Felice Turotti - Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II

-( 66 ) - La seconda abbraccia quelle che ostano al migliore andamento governativo. Alla terza si riferiscono quèlle che fanno desiderare un buon sistema legale. Molte sono le cagioni della prima classe ma basterà toccare le principali. Il sentimento del dovere, l'adempimento della legge religiosa e morale l' integrità della condotta lo zelo negli uffizzii, la since· riti dell'opinione, l'amore del bene son qualità sì rare che il posse~~ o di esse forma un merito di pochi, mentre dorrebbe essere per tutti un dovere. L'i struzione privata non è incoragg ita, la pubblica imperfetta , l'insegnamento elementate manca, manca il secondari9, così l' u- ' niver:;itarìo, è la cima di una piramide senza base. E vero ch.e 11 ' b una commissione la quale deve presentare un progetto pel 1848. Ma è altresì sicuro che abbiamo perduto quasi un secolo di studi bene ordinati, che i prog~tti lentissimamente SI trasformarono in istituzioni che nel motu proprio del dì 28 nov~mbre 1818 pose in qui stione la libertà dell' insegnamento. Ma venga pure e ·sollec itamente il nuoro e compiuto ordinamento delle cuole pubbliche. I suoi frutti non si potranno raccogliere che fra molti anni. Intanto il bisogno dello stato è quello del sapere, non solo per le ingerenze ordinarie ma pill ancora per i provved imenti pres- ~anti e straordinari. Quasi mai anco i pochi esieno pure imperfettamente istruiti non vengono ricercati imparzialmante, ed occupati secondo la Yera loro capacità, e soprattutto onorati nel mig· ti or modo, cioè colla fiducia nel sapere come garanzia di probità e come necessità di governo. La Toscana ha più bisogno di ogni altro paese della coltura e dd l' onoranza della coltura. Essa ha la sua gloria e la sua forza in un antichissima civiltà, èhe non può ripudiare senza infamarsi ed annichilarsi. Per le scienze e per le arti è stata sempre la più propulsiva e la più felice, quindi se non ritornasse a coltivarle e ad onorarie scaderebbe dalla sua prosperità e dal suo primato. Questa decadenza non so lo sarebbe il suo danno mo rale ed economico, ma farebbe la sua vergogna rendendola . diversa dal suo passato, inferiore agli altri paesi che la ri\·aleggiano. Quindi il paese sarebbe ferito nel cuore da una piaga mortale. Coloro che non conoscono la forza delle idee diretta dalla ragione istruita ch'è una seconda religione crederanno ntopie queste considerazioni. Ma il governo e il principe della Toscana ne vedranno tutta la importanza. Ostano al mi gliore andamento governativo molti impedimenti. Uno è già accennato nella mancanza di regolari studi che dà

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