ringraziando, anzitutto, l'onorevole Ricci delle cortesi parole, che ebbe ieri a rivolgermi, lodando l'amministrazione finanziaria per l'esattezza e per le cure, con cui provvede alla riscossione delle imposte. Se n'ha, difatti, una prova, io credo, - e me

.. 15 ne appello, non solo alla Commissione del bilancio, ma alla Camera, - quando si rifletta che, a tutto maggio scorso, le riscossioni delle tre grandi fonti della finanza, - le imposte dirette, le gabelle e le tas·se sugli affari, - h.anno dato oltre 44 milibni in più di quanto fu riscosso a tutto il mese di maggio dell'esercizio precedente. Ed in questo periodo, in cui è incontrastabile che un po' di anemia turbi le vene di quel corpo organico, che si chiama paese, l'esigere 44 mili~ni in più dell' identico precedente periodo, non credo sia poca cosa. (Approvazioni). Ricci. Chiedo di parlare. Seismit ·Doda, ministro delle finanze. L'onorevole Ricci parlava delle valutazioni fatte dagli agenti delle imposte per la ricchezza mobile. Ma l'oJlorevole Ricci sa che, a questo riguardo, ci sono le Commiasioni, le qnali decidono le eventuali contestazioni tra il contribuente e l'agente delle tasse. La ricchezza mobile per ruoli ebbe nell'esercizio 1889-90, 125,760,000 lire, circa, di prodotto; e per l'anno, di cui discorriamo, sale a lire 129,000,000, con un aumento, cioè, di lire 3,200,000. Questo aumento di lire 3,200,000 nella ric· chezza mobile riscossa per ruoli è dovuto - e questo farà piacere alla Camera di udire, e risponde anche ad una osservazione dell' onore· vole Imbriani, - è dovuto in gran parte alle dichiarazioni ed ai concordati dei professionisti. Io non posso nascondere alla Camera che i bilanci dei redditi industriali soggetti alla tassa di ricchezza mobile hanno subito un regresso,

16 una diminuzion-e; e proprio, a bilancio vergine, di cui si può leggere chiaro il risultato, la ricchezza mobile ha diminui to il suo prodotto negli stabilimenti industriali, Istituti di credito, Banche, commerci, speculazioni private, ecc. Ma questa diminuzione fu sanata e superata dal reddito maggiore che si ottenne nella categoria dei professionisti, medici, avvocati, ingegneri ed altri, d'ogni genere. V'è stato qualche professionista, che aveva in prima dichiargto un reddito imponibile di sole lire 4,000, il quale ha poi accettato, come temperamento, l'aumento fino a 18 o 20 mila lire. Il che dimostra che quella pubblic~zione, della quale ha parlato l'onorevole Imbriani, ha grandemente giovato all'accertamento della tassa di ricchezza mobile. (Il deputato lmbriani c~iede di parlare) Queste pubblicazioni furono incominciate dal mio predecessore onorevole Grimaldi, il quale, nel gennaio 1889, stabilì che si dovessero pubblicare i redditi che raggiungevano o superavano le 10,000 lire, ripartiti per le Provincie; e questo, ripeto, ha giovato molto. Ma, oltre a ciò, egli ha lasciato, dirò così, una altra traccia, cioè il proposito di una pubblica- · ·zione dei contribuenti di qualunque categoria e per tutte le Provincie del regno. Non nascondo che io sono rimasto alquanto indeciso .se dar luogo a questa seconda pubblicazione, poichè mi pareva che questo eccitamento al confronto fra cittadini per quel che paga l'uno e quel che paga l'altro, questa spinta, direi quasi, ad un reciproco riscontro, per raggiungere una maggiore percezione di tassa, potesse nuocere forse a quel prestigio mo-

