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cronaca parlamentare del ''caso,, matteotti edizioni lara - rom•
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Al di là delle polemiche ( alle quali, per altro, la pub,blicistica di questi ultimi vent'anni ha fornito contributi massicci), questo volume vuol documentare, con la freddezza del cronista, quanto fu detto in Parlamento dall'inizio alla tragica conclusione di quello che, da allora, fu chiamato il caso Matteotti. I discorsi e le dichiarazioni dei vari protagonisti - di parte fascista o dell'opposizione - sono tratti integralmente dai resoconti parlamentari della Camera dei Deputati e del Senato del Regno, compresi i commenti e le i,.terruzioni. Certo appare difficile, trattando u~ co7
s} incandescente materia, non parteggiare: ma a ciò siamo indotti non tanto da considerazioni personali quanto dal pensiero che, ormai, a quarantaquattro anni dagli avvenimenti, tutti coloro che, da un lato o dall'altro, ne furono protagonisti, sono usciti dalla cronaca opinabile, per essere consegnati alla storia che altri, domani, scriverà più serenamente. 8
L'ultimo discorso di Giacomo Matteotti Camera dei Deputati seduta del 3 maggio 1924 MATTEOTTI: Noi abbiamo avuto da parte della Giunta delle elezioni la proposta di convalida di numerosi colleghi. Nessuno certamente, degli appartenenti a questa Assemblea, all'infuori credo dei componenti la Giunta delle elezioni, saprebbe ridire l'elenco dei nomi letti per la convalida, nessuno, né della Camera, né delle tribune della Stampa. (Vive interruzioni alla destra e al centro). LUPI: E' passato il tempo in cui si parlava per le tribune! MATTEOTTI: Certo la pubblicità •è per 9
voi una istituzione dello stupidissimo secolo XIX. (Vivi rumori. Interruzioni alla destra e al centro). Comunque, dicevo, in questo momento non esiste da parte dell'Assemblea una conoscenza esatta dell'oggetto sul quale si delibera. Soltanto per quei pochissimi nomi che abbiamo potuto afferrare alla lettura, possiamo immaginare che essi rappresentino una parte della maggioranza. Ora contr.o la loro convalida noi presentiamo questa pura e semplice eccezione: cioè, che la lista di maggioranza governativa, la quale nominalmente ha ottenuto una votazione di quattro milioni e tanti voti. .. (Interruzioni). Voci al centro: Ed anche più! MATTEOTTI: ... cotesta lista non li ha ottenuti, di fatto e liberamente, ed è dubitabile quindi se essa abbia ottenuto quel tanto di percentuale che è necessario (Rumori - Proteste) per conquistare, anche secondo la vostra legge, i due terzi dei posti che le sono stati attribuiti! Potrebbe darsi che i nomi letti dal Presidente siano di quei capitalisti che reIO
sterebbero eletti anche se, invece del premio di maggioranza, si applicasse la proporzionai.e pura in ogni circoscrizione. Ma poiché nessuno ha udito i nomi, e non è stata premessa nessuna affern1azione generica di tale specie, probabilmente tali tutti non sono, e quindi contestiamo in questo luogo e in tronco la validità della elezione della maggioranza. (Rumori vivissimi). Vorrei pregare almeno i colleg_hisulla elezione dei quali oggi si giudica, di astenersi per lo meno dai rumori, se non dal voto. (Vivi commenti -· Proteste - Interruzioni alla destra e al centro). MARAVIGLIA: In contestazione non c'è nessuno, diversamente si asterrebbe! MATTEOTTI: Noi contestìamo ... MARAVIGLIA: Allora ..ò. ntestatc voi! MATTEOTTI: Certo sarebbe maraviglia se contestasse lei! L'elezione, secondo noi, è - essenzialmente non valida e aggiungiamo che non è valida in tutte le circoscrizioni. In primo luogo abbiamo la dichiarazione fatta esplicitamente dal GQverno, Il
ripetuta da tutti gli organi della stampa ufficiale, ripetuta dagli oratori fascisti in tutti i comizii, che le elezioni non avévano che un valore assai relativo, in quanto che il Governo non si sentiva soggetto al responso elettorale, ma che in ogni caso - come ha dichiarato replicatamente -- avrebbe mantenuto il potere con la forza, anche se ... (Vivaci interruzioni a destra e al centro - Movimenti dell'onorevole Presidente del Consiglio. Voci a destra: Sl, sl! Noi abbiamo fatto la guerra! - Applausi alla destra e al centro). MATTEOTTI: Codesti vostri applausi sono la conferma precisa della fondatezza del mio ragionamento. Per vostra stessa conferma dunque nessun elettore italiano si è trovato libero di decidere con la sua volontà ... (Rumori, proteste e interruzioni a destra). Nessun elettore si è trovato libero di fronte a questo quesito ... MARAVIGLIA: ·Hanno votato otto milioni di italianil MATTEOTTI : ••• se cioè egli approvava o 12
non approvava la politica o per meglio dire il regime del Governo fascista. Nessuno si è trovato libero, perché ciascun cittadino sapeva a priori che se anche avesse osato affermare a maggioranza il contrario, c'era una forza a disposizione del Governo che avrebbe annullato il suo voto e il suo responso (Rumori e interruzioni a destra). · Una voce a destra: E i due milioili di voti che hanno preso le minoranze? FARINACCI: Potevate fare la rivoluzione! MARAVIGLIA: Sarebbero stati due milioni di eroi! MATTEOTTI : A rinforzare tale proposito del Governo, esiste UP.amilizia armata... (Applausi vivissimi e prolungati a destra e grida di« Viva la Milizia»). Voci a destra: Vi scotta la milizia! MATTEOTTI: ••• esiste una milizia annata ... (Interruzioni a destra-Rumori prolungali). Voci: Bastai Bastai PRESIDENTE : Onorevole Matteotti, si attenga all'argomento. 13
MATTEOTTI: Onorevole Presidente, forse eHa non m'intende: ma io parlo di elezioni. Esiste una milizia armata ... (Interruzioni a destra) la quale ha questo fondamentale e dichiarato scopo: di sostenere un determinato Capo del Governo bene indicato e nominato nel Capo del fascismo e non, a differenza dell'Esercito, il Capo dello Stato. ('Interruzioni e rumori a destra). Voci a destra: E le guardie rosse? MATTEOTTI: Vi è una miJ,zia armata composta di cittadini di un solo Partito, la qual~ ha il compito dichiarato di sostenere un dete1minato Governo con la forza, anche se ad esso il co11senso mancasse ( Co1nmenti). In aggiunta e in particolare... (Interruzioni) mentre per la legge elettorale la milizia avrebbe dovuto astenersi, essendo in funzione o quando era in funzione, ~ mentre di fatto in tutta l'Italia specialmente rurale abbiamo constatato in quei giorni la presenza di militi nazionali i!.l gran numero ... (Interruzioni - Ru,nori). FARINACCI: Erano i balilla! · 14
