Felice Turotti - Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II

-( J.l74 )-- Santo Padre unirà in un sol corpo le membra ùi una medesima fam iglia. La Venezia rimane è vero sotto lo scettro dell'Austria, ma sarà una provincia italiana che formerà parte della confederazione. La riunione della Lombardia col Piemonte ci crea da questa parte dell'Alpi un potente alleato che ci sarà debitore della sua indipendenza. I governi rimasti fuori del movimento, o rintegrati ne' loro dominii comprenderanno la necessità di salutari riforme. Un armistizio generale farà scomparire le traecie delle civili discordie. L' Italia signora ornai delle sue sorti non avrà più che ad incolpare se medesima se non .avanza gradatamente nell'ordine e nella libertà. Voi tornerete fra breYe in Francia, la patria riconoscente accoglierà con giubilo quei soldati che levarono sì alto le glorie delle nostre ·armi} a Montebello, a Palestro, a Turbigo , a Magenta, a Melegnano, a Solferino, che in due mesi hanno affrancato Piemonte e Lombardia, e non hanno fatto sosta, se non perchè la lotta stava per pigliare proporzioni le quali non corrispondevano più a'gl"i intere~si che la Francia aveva in questa guerra formid.\bile. Andate dunque superbi de' vostri lieti successi, superbi dei ri- . sultati ottenuti , superbi sopratutto di essere i figli prediletti di quella ·Francia, che sarà sempre la gran nazione finchè avrà !ln .cuore per 'COmprendere le nobili cause e uomini come voi per •difenderle. » H riparto d' Italia convenuto nei preliminari di Villafranca non t.alentò agli Italiani, ma fidenti nel genio di Napoleone III s' ac· quetarono, ed intanto i ducati, le legazioni e To~ca na pronunciarono il voto so lenne per l' annessiene al Sabaudo trono. Vittorio Emanuele per antonomasia chiam:Ho il re galantuomo, il primo soldato dell 'indipenza d'Italia a"ea suscitato l' entusiasmo dei po· poli della penisola, e tutti anelavano d' inalberare per vesillo la Croce di Savoia. Il re accolse con distinta benevo lenza le varie deputazioni apportatrici dei voti dei popoli, che offrirono luminoso esempio di moderanza civile e provarono di meritare l' indipendenza, e non possiamo parlare di que' popoli senza citare con reverenza i nomi di Massimo d'Azeglio e di Luigi Farini e di Ricasoli che furono dalla cosa pubblica moderatori nell ' Italia centrale e vi lasciarono ricca eredità d' affetti. Il conte di Cavour dopo la paee di Villafranca si dimise, cessata la guerra finiva la dittatura del Re ed in forza dello Statuto dovevasi rifare il ministero. Fu tale compito affidato al Conte Francesco Aresi, patrizio milanese, che fino dalla sua giovinezza visse esule e fece s~rnpre ~qerr~ al dom!nio austriaco, e dopo it

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==