17 rale di pateruità che deve avere lo Stato davanti ai contribuenti. Ma, considerando che ciò era già stato fatto anche molto tempo prima, perchè il compianto Sella aveva già pubblicato sullo stesso argomento ·dei volumi, i quali, purtroppo, sono rimasti polverosi nella biblioteca della Camera, considerando che lo stesso concetto era stato d ifeso da lui e che~ realmente, poteva v-enirne qualche utilità; considerando infine che nella categoria dei professionisti di media rendita v'erano realmente delle occultazioni che ferivano la suscettività dei contribuenti più gravati, ho creduto opportuno darvi corso, pensando che l'esservi, diviso in tanti fascicoli, quante sono le Provincie del Regno, un eleD:CO di tutti i contr ibuenti, in cui, per ogni Provincia, ciascuno può esercitare una specie di riscontro, avr ebbe messo cer tamente moltissimi contribuenti in condizione di dover essere più sinceri verso la finanza, nell'assolvere il debito dell'imposta. E, infatti, anche questa. pubblicazione ha indubbiamente giovato assai. Ma, diceva ieri l'onor~vole Imbriani, voi avete delle Commissioni còstituite a modo vostro, le quali non fanno che aggravare; ed il contribuente è se~pre vittima di questi meccanismi amministrativi, di queste Commissioni, alle quali voi vi appellate, ed alle quali si appella invano anche lo stesso contribuente! Ecco: io prego l'onorevole Imbriani, di' porre anche qui quella diligenza che suole mettere in tante faccende di cui si occupa, e di rammentarsi le precise disposizioni della legge sull' im· posta di ricchezza mobile. Ma, prima di tutto, '

18 io gli dichiaro che è proposito costante dell'amministrazione requa distribu.zione delle imposte a tenore dello Statuto. Si persuada egli di ciò. Se questa non fosse la massima cardinale di chi amministra la :finanza, certo che qualunque imputazione dell'onorevole lmbriani, o di altri, troverebbe debole il ministro alla risposta. Ma io mi sento forte, invece, di rispondere, ·in base alla legge, in base a quanto accade intorno a me, nell'amministrazione che ho l'onore di dirigere. Gli agenti fanno le loro proposte, che vengono sindacate dalle Commissioni; ma la prima di queste Commissioni, quella comunale o mandamentale, è composta interamente di membri eletti dal Consiglio comunale o dai rappresentanti dei Comuni consorziati, eccetto il presidente _che, giusta l'articolo 42 della legge, è nominato dal prefetto. lmbriani. Quello non conta! Seismit-Doda, ministro delle finanze. Benissimo l Passiamo alla seconda. Salaris. N on è vero! Sono proprio i presid . ' enti .... Seismit-Doda, ministro delle finanze. Domando scusa, onorevole Salaris, io non capisco bene che cosa ella intenda dire, ma l'articolo 42 della legge, che ella può consultare anche subito, dice che i membri della Commissione sono tutti eletti dai Consigli comunali, o dai rappresentanti dei Comuni consorziati, meno uno solo : il presidente, che è eletto dal prefetto. E l'onorevole lmbriani soggiungeche questo non conta! E va bene; passiamo dunque alla seconda

19 Commissione, alla Commissione provinciale, ossia Commissione, come suoi dirsi, di secondo grado, ?Omposta per metà di membri eletti dal Consiglio provinciale... E badi che il Consiglio provinciale è un'emanazione libera del voto degli elettori della Provincia... (Movimenti dell'onorevole lmbriani). Come? Vuole impugnare anche questo? Allora. dove andiamo? lmbriani . Risponderò dopo. · Seismit-Ooda, ministro delle finanze. Anticipo la risposta a queste sue osservazioni. Se ella non ammette che i componenti nomi· nati dal Consiglio provinciale siano una emanazione del principio elettivo, poichè sono gli elettori che nominano i consiglieri provinciali, io non capisco più quale sia il principio elettivo. Dicevo, dunque, che la Commissione di secondo grado è composta di membri nominati per metà dal Consiglio provinciale e dalla Camera di commercio, la quale pure è eletta da liberi elettori, che appartengono all' ~ndustria e al commercio del paese, e per metà dalla Direzione generale delle imposte: il presidente è nominato dal prefetto. (Articolo 46 della legge). Evvi, infine, la Commissione centrale. E qui l'onorevole Imbriani viene a dirci che il ricorrere alla Commissione centrale è un'ironia, perchè essa mette la sabbia su tntto quello che le si propone; perchè è una specie di Commissione arbitrale, ehe non fa altro che l'interesse della finanza; perchè, insomma1 non è che nna Commissione fiscale. Ma l'onorevole Imbriani dimentica che la Com- '