MATTEOTTI: E' vero, onorevole Farinacci, in molti luoghi hanno votato anche i balilla! (Approvazioni ali'estrema destra - Rumori a destra e al centro). Voce al centro: Hanno votato i disertori per voi! GoNZALESS: pirito denaturato e rettificato! MATTEOTTID: icevo dunque che, mentre abbiamo visti numerosi di· questi militi in ogni città e più ancora nelle campagne (Interruzioni) gli elenchi degli obbligati alla astensione depositati presso i Con1uni, erano ridicolmente ridotti a tre·o quattro persone per ogni città, per dare l'illusione dell'osservanza di una legge apertamente violata, conforme lo stesso pensiero espresso dal Presidente del Consiglio che affidava ai militi fascisti la custodia delle cabine. (Rumori). A parte questo argomento del proposito del Governo di reggersi anche con la forza contro il consenso, e del fatto di una milizia a disposizione di un Partito che impedisce all'inizio e fondamenta} .. mente la libera espressione della sovra15
nità popolare ed elettorale e che invalida in blocco l'ultima elezione in Italia, c'è poi una serie di fatti che successivamente ha viziate e annullate tutte le singole manifestazioni elettorali. (lnterru1.ioni - Commenti). Voci a destra: Perché avete paura! Perché scappate! MATT.::OTTI: Forse al Messico si usano fare le elezioni non con le schede, ma col coraggio di fronte alle rivoltelle. (Vivi rumori - Interruzioni - Approva1.ioni alla esf,ema sinistra). . .... E chiedo scusa al Messico se non è vero. (Rumori prolungati). I fatti cui accenno si possono riassumere secondo i diversi momenti delle eleiioni. La legge elettorale chiede ... (Interruzioni - Rumori). "'' . · Dicevo che il primo momento elettorale è quello per il quale ogni Partito presenta con trecento o cinquecento ... (Interruzioni -Rumori). ,., GRECO: E' ora .•di finirla!'~Voi svalorizzate il Parlamentol · 16
MATTEOTTI: E allora sciogliete il Parlamento! GRECO: Voi non rispettate la maggier ranza e non avete diritto di essere rispettati. MATTEOTTI: Ciascun Partito doveva secondo la legge elettorale, presentare la propria lista di candidati. .. (Vivi rumori). MARAVIGLIA: Ma parli sulla proposta dell'on. Presutti. MATTEOTTI : Richiami dunque lei ali' ordine H Presidente! La presentazione delle liste, dicevo, -deve avvenire in · ogni· circoscrizione mediante un documento notarile a cui vanno apposte dalle trecento alle cinquecento firme. Ebbene, onorevoli colleghi, in sei circoscrizioni su quindici le operazioni notarili che si compiono privatamente nello studio di un notaro,. fuori della vista pubblica e di quelle che voi chiamate « provocazioni », sono state impedite con violenza. (Rumori vivissimi). BASTIANINI: Questo lo dice lei! Voci dalla destra: Non è vero! Non è vero! 17. 2
MA'ITEOTTI: Volete i singoli fatti? Eccoli: ad Iglesias il collega Corsi stava raccogliendo le trecento firme e la sua casa è stata circondata ... (Rumori). MARAVIGLIA: Non è vero. Lo inventa lei in questo momento. FARINACCI : Va a finire che faremo sul serio quello che non abbiamo fatto! MATTEOTTI: Fareste il vostro mestiere! Lussu: B' la verità! E' la verità! MATTEon·1: A Melfi... (Rumori vivissimi - Interruzioni). A Melfi è siata impedita la raccolta delle firme con la violenza. (Rumori). In Puglia fu bastonate-, perfino un notaio. (Rumori vivissimi). ALDI-MAI : Ma questo nei ricorsi non c'è! In nessuno dei ricorsi! Ho visto io gli atti delle Puglie e in nessuno dei ricorsi è accennato il fatto di cui parla l'onor~vole Matteotti. FARINACCI:Vi faremo camb~are sisten1a! E dire che sono quelli che vogliono h, normalizzazione! MATTEOTTI: A Genova (rumori vivissimi) i fogli con le firme già raccolte fuJI
rono portati via dal tavolo su cui erano sta ti fi nna ti! Voci : Perché erano falsi! MATTEOTTI:Se erano falsi dovevate denunciarli ai magistrati! FARINACCI : Perché non avete fatto i reclami alla ·Giunta dent~ elezioni? MATTEOTTI:Ci sono. Una voce dal banco delle Commissioni: No, no!l ci sono, li inventa lei. PRESIDENTE:la Giunta delle elezioni dovrebbe dare esempio di compostezza! I componenti della Giunta delle elezioni parleranno dopo. Onorevole Matteotti, continui. MATTEOTTI:Io espongo fatti che non dovrebbero provocare rumori. I fatti o sono veri o li dimostrate falsi. Non c'è offesa, non c'è ingiuria per nessuno in ciò che dico: c'è una descrizione di fatti. TERUZZI:Che non esistono! MATTEOTTI:Da parte degli onorevoli componenti della Giunta delle elezioni si protesta che alcuni di questi fatti non sono dedotti o documentati presso la Giunta delJe elezioni. Ma voi sapete benissi19
mo come una situazione e un regime di violenza non solo determinano i fatti stessi, ma impediscono spesse volte la denuncia e il ~clamo formale. Voi sapete che persone, le quali hanno dato il loro nome per attestare sopra ogni giornale o in un documento che un fatto era avvenuto, sono state immediatamente percosse e messe quindi nella impossibilità di confermare il fatto stesso. ·Già nelle elezioni del 1921, quando ottenni da questa Camera l'annullam~nto perviolenze di una prima elezione fé\scista, molti di co~oro che attestarono '.j fatti davanti alla Giunta delle eleziotii, furono chiamati alla sede fascista, furono loro mostrate le copie degli atti esistenti presso la Giunta delle Elezioni illecitamente comunicate, facendo ad essi un\ vero e proprio processo privato perché avevano attestato il vero o firmato i docÙmentil In seguito al processo fascista essi furono boicottati dal lavoro o percoss~. (Rumori - Interruzioni). ' Voce a destra: Lo provi. 20
MATTEOTTI: La stessa Giunta delle elezioni ricevette allora le prove del fatto. Ed è per questo, onorevoli colleghi, che noi spesso siamo costretti a portare in questa Camera l'eco di quelle proteste che altrimenti nel paese non possono avere alcuna altra voce ed espressione. (Applausi ali' estrema sinistra). In sei circoscrizioni, abbiamo detto, le formalità notarili furono impedite cc,lla violenza, e per arrivare in tempo si dovette supplire malamente e come si poté, con nuove firme in altre Provincie. A Reggio Calabria, per esempio, abbiamo dovuto provvedere con nuqve firme, per supplire quelle che in Basilicata erano state impedite. Cinavoce dal banco della Giunta: Dove furono impedite? MATTEOTTI: A Melfi, a Iglesias, in Puglia ... devo ripetere? (Interruzioni - Rumori). Presupposto essenziale di ogni elezione è che i candidati, cioè coloro che domandano al suffragio elettdrale H voto, possano esporre ir. contraddittorio con il 21
