Felice Turotti - Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II

-( lJ.l )- ,Ma prima di separarsi 1 tre monarchi stabilirono un proclama da spedirsi ai governi d'Europa, il quale era una sfida a coloro fra. essi che avessero parteggiato per liberali istituzioni. Carlo Felice fatto fidente che le alte potenze erano sempre pronte ai cenni de• governi d'Italia a soffoccare ogni tentativo di rivolta si abbandonava agli ozj e tutto lasciava fare a suoi mi - nistri. La cosa pubblica era però male amministrat:1, ed a rimediare a molti sconci della pubblica amministrazione fu assunto alla direzione della medesima il cavaliere Roget di Cholex il quale introdusse alcune salu tari riforme, le quali schiusero ad altre il varco. In onta del s1:1o affetto per le vecchie istituzioni, Carlo Felice dotò l'accademia delle scienze la filodrammatica e filarmo - nica, istituì pubbliche scuole di scultura e di pittura, fondò un museo d'antichità egiziane, liberamente dotò pubblici ~tabilimenti ed eziandio pri vate persone ma povere. Per la morte di Biamonti professore di eloquenza al Torinese Ateneo fu chiamato da Roma a succedergli il padre Manera che introdusse metodo più liberale nell'insegnamento. Anche la privata educazione dei patrizii erasi assai migliorata, dacchè molti padri volevano che i loro fi gli prendessero notizie delle cose e degli uomini e che le scienze e le gentili arti coltivassero. Quindi il Piemonte progrediva ,·erso quella civiltà e quel liberalismo di cui doveva essere modello. Carlo Felice nominò il principe Carlo Alberto generale di cavalleria. A conturbare la sicurezza dei potentati vennero le tre giornate di luglio, nelle quali fu esautorato il ramo primogenito dei Borboni. All'epoca del rivolgimento parigino Carlo Felice trovavasi in Savoia cercando distrazione c rimedio alla declinante sua salute, si affrettò a ritornare a Torino temendo si toglies:,e occasione della sua lontananza per sollevare il popolo. La ri vo luzione di luglio produsse nel mondo, universale scossa. I popoli che i trattati del 1815 avevano .c;ottomes5o si agitarono. All'apparire della bandiera tricolore che S\'Emtolava sul palazzo del console di Francia a Liegi ed Anversa si domandava in virtù di quale diritto due milioni di Olandesi comandavano a quattro milioni di Belgi. • . Le università alemanne popo1ate da giovani pieni di nobili aspirazioni per la libertà, fecero sentire la loro voce e l'Italia tutta sentissi animata dal desiderio della propria indipendenza. Negli stati pontifieii l' entu:;iasmo fu immenso. Gli italiani non cessavano di volgere lo sguardo verso le Alpi credendo ad ogni momento di vederne a scender i francesi. Il partito feudale e religioso mercè il rivolgimento deUe giornate di luglio ricevette colpo micidiale e decisivo , non solament~ in 4t

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