20 missione centrale giudica delle sole questioni di di·ritto, ed è incompetente per quanto riguarda apprezzamenti di fatto o estimazione di redditi. Quindi cade affatto questa supposizione di fiscalità della Commissione centrale. Come ho detto, gli agenti, in base alle dichiarazioni degli interessati ed agli accertamenti di ufficio, determinano i redditi, sui quali credono potersi imporre i singoli contribuenti. Si rivedono, in caso di contestazione fra il contribuente e l'agente, dalle Commissioni, le quali hanno facoltà, non solo di diminuirli, ma anche di aumentarli di loro iniziativa, senza la domanda degli agenti. Ma questo, purtroppo, non lo fanno; e ciò prova che l'elemento elettivo concorre ad attenuare il reddito dell'imposta, perchè raramente le Commissioni aumentano le proposte dell'agente, come avrebbero pieno diritto di fare, e non tendono invece che a ridurre il reddito proposto dall'agente, e ad accettare quello che il contribuente reclama. L'onorevole Imbriani disse ieri che in materia di ricchezza mobile si perseguita un contribuente per poche, pE;r sole 20 lire d'imposta. Ma l'ono· revole Iinbriani rammenterà che in base agli articoli 54 e 55 della legge sull'imposta di ricchezza mobile sono esenti i redditi di industrie e commerci (categoria B, capitale ed opera) in· feriori alle lire 530, poichè, deducendosi i due . ottavi, non si raggiunge il limite minimo tassabile stabilito in lire 400. Ed è da tener conto, inoltre, che i redditi superiori alla ·detta somma

21 di lire 530 fino a lire 1060 godono anche, in base all'articolo 55, di un'altra detrazione, che varia da lire 250 a lire 100 di reddito imponibile. Quanto poi ai redditi provenienti dalla sola opera dell'uomo (categoria C) essi sono esenti fino alla somma di annue lire 640, e godono le stesse detrazioni di 250 a 100 lire, i redditi che stanno fra le 640 e le 1,280 lire annue. Per la categoria B, ]a tassa minima di lire 20, circa, è quindi applicabile soltanto ai redditi non inferiori ad aonue lire 530, e per la categoria C, soltanto ai redditi non inferiori a lire 640. Vede dunque l'onorevole Imbri~ni che se v'è chi ·abbia un reddi·to minimo di ricchezza mobile, che stia in questi limiti, esso non si trova in condjzione da dover morire di fame, poichè la . legge lo esenta dall'imposta. Io vorrei che in questa materia d'imposte l'onorevole Imbriani, il quale ha colto qualche altra occasione per deplorare la severità della finanza, non solo nell'esazione della tassa di ricchezza mo· bile, ma anche in quella di registro, frenasse uu poco, non solo la facilità del suo eloquio, ma anche la versatilità e l'abbondanza dell' ingegno, con cui si scaglia, in questa materia, contro la finanza, e contro i suoi agenti. Egli, per esempio, in una recente occasione, ha deplorato alla Camera c~e nelle Puglie si usassero tali enormità fiscali contro i contribuenti, da indurii ad invocare, quasi direi, la giustizia divina a vendetta di queste angherie che la finanza esercitava sopra di loro. In quel gi~rno io me ne preoccupai molto, poi-

22 chè ritenni che l'onorevole Imbriani non avrebbe fatto, e così solennemente, simili dichiarazioni alla Camera, se non in base a fatti realmente accaduti. Ed ordinai immediatamente un'inchiesta. Non dico questo a lui ed alla Camera, per farmene un merito, no; questo era un còmpito del mio ufficio. Quando un deputato accenna a fatti specifici deplorevoli, e li accenna anche in pubblico Parlamento, è obbligo, io credo, del Ministro di preoccuparsene e di prenderne cognizione, se anche non gli si move un'interpellanza od interrogazione. Va bene? lmbriani. Certo. Seismit-Doda, min1'stro delle finanze. Ebbene; io mandai più fli un ispettore in tutte le località delle Puglie, a Bari, a Lecce, a Barletta, a Canosa, e via dicendo; ed ho qui un fascio di rapporti, in cui si constata la insussistenza dei lamentati inconvenienti. E questi rapporti non · possono certo essere il ri sultato di una coalizione di funzionari superiori, prefetti, intendenti, agenti, che si siano intesi per mentire al Ministro, mentre citano fatti, i quali provano che in simili imputazioni non vi è nulla di reale. Se vi furono osservazioni, vi furono per il contegno di un cancelliere di pretura, non per il contegno di alcun agente finanziario; e l'intendente di fi'nanza di Bari manda, a prova di quanto ha detto, un elenco che attesta essere stata sospesa l'esazione di oltre 100 mila lire per dilazioni accordate a debitori d'imposte, di tasse di registro e d'altro; e con fatti specifici accerta che non risulta vi siano lagni, nè contro i ricevi tori, n è contro gli agenti.