programma del governo, in pubblici comizi o anche in privati locali, le loro opinioni. In Italia nella massima parte dei luoghi, anzi quasi da per tutto, questo non fu possibile. Una voce: Non è vero! Parli l'on. Mazzoni. (Rumori). MATTEOTTI: Su ottomila Comuni italiani e su mille candidati delle minoranze la possibilità è. stata ridotta a un piccolissimo numero di casi, soltanto là ove il partito dominante ha consentito per alcune ragioni particolari o di luogo o di persona. (Interruzioni - Rumori). Volete i fatti? La Camera ricorderà l'incidente occorso al collega Gonzales. TERUZZI: Noi ci ricordiamo del 1919. quando buttavate gli ufficiali nel Naviglio. Io, per un anno, sono andato a casa con la pena di morte sulla testa! MATTEOTTI: Onorevoli colleghi: se voi volete contrapporci altre elezioni, ebbene io domando la testimonianza di un uomo che siede al banco del Governo, se nessuno possa dichiarare che ci sia stato un 22
solo avversario che non abbia potuto parlare in contradditorio con me nel 1919. Voci : Non è verol Non è verol FINZI, sottosegretario di Stato per l'Interno : Michele Bianchii Proprio lei ha impedito di parlare a Michele Bianchii MATTEOTTI: Lei dice il falso! (Interruzioni - Rumori). Il fatto è semplicemente questo : che l 'on. Alichele Bianchi con altri teneva un comizio a Badia Polesine. Alla fine del comizio che essi tennero, sono arrivato io e ho domandato la parola in contraddittorio. Essi rifiutarono e se ne andarono e iClrimasi a parlare. (Rumori - Interruzioni). FINZI, sottosegretario di Stato per l'Interno : Non è cosl! MATTEOTTI: Porterò i gio1nali vostri che lo attestano. PINZI, -sottosegretario di Stato per l'Inter-,io: Lo domandi all'on. Mcrlin che è il più vicino a lei! L'on. Merlin cristianaanente deporrà. MATTEOlTI: L'on. Merlin ha avuto numerosi contraddittori con n1e, e nessuno fu impedito o stroncato. Ma lasciamo sta-
re il passato. Non dovevate voi essere i rinno:vatori del costume italiano, non dovevate voi essere coloro che avrebbero portato un nuovo costume morale nelle elezioni? (Rumori a destra). TERUZZI: E' ora di finirla con queste falsità. MATTEOTTI: L'inizio della campagna elettorale del 1924 avvenne dunque a Genova con una conferenza privata e per inviti da parte dell'on. Gonzales. Orbene, prima ancora che si iniziasse la conferenza, i fascisti invasero la sala e a furia di bastonate impedirono all'oratore di aprire nemmeno la bocca. (Rumori - Interruzioni - Apostrofi). Una voce: Non è vero, non fu impedito niente. (Rumori). MATTEOTTI: Allora rettifico! Se l'on. Gonzales dovette passare otto giorni a letto, vuol dire che si è ferito da solo, non fu bastonato. (Ru,nori - Interruzioni). L'onorevole Gonzales che è uno studioso di San Francesco, si è forse autoflagellato! (Si ride - Interruzioni). A Napoli doveva parlare ... (Ru,nori vi24
· vissimi - Scambio di apostrofi fra alcuni deputati che siedono all'estrema sinistra). PRESIDENT:EOnorevoli colleghi, io deploro quello che accade. Prendano posto e non turbino la discussione!. Onorevole Matteotti prosegua, sia breve e concluda. MATTEOTTI:l'Assemblea deve tenere conto che io debbo parlare per improvvisazione, e che mi limito ... Voci: Si vede che improvvisa! E dice che porta dei fatti! GoNZ:\LES : I fatti non sono improvvisati! (RÙmori). MATTEOTT: IMi limito, dico, alla nuda e cruda esposizione di alcuni fatti. Ma se per tale forma di esposizione domando il compatimento dell'Assemblea ... (Rumori) non comprendo <• ·111 e i fatti senza aggettivi e senla ingiurie possano sollevare urla e rumori. Dicevo dunque che ai candidati non fu lasciata nessuna libertà di esporre liberamente il loro pensiero in contraddittorio con quello del Governo fascista e accennavo al fatto dell'on. Gonzales, accennavo al fatto d!ll'on. Dentini a Napoli, 25
alla conferenza che doveva tenere il capo dell'oppos~zione costituzionale, l'on. Amendola e che fu impedita ... ( Oh! oh! - Rumori). Voci a destra: Ma che costituzionale! Sovversivo come voi! Siete d'accordo tutti! MATTEOTTI:Vuol dire dunque che il termine sovversivo ha molta elasticità! GRECO: Chiedo di parlare sulle affermazioni dell'onorevole Matteotti. MATTEOTTI:L'on. Amendola fu impedito di tenere la sua conferenza per la mobilitazione, documentata, da parte di comandanti di Corpi armati i quali intervennero nella città ... PRESUTTI: Dica bande armate, non Corpi armati! MATTEOTTI:Bande annate, le quali impedirono la pubblica e libera conferenza. (Rumori). Del resto, noi, ci siamo trovati in queste condizioni : su cento dei nostri candidati circa sessanta non potevano circolare liberamente nella loro circoscrizione! 26
Voci di destra: Per paura! Per paura! (Ru,nori - Commenti). FARINACCVI:i abbiamo invitati telegraficamente! M,TTE0TTI:Non credevamo che le elezioni dovessero svolgersi proprio come un saggio di resistt:nza inerme alle violenze fisiche dell'avversario, che è al Governo e dispone di tutte le forze annate! (Rumori). Che non fosse paura, poi, lo dimostra il fatto che, per un contraddittorio, noi chiedemmo che ad esso solo gli avversari fossero presenti e nessuno dei nostri: perché, altrimenti voi sapete come è vostro costume dire che « qualcuno di noi ha provocato» e come« in seguito a provocazioni » i fascisti « dovettero » legittimamente ritorcere la offesa picchiando su tutta la line" ! (Interruzioni). Voci di destra: L'avete studiata bene! PEDRAZZIC: ome siete pratici di queste cose voi! PRESIDENT:EOnorevole Pedrazzi! MATTEOTTIC: omunque, ripeto, i can27
didati erano nella impossibilità di circolare nelle loro circoscrizioni! Voce a destra: Avevano paura! TURATIFilippo: Paura! S}, paura! Come nella Sila, quando c'erano i briganti, avevano paura! (Vivi rumori a destra - Approvazioni a sinistra). Una voce: Lei ha tenuto il contraddittorio con me ed è stato rispettato! TURATFI ilippo: Ho avuto la vostra protezione a mia vergogna! (Applausi asinistra - Rumori a destra). PRESIDENT:EConcluda, onorevole Matteotti. Non provochi incidenti! MATTEOTTIl:o protesto! Se ella crede che non gli altri mi impr;Jiscano di parlare, ma che sia io a pro~ocare incidenti, mi seggo e non parlo! (Approvai.ioni ali' estrema sinistra - Rumori prolungati). PRESIDENT:EHa finito? Allora ha facoltà di parlare l'on. Rossi. .. MATTEOTTI:Ma che maniera è questa! Lei deve tutelare il mio diritto di parlare! lo non ho offeso nessuno! Riferisco soltanto dei fatti! Ho diritto di essere 28
