Felice Turotti - Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II

-{ i38 )- Ma i fuggenti, giunti sull'altura di Belforte, si organizzavano di bel nuovo a battaglia, e, profittando della propizia posizione , vomitavano contro i militi d'Italia il fuoco delle loro artiglierie. Senonchè, come colpiti dal fulgore, ess i furono nuovamente sopraffatti dai nostri e costretti a riprendere nuovamente la fuga. Dio protegge chi combatte per la propria indipendenza. Cristo lo proclamò. Il Vangelo vuol dir libertà. Due soli morti rimasero sul campo dei nostl'i e sei feriti. Ma quando la vittoria ci arride duopo è tenerla stretta al nostro carro. Nè Garibaldi è tale da lasciarsi fuggire le oc· casioni. Alle 4, ore era principiato il combattimento al limitare di Va· . rese, e già alle 8 un nuO\'O c più aecanito combattimento avre· DÌ\' a. sul margine dell'Olona. Malnate e S. Salvatore erano teatro di eroir.he gesta. Avc,·a il nemico occupato anche una volta favorevoli posizioni c parve per un momento fidente in questo suo vantaggio. Intrepidi però s' avanzavano alla baionetta due battaglioni di militi di Garibaldi contro il fuoco , e, non curando le perdite che necessariamente doYevano soiTrire, presero d'assalto le alture e se ne impadronirono. Mentre ciò a\'\'eniva, un altro battaglione di Cacciatori, spingendosi in catena lungo i cespugli, molestava con scariche continuate i soldati di Urban , i quali cadevano, e non ,·edèndo i feritori, eran quasi in dubhw che le piante istessc face s~er fuoco contro di loro. La~ciato quindi ancora seminato di cadaveri il campo, fuggì U nemico fin sopra Lucino. Lo inseguirono per lungo tratto i nostri, i quali nella foga e nell'entusiasmo sarebbero di certo giunti in quel giorno istesso a Como trionfanti, se Garibaldi, avendo avuto notizia di un'altra Golonna di Tedeschi che s'avanzava per la strada di Casanuova verso Varese, non li avesse chiamati a raccolta per difendere f]uella città. E fu provvido consiglio, poichè quella colonna appena intese gli evviva a Garibaldi, come al solito, retrocesse e ft~ggi spaventata. La perdita sofferta dai Cacciatori delle Alpi in tutto quel giorno si fa ascendere a 7 morti, 55 feriti, e 2 prigionieri. Quella del nemico fu molto maggiore, dacchè, non contando i fanti abbandonati nelle vicinanze del combattimento , testimonj oculari alla Ca merlata, in un solo dei tre convogli che furon visti partire verso Milano, contarono più di 200 feriti, la maggior parte a bajonetta. Dop<? la giornata vittoriosa del !6 maggio, la valorosa schiera i

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