Felice Turotti - Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II

-( i06 )- la nazione francese soccoritricc della persona del papa essa ad altro non pensa. La vostra mi ssione è delicata ed esige gran sicurezza di veduta e di giudizio. Il governo della repubblica ha piena confidenza nei sentimenti ehe avranno a dirigervi. Jo debbo insistere anche sull' impiego delle truppe affidate alla vostra di· rezione. ll loro sbarco non dee operarsi che allo scopo di ottenere la sicurezza del papa. È forse possibile, che gli avvenimenti riappariscano tali da far sorgere delle neccess ità che io qui, non posso prevedere. In. questo caso voi dovrete immediatamente prendere gli ordini del governo della repubblica , la quale secondo il caso e le proposizioni che voi le farete si deciderà sia per mezzo dell a sua iniziativa, sia dietro gli ordini presi dall' assemblea. • Quando Pio IX si vide sicuro sotto le ali del Borbone lanciò fulminante protesta da Gaeta, nella quale sosteneva che tutte le concessioni alle quali aveva aderito, gli erano state strappate dalla violenza del popolo, e dichiarava che tutti gli avvenimenti di Roma dopo il i6 novembre provocarono l'indignazione divina. Giunta in Roma quella protesta, fn tosto dichiarata dal governo e dalle camere apocrifa imperciocchè non era firmata che del cardinale Antonelli. In allora si pensò dai ministri di mandare una deputazione tal papa per esortarlo al ritorno. La deputazione infatti partì, ma arrivata a' confini del regno delle dne Sicilie un ispettore di po· !izia chiese ai deputati se contavano di recarsi a Gaeta, alla quale dimanda risposto dai medesimi affermativamente, egli allora loro disse che positivi ordini superiori gli vietavano di lasciarli oltre procedere. Invitato quell' ispettore a porre in iscritto quanto aveva detto a voce, si rifiutò allegando che tal cosa non era in sua facoltà di fare. la allora la deputazione pensò qi dirigere una lettera al cardidinal Antonelli, significandogli lo scopo della propria missione pregandolo di sollecita risposta. La risposta fu portata da un carabiniere napolitano nella quale diceva il cardinale che nel motu p1·oprio del 27 novembre il santo padre aveva accennato alle cagioni che l' obbligarono a partire da Roma, e le medesime ancor sussi~tendo, non' voleva per ciò far ritorno alla sua sede. L' ordine di Cavaignac d'invadere la Romagna, pervenne a Roma , il governo non assonnò e fare solenne protesta contro quella deliberazione, nella quale faceva appello in nome prop rio e dell' Italia ai potentati d' Europa. Nel giorno H dicembre la camera dei deputati sanzionò la legge seguente, « considerando che gli stati romani si reggono a governo rappresentativo e godono dei dirittt e delle guarentigie

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