rispettato! (Rumori prolungati - Conversa1.ioni). CASERTANO, presidente della Giunta delle elezioni: Chiedo di parlare. PRESIDENTEH: a facoltà di parlare l'on. Presidente della Giunta delle elezioni. C'è una proposta di rinvio degli atti della Giunta ... MATTEOTTIO: norevole Presidente!· PRESIDENTE: On. Matteotti, se ella vuol parlare, ha facoltà di continuare, ma prudentemente. MATTEOTTIl:o chiedo di parlare non prudentemente né imprudentemente ma parlamentarmente. PRESIDENTEP: arli, parli. MATTEOTT: I I candidati non avevano libertà di circolazione ... (Rumori - Interruzioni). PRESIDENTEF: acciano silenzio! Lascino parlare! Voci : Lasciatelo parlare! MATTEOTT: INon solo non potevano circolare, ma molti di essi non potevano neppure risiedere nelle loro stesse abitazioni, nelle loro stesse città. Alcuno, che . 29
rimase al suo posto, ne vide poco dopo le conseguenze. Molti non accettarono la candidatura, perché sapevano che accettare la candidatura voleva dire non aver più lavoro l'indomani o dover abbandonare il proprio paese ed emigrare all'estero. (Commenti). Una voce : Erano disoccupati! MATTEOTTIN: o, lavorano tutti e solo non lavorano quando voi li boicottate. · Voci da destra : E quando li boicottavate voi? FARINACCIL:asciatelo parlare! Fate il loro giuocol MATTEOTTI:Uno dei candidati, l'on. Piccinini, al quale mando a nome del mio Gruppo un saluto ... (Rumori). Voci : E Berta? Berta! MATTEOTTI..:.conobbe cosa voleva dire obbedire alla consegna del proprio Partito. Fu assassinato nella sua casa, per avere accettata la candidatura nonostante prevedesse quale sarebbe stato per essere il destino suo all'indomani. (Rumori). . Ma i candidati - voi avete ragione di 30
urlarmi onorevoli CC'llcghi- i candidati devono sopportare la sorte della battaglia e devono prendere tutto quello che è nella lotta che oggi imperversa. lo accenno soltanto, non per domandare nulla, ma perché anche questo è un fatto concorrente a dimostrare come si sono svolte le elezioni. (Approvazioni ali'estrema sinistra). Un'altra delle garanzie più importanti per lo svolgimento di una libera elezione era quella della presenza e del controllo dei rappresentanti di ciascuna lista, in ciascun seggio. Voi sapete che nella massima parte dei casi, sia per disposizione di legge, sia per interferenze di autorità, i seggi - anche in seguito a tutti gli scioglimenti di Consigli comunali imposti dal.Governo e dal Partito dominante - risultarono composti quasi totalmente di aderenti al Partito dominante. Quindi l'unica garanzia possibile, l'ultima garanzia esistente per le minoranze, era quella della presenza del rappresentante di lista al seggio. Orbene, essa venne a mancare. Infatti nel novanta per 31
cento, e credo in qualche regione fino al cento per cento dei casi, tutto il seggio era fascista e il rappresentante della lista di minoranza non poté presenziare le operazioni. Dove andò, meno in poche grandi città e in qualche rara Provincia, esso sub} le violenze che erano minacciate a chiunque avesse osato di controllare dentro il seggio la maniera come si votava, la maniera come erano letti e constatati i risultati. Per constatare il fatto, non occorre nuovo recl~mo e documento. Basta che la Giunta delle elezioni esamini i verbali di tutte le circoscrizioni e controlli i registri. Quasi dappertutto le operuioni si sono svolte fuori della presenza di alcun rappresentante di lista. Veniva cosl a mancare l'unico controllo, l'unica gf.- ranzia, sopra la quale si può dire se le elezioni si sono svolte nelle dovute forme e colla dovuta legalità. Noi possiamo riconoscere che in alcuni luoghi, in alcune poche città e in qualche Provincia, il giorno delle elezioni, vi è stata una certa libertà. Maquesta con32
cessione limitata della libertà nello spazio e nel tempo - e l'on. Farinacci, che è molto aperto, me lo potrebbe ammettere - fu data ad uno scopo evidente: cJimostrare nei centri più controllati dall'opinione pubblica e in quei luoghi nei quali una più densa popolazione avrebbe reagito alla violenza con una evidente astensione controllabile da parte di tutti, che una certa libertà c'è stata. Ma, strana coincidenza, proprio in quei luoghi dove fu concessa a scopo dimostrativo quella relativa libertà, le minoranze raccolsero una tale abbondanza di suffragi, da superare la maggioranza - con questa conseguenza però, che la violenza che non si era avuta prima delle elezioni, si ebbe dopo le elezioni. E noi ricordiamo quello che è avvenuto specialmente nel Milanese e nel Genovesato ed in parecchi altri luoghi, dove le elezioni diedero risultati soddisfacenti in confronto della lista fascista. Si ebbero distruzioni di giornali, devastazioni di locali, bastonatura alle persone. Distruzioni che hanno portato milioni di 33
danni. .. ( Vivissi,ni rumori al centro e a destra). Una voce .a destra : Ricordatevi delle· devastazioni dei comunisti! MATTEOTTI: Onorevoli colleghi, ad un comunista potrebbe essere lecito, secondo voi, di distruggere la ricchezza nazionale, ma non ai nazionalisti, né ai fascisti, come voi vi vantate. Si sono avuti, dicevo, danni per parecchi milioni, tanto che persino un alto personaggio che ha residenza in Roma, ha dovuto accorgersene, mandando la sua adeguata protesta e il soccorso economico. In che modo si votava? La votazione avvenne in tre maniere: l'Italia è una, ma ha ancora diversi costumi. Nella valle del Po, in Toscana e in altre regioni che furono citate all'online del giorno dal presidente del Consiglio per l'&tto di fedeltà che diedero al Governo fascista, e nelle quali i contadini erano stati prima organizzati dal Partito socialista o dal Partito popolare, gli elettori votavano sotto controllo Jel Partito 34
fascista, con la • regola del tre •· Ciò fu dichiarato e apertamente insegnato, persino da un prefetto, dal prefetto di Bologna: i fascisti c~r.segnavano agli elettori un bollettino contenente tre numeri o tre nomi, secondo i luoghi (Interruzioni) variamente ah~mati, in maniera che tutte le combinazioni, d<>è tutti gli elettori di ciascuna sezione, uno per uno; potessero essere controllati e riconosciuti personalmente nel loro voto. In moltissime provincie, a cominciare dalla mia, dalla Provincia di Rovigo, questo metodo risultò eccellente. FINZI, sottosegretario di Stato per l'Interno: Evidentemente lei non c'era! Questo metodo non fu usato! MATTEOTTI: Onorevole Finzi, sono lieto che, con la sua negazione ella venga implicitamente a deplorare il metodo che è stato usato. FINZI, sottosegretario di Stato per l' Interno: Lo provi! MATTEOTTI: In queste regioni tutti gli elettori ... 35