28 Io non leggo i documenti alla Camera; se l'onorevole Imbriani vuoi prenderne cognizione, io non ho difficoltà a mostrarglieli, perchè quanto affermo lo posso sempre provare con documenti, che non ho ragione di nascondere a chi rappresenta la nazione e si è fatto organo di queste lagnanze, che noi crediamo infondate e possiamo dimostrare tali. · E ~on credano l'onorevole Imbriani e l'onorevole Branca che giovi alla nostra condizione finanziaria ~l venire a protestare, in questo re- .cinto, contro una pretesa soverchia fiscalità degli agenti, quasi che questi estorcessero le imposte anche dove manca la possibilità di pagarle. Ogn_uno sa che le imposte sono, ora specialmente, gravose; poichè il paese, nelle attuali condizioni economiche, nelle attuali condizioni del1a produzione agricola e industriale e del movimento dei capitali, non è in grado di facilmente sopportare gli oneri che ha, e tanto meno di accettarne dei nuovi, come ha dett<? ieri l'onorevole mio collega del Tesoro, rispondendo all'onorevoleBranca riguardo a quell'aggiornamento, -che, secondo lui, noi facciamo della questione finanziaria, accusandoci anche di non avere un piano finanziario. A questo proposito mi permetta egli di fargli notare che è già un piano finanziario molto ·chiaro ed esplicito. questo, di fare le maggiori ~conomie possibili in tutti i rami dei pubblici servizi, come si è fatto, e come (posso dirlo senza vanità) credo di averne dato io l'esempio nel di- -castero delle finanze.

'24 E colgo quest'occasione per ringraziare l'ono- . revole Bertollo, il quale, occupandosi di bilanci, ha già fatto questa dichiarazione alla Camera, augurando che tutti i bilanci somigliassero a quello delle finanze. Il sistema delle economie a qualunque costo, fino al punto, bene inteso, di non pregiudicare i servizi pubblici, ed i1 proponimento di non gravare il paese, fino a che non sia ritornata quella elasticità di movimento economico che· possa permettere qualche aggravazione di alcuni tributi , io credo che questo sia un piano finanziario chiaro e preciso. Io non so quale altro piano finanziario domandi l'onorevole Branca in questa materia. Vuole le imposte? Ma le ha combattute egli stesso ; ed egli stesso le ha dichiarate impossibili. Vuole le economie? Ebbene stiamo facendo quelle che si possono fare, e ne faremo ancora, in avvenire, delle maggiori. Non venga egli dunque ad accusarci di essere privi di qualsiasi idea finanziaria e di qualsiasi piano per l'avvenire delle ~ostre finanze! Noi speriamo che, seguendo questo sistema delle economie, e con le riforme organiche che ci proponiamo di fare, ma il cui risultato non potrà certo essere immediato, poichè la Camera sa che le ri- ' forme organiche importano delle passività, le quali, sul principio, equilibrano le economie; colle riforme organiche, dicevo~ che ci proponiamo di · fare, e delle quali abbiamo più volte parlato alla Camera, si aumenteranno le probabilità di conseguire quelle stabili economie durature, che ren.- deranno più saldo il nostro bilancio.

25 È con questo concetto che ieri l'onorevole mio collega Giolitti dichiarò alla Camera qual' è il fine :finanziario che ci ·proponiamo. Io mi auguro che l'onorevole Branca, certamente autorevole in questa materia, poichè si è occupato sempre di questioni finanziarie, voglia, anzichè asteggiarci, come mostra di fare, e reprimendo quella concitazione improvvisa, a cui si è abbandonato rispondendo al mio collega del Tesoro... Branca. Fu il suo collega. Seismit·Doda, ministro delle fin_anze. Io mi auguro, dico, che egli, uomo di studio qual' è, voglia, anzi che procurarci maggiori difficoltà, aiutarci in questo difficile còmpito, a cui cerchiamo di provvedere il meglio possibile. . Se l'onorevole Branca farà questo, se la Camera ci seguirà in quest'ordine d'idee, io spero che quelle nubi oscure, quei tetri c~lori di cui si vale spesso l'onorevole Imbriani per dipingere a nero tutto l' orizzon~e finanziario, poicl;l.è tutto gli serve d'occasione per mostrare che si vive nel peggiore dei mondi possibili, e i carabinieri e le tasse... lmbriani. Ragiono sui fatti, signor . ministro. Seismit-Doda, ministro delle finanze. Mi permetta: non giova questo, si assicuri, non giova all'andamento della cosa pubblica; perchè le parole che qui si pronunziano hanno un'eco fuori di questo recinto. lmbriani. Certo, debbono averla nel paese.. Seismit-Doda, ministro delle finanze. Il trovare che . tutto va male; che il Ministero non è che

