Felice Turotti - Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II

-(35 )- in un principe che si manifestava amante delle riforme , ed ansioso di vedere l'Italia indipendente. Queste nobili aspirazioni che senza tema rendeva pale:,i, la simpatia per lui dimostrata ai liberali, le confidenze ricevute da alcuno di loro furono interpretate come deciso impegno ad assecondarli, e quando con fermezza si rifiutò ad essere loro capo cominciarono a lagnarsene come di apostasia. Quando divenuto reggente sforzato poi a promulgare la costituzione Spagnuola, e costretto finalmente dalla forza degli avvenimenti a partire, e dichiarare nulli quegli atti che gli erano stati imposti dalla violenza a' quali aveva pure opposta la riserra della sanzione regale allora si gridò al tradimento voce ehe suonò PQ..f molti anni, ma-da lui vittoriosamente confusa, e la smentita suggellò col sangue de' suoi prodi e colla sua Yita. A chi voglia considerare con attenta imparzialità gli avvenimenti, apparirà manifesto che il principe non aveva preso nessuno impegno cogli insorti. Questi chiamarono tradimento ciò che dovevano dire piuttosto illusione fallita. Ma spingendo più oltre l'esame, accuseremo forse il principe di poca generosità, di tiepidezza nell'amare la patria per la sua esitanza, per la sua ubbidienza agli ordini del re! Due grandi considerazioni furono guida a Carlo Alberto nella sua condotta. La prima come avvertimmo l'insufficienza dei mezzi per far trionfare l'impresa~ la seconda la minaccia di vedersi spogliato dei diritti alla guccessione al trono. Già da vari anni com' è noto il partito retrogrado accortosi delle sue tendenze alle riforme, mirava ai suoi danni vagheggiando la soppressione della legge salica perchè fosse chiamato 'al trono Sardo il duca di Modena che aveva in isposa Maria Beatrice figlia del re Vittorio. Carlo Alberto doveva risparmiare alla sua patria tanta sventura. non poteva permettere che un principe Austriaco fosse sostituito alfa sola dinastia italiana che durasse ancora nella penisola. Dichiarandosi ribelle avrebbe favorito i disegni de' suoi nemici, avrebbe fatto lieta l'Austria d' un grande acfJuisto. Se per avventura il duca di Modena fosse salito al trono Sabaudo che diveniva di tutta Italia 't Splenderebbe ora il sole dell ' indipendenza su i campi Lombardi e si sarebbe il suo raggio difTuso per tutta Italia. Avrebbe brillato la gloria dell'armi italiane a Montebello a Palestro a S. Martino? AHebbe potuto il prode soldato ed il re galantuomo continuare con tanta perseveranza l'opera che avea cominciata il magnanimo suo padre? Il Santa Rosa ministro della guerra aveva fatto radunare vari battaglioni e quanti maggiormente di soldati potesse riunire s' adoprava onde varcare il Ticino e farsi assalitore per suscitare se gli era possibile l' erit•tsiasmo dei popoli. A turbare i progetti d i

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