CJARLANTINI: Lei ha un trattato: per• ché non lo pubblica? MATTEOTTI: Lo pubblicherò quando mi si assicurerà che le tipografie del Regno sono indipendenti e sicure. (Vivissimi ru• muri al centro e a destra); perché come tutti sanno, anche durante le elezioni, i nostri opuscoli furono sequestrati, i gior• nali invasi, le tipografie devastate o diffi• Jate di pubblicare le nostre cose. (Ru• mori). La r~gola del tre, cui prima accennavo, diede modo al Partito dominante, di con• trollarc personalmente ciascun elettore, ed applicare il giorno seguente ai ribelli la sanzione col boicottaggio dal lavoro e con le percosse. (Ru1nori). Voci: No! Noi MATTEOTTI : Nella massima parte dei casi però non vi fu bisogno delle sanzioni, perché i poveri contadini sapevano inutile ogni resistenza e dovevano subire la legge del più forte, la legge del padrone, votando, per tranquillità della famiglia, la terna assegnata a ciascuno dal 36
dirigente locale del Sindacato fascista o del Fascio. (Vivi rumori - Interruzioni). SUARDOL: 'onorevole Matteotti non insulta me rappresentante: insulta il popolo italiano ed io per la mia dignità esco dall'aula. (Rumori - Commenti). La mia città in ginocchio ha inneggiato al duce Mussolini ; sfido l'onorevole Matteotti a provare le sue affcrmazioni. Per la mia dignità di soldato, abbandono questa aula. (Applausi - Rumori - Commenti). TERUZZ:I L'onorevole Suardo è medaglia d'oro! Si vergogni, onorevole Matteotti. (Rumori all'estrema sinistra). PRESIDENTEF:acciano silenzio! Onorevole Matteotti, concluda! MATTEOTTII:o posso documentare e far nomi. In altri luoghi invece furono incettati i certificati elettorali, metodo che in realtà era stato usato in qualche piccola circoscrizione anche nell'Italia prefascista, ma che dall'Italia fascista ha avuto l'onore di essere allargato a larghissime zone del Meridionale; incetta di certifì~ati, per 37
la quale, essendosi determinata una larga astensione degli elettori che non si ritenevano libe1i di esprimere il loro pensiero, i certificati furono raccolti e affidati a gruppi di individui, i quali si recavano alle sezioni elettorali per vota-re con diverso nome, fino al punto che certu!li votarono dieci o venti volte e che giovani di \'enti anni si presentarono ai seggi e votarono a no1ne di qualcuno che aveva compiuto i sessant'anni. (Co1n111e11ti). Si tro\'arono solo in qualche seggio pochi ma autorevoli rnagistrati che, avendo rile\'ato il fatto, riuscirono ad impedirlo. TORRE Edoardo: Basta, la finisca! (Runiori - Co1111nenti ). Che cosa stiamo a fare qui? Dobbiamo tollerare _che ci insulti? (Ru,nori - Alcuni deputati scendouu nel/' en?iciclo ). PRESIDENTE:Onorevoli deputati, li invito alla calma, sgombrino l'emiciclo! TORRE Edoardo : Per voi ci vuole il domicilio coatto e non il Parlamento! (Com1nenti - Rumori). Voci: Vada in Russia! 38
PRESIDENTE: Facciano silenzio! E lei, onorevole ~1atteùtli, concluda! MATTEOTTI: Coloro che ebbero la ventura di votare e di raggiungere le cabine, ebbero dentro le cabine, in moltissimi Comuni specialmente della campagna, la visita di coloro che erano incaricati di controllare i voti. Se la Giunta delle elezioni volesse aprire i plichi e verificare i cumuli di schede che sono state votate, potrebbe trovare che molti voti di preferenza sono stati scritti sulle schede tutti dalla stessa mano, così come altri voti di lista furono cancellati o addirittura letti al contrario. Non voglio dilungarmi a descrivere i molti altri sistemi impiegati per impedire la libera esprc~sionc della volontà popolare. Il fatto è che solo una piccola minoranza di cittadini ha potuto esprimere liberamente il suo voto: anzi noi abbiamo potuto avere il nostro voto il più delle volte quasi esclusivamente da coloro che non potevano essere sospettati di essere socialisti. I nostri furono impediti dalla violenza; mentre riuscirono più facil39 I
mente a votare per noi persone nuove e indipendenti, le quali, non essendo credute socialiste, si sono sottratte al controllo e hanno esercitato il loro diritto liberamente. A queste nuove forze che manifestano la reazione della nuova Italia contro la oppressione del nuovo regime, noi mandiamo il nostro ringraziamento. (Applausi all'estrc,na sinistra - Runtori dalle altre parti della Camera). Per tutte queste ragioni\ e per le altre che di fronte alle vostre rumorose sollecitazioni rinuncio a svolgere, ma che voi ben conoscete perché ciascuno di voi ne è stato testimonio per lo meno (Rumori) ... per queste ragioni noi domandiamo l'annullamento in blocco della elezione a maggioranza. Voci alla destra: Accettiamo! (Vivi applausi a destra e al centro). MATTEOTTI: Riconosciamo che i ricorsi non potevano, per la stessa esistenza del regime di violenza, essere documentati. Ma è appunto una investigazione eh~ solo la Giunta nella sua discrezione, 40
nella sua coscienza potrebbe compiere, investigando da per tutto, in ogni documento, luogo per luogo. Noi domandiamo che sia compiuto tale esame, domandiamo che essa investighi sui metodi usati in quasi tutta l'Italia. E' un dovere e un diritto, senza il quale non esiste sovranità popolare. Noi sentiamo tutto il 1nale che all'Italia apporta il sistema della violenza: abbiamo lungamente scontato anche noi pur minori e occasionali eccessi dei nostri. Ma appunto per ciò noi domandiamo alla maggioranza che essa ritorni all'osservanza del diritto. (Rtanori - Interruzioni - Apostrofi a destra). Voi che oggi avete in mano il potere~ la forza, voi che vantale la vostra potenLa. dovreste meglio di tutti !;li altri essere in grado di fare osservare la legge da parte di tutti. (Interruzioni a destra). Voci a destra: E la rivoluzione dov'è? MATTEOTTI:Voi dichiarate ogni giorno di volere ristabilire l'autorità dello Stato e della legge. Fatelo, se siete ancora in tempo; altrimenti voi sì, veramente, rovi41
natt: quella che è l'intima essenza, la ragione morale della Nazione. Non continuate più oltre a tenere la Nazione divisa in padroni e sudditi, poiché questo sistema certamente provoca la licenza e la rivolta. Se invece la libertà è data, ci possono essere errori, eccessi momentanei, ma il popolo italiano, come ogni altro, ha dimostrato di saperseli correggere da sé medesimo. (Interruzioni a destra). Noi deploriamo invece che si voglia dimostrare che solo il nostro popolo nel mondo non sa reggersi da sé e deve essere governato con la forza. Molto danno avevano fatto le dominazioni straniere. Ma il nostro popolo stava risollevandosi ed educandosi, anche con l'opera nostra. Voi volete ricacciaTci indietro. Noi difendiamo la libera sovranità del popolo italiano al quale mandiamo il più alto saluto e crediamo di rivendicai 11e la dignità~ domandando il rinvio delle elezioni inficiate dalla violenza alla Giunt- delle elezioni. (Applausi all'estrema sinistra - Vivi runzori). 42
