applicata la legge, soltanto la legge, i diritti della opposizione sarebbero risorti indomabili. Il Governo non li contestava, si risponderà. Non ha garentito alle opposizioni un terzo della rappresentanza nazionale? Sì; ma queste opposizioni dovevano condursi, non come volevano, non come meglio credevano per raggiungere i loro fini, ma come il Governo e la sua maggioranza ritenevano conveniente e lecito. Soprattutto, mai, mai dovevano prefiggersi lo scopo di minare od abbattere il Governo nazionale, di voler sostituirsi ad esso, rovinando così la Patria. L'intransigenza, il linguaggio minaccioso, l'insulto atroce contro chi discuteva il regime e non l'accettava e si rifiutava di inserirvisi con un compito di opposizione comparsa che avesse reso completo ad uso dei benpensanti il quadro dell'assoluto rispetto costituzionale, erano conseguenza di questa asserita convinzione di essere i soli nel vero, di essere i soli ad amare la patria, e ad intuirne gli interessi, e di aver pertanto il diritto di dirigerne la vita. Siffatta
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