Felice Turotti - Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II

-( 1~ ) - due anni non comptull restava sotlo la tutela della madre l\Iari a Cristina di Sassonia prin~ipessa di Curlandia, donaa d' alti s' imo ingegno, ottima che sapeva adattarsi a\la cond izione de' tem pi c superarn e le diffico ltà. l~ssa si tra3 ferì in Ginevra dove il fi glio· riceve tte i primi erudimont i" d'educazione, e n~l 1808 recatosi a Parigi ne aflìclò l'i struzi one all ' abate Leautard nel cui collegio accorrevano i fi gi i delle più cospicue fami glie. In -quo' tempi le di sc ipline guerresche avevano larga parte nell'educazione, e non è a dire lJUél.nto amo re vi mette::;::;e Carlo Al· berto che si di stingueva tra i suoi compagni per as:-J iduità allo studio c pronta intelli genza. La glori.l degli eserciti francesi e de' capitani che li gu ida- ,·ano ai tri onfi esaltavano la sua immaginaz ione, c la sapienza dcll 'ammmistrazionc imperble lasc iava nell a sua mente tnli tracce ello dovc:mo più tardi trarlo a con fronti spiacevoli col sistema che Vittorio Emanuele avea ristaurato in Piemonte. L' impèratore che abju rando all 'origine democratica del suo potere, Yoleva legare. alla sua fortuna i rampolli dell e più cospicuo ramiglic non pote,·a dimenticare un principe di c:-~sa di Savoia e lo avea nominato luogotenente nell' ottavo reggimento dci dragoni . Nel 1811 ritornati i reali di Savoia nell ' antica lo.r sede Carlo Alber to si tramutava in un coll a madre in Torino, O\'e continu r'1 l:t sua ed ucaz ione, prima. sot to la gu ida del Grimaldi datogli per ajo, indi gli venne messo a' fianchi qual segretario l'avvocato Nota di chiarissimo ingegno e dell' itala scena ornamento. Nel 1817 impalmava .Maria Teresa fi glia d-i Ferdinando Granduca di Toscana. La novell a sposa era giovane e bella ornata di molta pietà.. Il principe di Cari gnano sull 'aurora della vita porgeva si aggraziato cavaliere, amava l' Italia, a\·ea dime::;tichezza con alcuni giovani ufficiali caldi di patrio aiTetto , si mostrava dedito alle ci- ' ili riforme e pieno di fede che Dio lo scorges:;e dove gran~i italici de:- tini lo ch i'lmavano. I Pi emontes i i quali per le sue qua - lità gli portavano amore videro con molta all egrezza il n1iltrimonio de ll 'amato principe nel qual e do\'eva passare l'eredità. della Coro na. Il pensiero di red imere Italia era in lui potente , c si consacrava allo studio delle guerresche discipline , conoscendo che le sole armi poteano fargli raggiungere lo scopo da lui ardentemente desiderato. Nominato gran maestro d'artiglieria tut.to s'attniTò nell a scienza ùi quell' arma nella quale i Piemontesi sono riguardati come modello. La gloria napol eonica aveva acceso la mente di Carlo Alberto, c la sapienza ed i fasti del grand' uomo egli venerava, e doloroso.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==