Le dichiarazioni del Presidente del Consiglio Benito Mussolini Ca,nera dei lkf,utati seduta del 13 gii,gno /924 MUSSOLINI: Credo che la Camera sia ansiosa di a\'ere notizie sulla sorte dcli' on. Matteotti, scornparso impro,·visamente nel pomeriggio di martedì scorso in cin:ostaoze di tempo e di luogo non ancora bene precisate, ma comunque tali da legittimare l'ipotesi di un delitto che, se compiuto, non potrebbe non suscitare lo sdegno e la commozione del Governo e del Parlamento. Comunico alla Camera che appena gli organi di polizia furono informati della 43
prolungata assenza dell'on. Matteotti, io stesso impartii ordini tassativi per intensificare le ricerche a Roma, fuori Roma, in altre città ed ai paesi di frontiera. La p0Ji1ia, nelle sue rapide indagini, si è già messa sulle traccie di elementi sospetti e nulla trascurerà per fare la luce sull'avvenimento, urrcstare i colpevoli cd assicurarli alla lliustizin. Ml nu~uro che )'on, Mnth~otti possn presto ritornnrc in Parlamento. Queste parole destano una profonda imprt~sionc nell'aula per la quale corre un mormorio di commenti. Subito però fa cenno di voler parlare l'on. Rocco, Presidente della Camera, e la Camera torna silenziosa. PRESIDENTE:Ringrazio, a nome della Camera, il Presidente del Consiglio delle sue dichiarazi·Jni, le quali sollevano alquanto lo spirito deJl'Asscmblca cosl profondamente turbata dall'ipotesi che la scomparsa dell'on. Matteotti potesse nascondere un delitto. Appena venuta a co-
noscenza del doloroso fatto, la Presidenza stessa dava disposizioni perché le indagini fossero iniziate con la massima alacrità. Anche i questori de1la Camera, on._ Buttafochi e Renda, da me incaricati, hanno dato la loro opera instancabile da ieri per aiutare nelle indagini. Io stesso mi sono orrupnto rwrsnrn,lnH'nh· ddln cosa cd ho parlato l:ol Prcsidl·ntc del Consiglio, dal quale ho ovulo l'nssicuruzionc del massimo interessamento. Sono sicuro di interpretare i sentimenti della Carnera, esprimendo l'augurio che l'on. Matteotti possa essere restituito alla famiglia ed al Parlamento. (Applausi della maggioranza; co1111ne11ti all'estrcrna sinistra). GoNZALES (socialista unitario): Dunque è vero! In Roma, sede del Parlamento, a Camera aperta, un deputato della opposizione ha potuto essere aggredito e rapito ed al terzo giorno dal fatto, mentre le sedute tranquillamente continuano, noi non sappiamo se egli ci sarà mai resti tui to. Le parole del Presidente della Camera, personificazione della garanzia di tutti gli eletti della Nazione, e le parole 45
del Presidente del Consiglio, custode delle leggi., non furono quali noi ci attendavamo. Hanno sapore di ordinaria amministrazione! (Acclamazioni sui banchi del1' opposizione). A nome dei miei colleghi di gruppo e con la. saputa solidarietà di tutti i deputati dell'opposizione, denuncio alla Camera ed al Paese il fatto atroce e senza precedenti. (Benissimo, approvazioni sui banchi delle opposizioni). Queste parole producono profonda impressionç. Dopo un istante di silenzio si ode da qualche parte dire : « Parli il J>residen te! » L'on. Mussolini siede al banco del Governo con le braccia incrociate e non fa cenno di voler parlare. Allora si ode l'on. Chiesa che dice: « Allora è comI. ' p ice. ». La frase del deputato repubblicano suscita l'immediata reazione della maggiora?iZa, che rumoreggia. L'on. Bottai, che è seduto al banco delle Commission! si alza di scatto, rovesciando in mezzo al-· l'emiciclo la poltrona che occupava e fa 46
per slanciarsi verso l' on. Chiesa, che è circondato da altri deputati dell'estrema e che continua a protestare a voce alta. Al gesto dell'on. Bottai segue una grande agitazione. Molti deputati fascisti, in piedi, pr~testano contro il deputato repubblicano, e parecchi di essi si slanciano su pi!r la scalt:tta dell'estrema, mentre i questori fen11ano l' on. Bottai. Tra i più eccitati è l'on. Ferretti che, salito sul banco del terz'ultimo settore di sinistra, fa per lanciarsi contro l'on. Chiesa, ma ne è trattenuto dai colleghi vicini, che- cercano di calmarlo. Ora l'on. Mussolini, in piedi, protesta vivacemente con parole che non giungono fino alla tribuna della stampa, ed anche l'on. Ciano, che sta all'estremità èel banco del Governo, verso sinistra, in piedi, investe l' on. Chiesa. Si vedono pure agitarsi gli on. Acerbo e Finzi. Il Presidente scampanella invano per qualche minuto e riuscito alla fine a ristabilire una i·elativa calma, dice: « L'on. Chiesa ha pr<inunzlato una parola che non 47
può non avere la deplorazione di tutta la Camera e di tutto il Paese ». Ma ciò non basta a risolvere l'incidente. Dalla destra ricominciano voci minacciose verso l'on. Chiesa, contro il quale si grida: « Vigliacco! Speculatore! ». Chiesa chiede di parlare. Ma l'on. Rocco non riesce a riottenere il silenzio ; scam.panella ripetutamente e poi rivolto alla maggioranza, grida : « Lascino parlare l'on. Chiesa! ». Dalla destra si risponde: « No, no! Non deve parlare! ». Allora Turati, in piedi, grida, verso il banco del Governo : « Le vostre parole sono segni di ipocrisia! ». Da destra si ribatte violentemente, e i questori debbono durare grande fatica a tenere a bada i più scalmanati, che ogni tanto sembrano volersi scagliare verso l'estrema. Finaln1ente il Presidente scampanellando ancora e con ripetuti richiami riesce a ristabilire un certo silenzio e concede la parola all'on. Chiesa. CHIESA: Nessuno oserà credere che io abbia mai voluto chian1are complice H Presidente del Consiglio di ribaldi che 48
