Felice Turotti - Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II

-( i45 )- dato dal 7.0 bJ. ttaglione bersaglieri e delle compagnie del 1.6 .o che prime giunsero in linea ; le quali nostre tr uppe s' impadronirono degli altri pezzi della batteria e fecero pur essi molti prigionieri . Il colonnello dei Znavi (Chab ron) laseiato a gu1rdia del ponte un drapello di bersaglieri inseguiva colla baionetta alle reni il nemico che si ritirava precipitosamente ed in gran disordine. Alle due dopo mezzo giorno gli austriaci respinti e fugati su tutta la linea, erano in piena ritirata verso Robbio e Rosasco, lasciando nelle nostre mani mille prigionieri, seicento feriti, un numero considerevole d'armi, di bagagli, uri' intiera batteria, eù il campo di battaglia coperto di · morti. . . Le nostre perdite furono sgraziatamente considerevoli. Annoveransi . nel reggimento di Zuavi 46 morti fr a i quali un capitano. · · Feriti 229, di cui 1n ufficiali. E nelle truppe della 4.a di visione : Morti n6. Feriti 2n8, e di cui i3. ufficiali. Combattimento di Confienza del 3 t maggio. Nel mattino dello stesso giorno 3i' maggio, le ricognizioni sp inte . dalla 2.a divisione dalla parte di Bobbio incontravano il nemico che si avan'Zava con forze ragguardevoli sopra Confìenza. Verso le ore iO di mattina nel moraento appunto che si pronunci:wa l'attacco d,i P~lest ro, il nemico apriva un vivo fuoco di ar'tiglieria contro Conqenza. Il generale Fanti poneva a difesa di questo vil· laggio la brigata· Piemonte con alcuni pezz i d'artiglieria, e 'mandava presso la Cascina Nuova, dietro la roggia Dusca, la brigata Aosta, onde premunirsi da quella parte e. minacciare nello stesso tempo il fìanco destro delle masse nemiche che attaccavano Palestro. Le due brigate marciavano risolutamente all' incontro degli austriaci ; li attaccavano alla baionetta, li respingevano d i fronte e di fianco e li inseguivano sulle due strade di Bobbio su cui frettolosamente si ritiravano. · In queste ultime giornate in cui l' armi italiane brillarono di sì vivido splendore e segnarono nella storia pagina immortale, Vittorio Emannale II alla testa de' suoi cavalli con un coraggio che toccava. la temerità vedevasi primo o fra primi movere all' àssalto, iaanimire coll'esempio e colla. voce i suoi prodi, e la vittoria come dolce sorella lo seg tiiva poichè i·n lui non era la conqui~ta che sorreggeva, ma la sorte di tanti popoli infelici che in lui speravano, anzi in lui solo vivevano·. E tanta fu l'energia dal nostro re dispiegata che i Zuavi che tutti sannò di qual indomabile coraggio

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