26 · uno scorticatore di contribuenti, com'egli ha.detto, che, mentre con una mano piglia pel collo il ~ontribuente, con l;altra dà agli affaristi... . lmbriani. Ai favoriti: precisamente. Seismit -Doda, ministro delle finanze. Il favoritismo nelle imposte!... Ma come può pensarlo, come può pensare che giovi il dirlo,.mentre, nella sua coscienza, ella stessa non può credere eh& questo si a vero? lmbriani. Altrimenti, non lo direi. . (Si ride). Presidente. Non interrompa! Seismit-Doda, ministro delle finanze. Non è ammissibile che si possa credere che il ministroscortichi i contribuenti. l mbriani. No, li accarezza! (Si ride). Seismit -Doda, ministro delle finanze. Se la legg& è dura, egli cerca di mitigarla. Io, per esempio, mi faccio un v~nto di dire che qualche temperamento l'ho portato, 'e spero di portarne ancora. E, se la Camera - vorrà secondarmi, spero che quell'argomento, su cui l'onorevole Imbriani torna spesso, quello delle espropriazioni e delle devolnzio~i di immobili per debito di imposte, spero, con l'abolizione delle quote minime, che fin dal 187_8 io ebbi l'onore di proporre alla Camera e che avrò la costanza di riproporre a suo tempo, quell'argomento sarà tolto alle nostre discussioni. Intanto si fa il meglio che si può. Ma venire a. dire che da un lato scortichiamo i contribuenti, e dall'altro diamo tu'tte le immunità alla gente di affari, esentiamo dalle imposte quelli che possono pagare e· non vogliono pagare; crede egli che giovi nella opinione pubblica? Perchè fuori

27 di questo recinto v'è sempre qualcuno che crede possibile simili cose. Eppure, non solo non sono possibili, ma sarebbero in.decorose e vergognose pel Governo che le permettesse e per la Camera .che le tollerasse. lmbriani. ·no citato fatti. Seismit Doda, ministro delle finanze. Ma scusi l ehe mi parla di fatti!..~ Sa bene che i f~tti si raccontano~ se anche in buona fede, come si odono. E quante cose nella storia si ripetono, perchè si sono udito leggere o raccontare da altri, in quel dato modo ? Ma poi, più tardi, viene la dimostra- -zione che le cose non erano quali si dissero. E :allora? Nel ·mondo giudiziario v'è adesso la riabilitazione; ma nel mondo politico certe affer· mazioni pubbliche che nuocciono al prestigio del ·Governo, che gettano un'ombra sull'amministrazione, che inducono nel paese il sospetto che si possa amministrar male , che si po~sa sevire verso i contribuenti, si assicuri che non giovano :al prestigio delle istituzioni parlamentari. lmbriani. Lo facevate tanto voi, prima !... Presidente. Non inierrompa! Seismit Doda, ministro delle finanze. Ella mi dirà .dopo, ciò che le parrà. meglio: io non la inter- . rompo mai . ... E non giovano nemmeno a quei più assoluti, più avanzati fautori della libertà, fra i quali si schiera l'onorevole Imbriani : poichè, concul - ·Cando quelle istituzioni che nol cerchiamo di rendere incrollabili, si pregiudicano quegli stessi principii di libertà, che da quel lato ~ella Camera .( A~cenna all'estrema sin-istra) si proclama di volere .difendere. (Bene!)

28 lo sono convinto di questo; e spero che quando saremo un po' più abituati alla vita pubblica e calmeremo alquanto quell'impulso d'iraconda diffidenza, che qualche volta si solleva in questo recinto, le cose procederanno meglio, ed avremo il consenso del paese e forse anche il plauso di quegli stessi uomini, i quali oggi non fanno che biasimarci. (Approvazioni). . .

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