possono aver rapito il nostro collega. Avevo detto una parola ed era questa : « Parli il Presidente del Consiglio ». Egli è rimasto immobile, e questa è la complicità! Scoppia un nuovo tumulto. Bottai e Ferretti apostrofano l'oratore cercando· di coprirne le parole. Invano i questori si interpongono, e solo dopo altri energici ammonimenti del Presidente i rumori si placano. Il deputato repubblicano riprende: - Avrei voluto che, in questo momento, il Capo del Governo avesse una di quelle parole che egli sa dire quando vuole, perché ne sentissero la scossa il Paese e gli infami che possono aver comme;;so il reato! -(Approvazione dall'estrema sinistra). Ecco: unicamente questo è il significato delle mie parole. Se il Governo dirà, per bocca del suo Presidente, questa parola, sarà la prova di quella r>acificazione che egli ha invocato col suo ultimo discorso. Tali spiegazioni non valgono a calmare gli animi della maggioranza, che nuovamente prorompe in invettive contro l'op49 4
pos1z1one che spalleggia il deputato repubblicano. Ancora una volta l'on. Ferretti fa per slanciarsi contro l'on. Chiesa, ma è trattenuto da colleghi e dai questori, i quali dt.:bbono pure tenere fermo l'on. Starace, che è eccitatissimo. L'on. Lanza di Trabia ,:erca intanto di persuadere e calmare altri deputati fascisti che alla loro voi ta sono alle prese con deputati Jell'eslre1r.a sinistra fra i quali si nota i'on. Conti che, in pit>di, urla contro la destra. L'on. Mu~solini, sempre seduto, guarda in1mobile la s~ena. In mezzo al vocìo cuncitato si vede Lunelli, della ;naggiorar.La, chiedere la parola e comi:1cia senz'altro: - L'opposizione ha dett() la sua parola! Anche la n1aggioran2a ... Ma tutta la Camera insorge e i vicini cercano di persuadere il collega· a desistere, per ncn i:-~ovocare altri incidenti. Anche H Presidt!nte, che già aveva corninciato a leggere le interrogazioni all'ordi- ~1edel giorno dc.,po, gli dice seccainente: - E' inutile parlare più! L'incidente è chjusol so
Lunelli siede e ron. Rocco toglie la seduta. E' tornata una relativa calma. L'aula si sfolla a rilento; numerosi deputati si trattengono nell'emiciclo a commentare l'accaduto e le notizie apprese all'ultimo momento. Da destra l'on. Rotigliano e qualche altro dicono ancora a voce alta contro l'on. Chiesa: « Indegno speculatore! •· Ma dall'altra parte non si risponde, ed infine i deputati si decidono ad uscire nei corridoi dove i commenti continuano animatissimi. 51
La prima riunione delle opposizioni La sera del 12 giugno 1924 l'on. Gonzales parlando sulla scomparsa dell'on. Matteotti, aveva annunziato che i gruppi di opposizione avrebbero concordato e segulto una linea di condotta comune. 1113 infatti tutti i gruppi d'opposizione, dal comunista al popolare, presero una decisione unica, deliberando di non recarsi alla Camera, cosicché alla seduta di quel giorno erano presenti soltanto i deputati della maggioranza e il Governo il quale, in considerazione della situazione generale politica e della nuova situazione parlamentare, credette opportuno di sospendere i lavori dell'assemblea, 53
che forse non sarebbe stata più con\iocata fino all'autunno. L'astensione dai lavori parlamentari deliberata dall'opposizione tra un fatto che aveva precedenti solo in periodi cH gravi perturbamenti politici, sicché era necessario chiarire le ragioni che l'avevano determinata ed esporre le considerazioni con le quali era stata giustificata. Tutti i gruppi <l'opposizione furono invitati la mattina del 13 a designare i loro rappresentanti per una riunione che si tenne alle 10 in una sala di Montecitorio, sotto la presidenza dell'on. Buozzi. Erano presenti gli on. Di Cesarò per la democrazia sociale, Gronchi e Tupini per i popolari, Bergamo e Morea per i repubblicani, Nobili e Vella per i massimalisti, Repossi e Gennari per i comunisti, Amendola, Molè e Presutti per l'opposizione costituzionale, Lussu e Mastino per i sardisti. Fu approvato all'unanimità il seguente ordine del giorno: « I rappresentanti dei gruppi di opposizione, riuniti oggi in una sala di Montecitorio, si sono trovati d'accordo nel 54
ritenere impossibile la loro participaz.ione a: lavuri della Ca,nera, nientre la più grave incertezza regna intorno al sinistro episudiu di cui è stato villima il :ullega on. Matteotti. Pertanto, i suddetti rappresentanti dt!liberano di comune accordo cht.: i rispettivi gruppi si astengano dal purtecipare ai lavori della Can1era, e si rt-'>ervarz,>di constatare quale surà l'azione del Governo e di prendere ulteriori deliberazioni,,_ 55
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Il discorso di Filippo Turati d'lpo la morte di Matteotti Ca,nera dei Deputati seduta del 27 giugno 1924 Vorrei che a questa riunione non si desse il nome logoro, consunto - specialmente qui d~'ntro - di « commemo- . razione •· Noi non «commemoriamo•. Noi siamo qui convenuti ad un rito, ad un rito religioso, che è il rito stesso della Patria. Il fratello, quegli ch'io non ho biso·,no di nominare, perché il Suo nome è -!vocato in questo stesso momento da tutti gli uomini di cuore, al di qua e al di là dell'Alpe e dei mari, non è un morto, non è un vinto, non è neppure un assassinato. 57
Egli vive, Egli è qui presente. e pugnante Egli è un accu~aturc. Ef!lt e un giudicatore. Egli è un vindicc. Non il nostro vindice, o colleghi Sarebbe troppo m,"cra e futile cosa. Egli è qui il vindicc della terra nativa; il vindice della Nazione che fu depressa e soppressa; il vindice di tutte le cose grandi, che Egli amò. che noi amammo, per le quali vivemmo, per le quali oggi più che mai abbiamo, anche se stanchi e sopraffatti dal disgusto, il dovere di vivere. E il dovere di vivere è anche, e sopratutto, il do~re di morire quando l'ora lo comanda.· -.,_"'! Di morire per rivivere; di morire perché tutto un popolo morto riviva; di morire perché :ìl nostro sangue purifichi le zolle, le sacrt! zolle della Patria, che alla Patria - se le fecondi sudore di servi - procacciano messi avvelenate. E questo vivo, che è qui accanto a me, alla mia destra, ritto nella sua svelta figura di giovine arciere, di cui voi vedete il sorriso, di cui voi scorgete il cipiglio - perché non è un'allucinazione, perché 58
li vedete, perché non vi inganno - que- . sto vivo, questo superstite, questo ormai immortale e invulnerabile, fatto tale dai nemici nostri e d'Italia; questo vivo, nell'odierno rito, è trasfigurato. E' Lui ed è tutti. E' uno ed è runiversale. E' un individuo ed è una gente. Invano gli avranno tagliuzzato le membra, invano (come si narra) lo avranno assoggettato allo scempio più atroce, invano il suo viso, dolce e severo, sarà stato sfigurato. Le membra si sono ricomposte. Il miracolo di Galilea si è rinnovato. A che le vane ricerche, o farisei d'ogni stirpe? A che gli idrovolanti sul lago, a che il perlustrare la macchia, il frugare nei forni? L'avello ci ha reso la salma. Il morto si leva. E parla. E ridice le parole sante, strozzategli nella gola, che furono da uno dei sicari tramandate alle genti, che son Sue quand'anche non le avesse pronunciate, che son vere se anche non fossero realtà, perché sono l'anima Sua; le parole che si incideranno nel bronzo sulla 59
targa che mureremo qui o sul monumento che rizzeremo sulla piazza a mònito dei futuri: « Uccidete me, ma l'idea che è in me non la ucciderete mai ... La mia idea non muore... I miei bambini si glorieranno del loro padre ... I lavoratori benediranno il mio cadavere... Viva il Socialismo! • E' qui trasfigurato, o colleghi. E di ciò il mio egoismo si duole, il mio piccolo egoismo di individuo, di fratello maggiore, di anziano, di padre : che Egli non è più soltanto il n1io figliolo prediletto. L'uomo di parte, l'assertore nobile ed alto di un'idea nobilissima, quegli che fu, per noi socialisti, tutto in una volta, il filosofo, il finanziere, l'oratore, l'organizzatore, il commesso viaggiatore, l'animatore sovratutto, il pensiero insomma e l'azione congiunti - anche l'azione più umile che altri sdegnava - l'unico, l'insostituibile; colui che, come già Leonida Bissolati pel Cremonese, travolto dalla sublime follia dell'amore dei suoi contadini, del suo proletariato polesano, per esso aveva rinunziato indifferente agli 60
agì e alla tranquillità della vita, alla seduzione degli studii cari jn cui più eccelleva, e di sé e della sua giovinezza poteva dire col poeta della Versilia : e tutto ciò che facile allor prometton gli anni, io 'l diedi per un impeto lacrimoso di affanni, per un amplesso aereo in faccia a l'avvenir, e per questa sua passione divorante, gelosa, era l'esule in patria, il bandito dalla sua terra, il maledetto dai parassiti della sua terra, il profugo eterno, sempre presente soltanto dove l'ora del periglio battesse la diana; quest'uomo, questa figura così staccata e viva su lo sfondo verde e bigio di questo singolare paesaggio politico, non sparisce, no, non scolora, ma si riaffaccia oggi in troppo più ampia cornice. Quello, che era cosa nostra, è divenuto anche la cosa vostra, l'uomo di tutti, l'uomo della storia. E, ingrandito cosl, quasi è tolto a noi, come alla famiglia dolorante, perché è divenuto un simbolo. Il simbolo di un oltraggio che riassume ed eterna cento e cento mila altri oltraggi, tutti gli oltraggi fatti ad un po61
polo; la figura che compendia tutd gli altri trucidati e percossi per lo s::esso fine, da Di Vagno a Piccinini, agli infiniti altri oscuri; il simbolo di una· stirp,~ che si riscuote ; il simbolo di un passat(• che si redin1e, di un presente che si ridesta, di un avvenire che si ann-1.1nzia;della immortale democrazia, della inde ~ettibile giustizia sociale, che si rimettorlO in cammino; dell'Italia che, dopo un~ parentesi di spaventoso Medio Evo, risale nella luce dell'età moderna, rientra tra le genti civili. Il simbolo e la Nemesi: la Nemesi augusta, o signori, che è della storia. Cerchi il Magistrato le colpe e le ferocie secondarie e minori ; incalzi gli esecutori codardi e i mandanti immediati; compito anch\! questo altamente rispettabile e necessario. Frughi e tenti di sventare la congiura degli intrighi, di snodare il groviglio dei silenzii comprati o ricattati, le mendicate omertà, e il tatliaborse che si annida nell'assassino. Tutta questa è la cronaca. La Nemesi vola più alto. 62
Essa addita il grande mandato ; il mandato che erompe da più anni di violenze volute, di violenze inanellate alla frode, di consenso cercato ed irriso; dal sarcasmo di una pacificazione, proclamata a parole e impedita e violentata nei fatti; dall'incitamento perenne alla soppressione del pensiero libero e di chiunque lo incarni, la quale è soppressione della vita, della Patria, della civiltà. Addita il mandato che scese dall'istrionismo bifronte, che adesca insieme e minaccia, che offre il ramo d'olivo ed affila nell'ombra i pugnali. Addita il mandato che sall dalle viltà iccommensurabili, dalle fughe abbit'tte, dagli obliqui fiancheggiamenti, dai silenzii complici, dalla corruzione demagogica esercitata su anime semplici, talvolta generose ed eroiche, persino di combattenti insigni od oscuri, i quali in buona fede hanno creduto che un regime di minaccia e di prepotenza potesse essere ricostruttore, che la più immonda curie potesse germogliare la rigenerazione del Paese, che gli errori e le colpe fugaci di una massa illusa (e non cerchiamo 63
illusa da chi ; e non domandiamoci se veramente esistano le colpe di un popolo) dovessero espiarsi, non col richiamo severo alla ragione, ma con la catena dei delitti, con la tregenda delle sopraffazioni esercitate su quel popolo; col dileggio di ogni umana dignità; con la tragedia del terrore, accoppiata alla coreografia di vetusti trionfi mal redivivi. Lo credettero in buona fede ; alcuni - sempre più radi - lo credono ancora. Ma per po<.:o,ormai. L'oscena leggenda è sfatata. Giacomo Matteotti l'ha dispersa; l'ha dispersa per sempre. L'edificio dell'iniquità e dell'ipocrisia crolla da ogni parte. Ah! sì. I masnadieri avevano bene scelto, avevano mirato giusto, sopprimendo il nostro migliore. Mirando al suo cuore, sapevano di mirare al nostro cuore. Ma ignoravano la sanzione inesorabile che fu sempre nelle vicende del mondo. Ignoravano - fu confessato - che il delitto era sopratutto un errore. Che la vittima sarebbe stata il giustiziere. Che la coscienza di un popolo, che ha millen-
nii di storia e di gloria, si assopisce, si comprime, ma non si spegne. Che i morti non pesano soltanto, ma sopravvivono. Giacomo Matteotti vince morendo e ci accompagna e ci guida. Se commemorazione è questa, se questo è un lugubre rito, non è l'epicedio sul suo tumulo ignorato, non è la riconsacrazione di una salma che non può riapparire e che più è presente quanto più è assente e celata. Altro è oggi il funerale. Altri sono i morti. L'edificio dell'iniquità e dell'ipocrisia crolla da ogni parte. Neppure la speculazione ultima e più scaltra ed audace - quella sulla nostra speculazione - ha alito e ali per reggersi. Lo sguardo vitreo della vittima illumina un panorama d'infamia che i più non sospettavano ancora. Ove la sua ombra si leva, ivi si stende attorno la solennità del deserto. Noi parliamo da quest'aula parlamentare, mentre non vi è più un Parlamento. I soli eletti stanno ~ull'Aventino delle loro coscienze, donde nessun adescamento li rimove sinché il sole della libertà 65 s
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