~~;~~~~~~~ PROBLE'MDI EL L. A. LIBERT À. ITALI A N. f z N., ~ , F. SCHIAVETTI / I.. 7. ùe c~ridiziodnetllà_stamp~ I. nel regimefascista . \. I La lotta politica e la libertà della stam• i pa - q,all'editto del 1848 ài decreti del 1924 - « Le ordinanze• di Luglio - La I stampa d'opposizione sotto la pressio~e , fascista·_ La legge su la stampa - Un 1 . I altro genere éli « pressioné • • li regime . dall'arbitrio - Le leg_islazioni stranière. PAR'J;ITO REPUBBLICANO ITALIANO ho~ca Gino Blanr.ò
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PROBLEMIDELLALIBERTÀITALIANA --------·N. I----~~---- F. SCHIAVETTI becondiziodnei llastampa nel regime f ascìsta La lotta politica e la libertà della stampa - Dall'editto del 1848 ai decreti del 1924 - « Le ordinanze• di Luglio - La stampa d'opposizione sotto la pressione fascista - La legge su la stampa - Un altro genere di « pressione• - li regime dell'arbitrio - Le legislazioni stranie:e. PAR'l ITO REPUBBLICANO ITALIANO UFFICIO STAMPA ROMA 192é B bl1oteca Gino Bianco
1,1... , ..... 0,:··•.. ,.1.;_..,,.... ..,,., .•~,· t1•····..····•,..,...,., ................................ 1··•"''""''~*·'""••.. ......,·l'~~--•w"'"'t-lYl(•..··········•··•• Biblioteca Gino Bianco
OQOOOOOOOOOOOOoOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO Uno degli aspetti più impressionanti del torpore da cui è stata colpita là coscienza del pubblico italiano prima e dopo la conquista del polère da parte del fascismo, consiste senza dubbio nella _scarsa importanza che è stata attribuita alla soppressione della Hbertà della stampa e all'istituzion~ della censura prefetLizia sui giornali. In altri paesi un provvedimento simile avrebbe determinato reazioni e avvenimenti di portata imprevedibile; .da noi, _in'vece,poco o nulla. Basta pensare che in 1nghilter,ra la. di fesa della libertà deìla stampa contro gli arbitrji del governo e del Parlamento ha appassionat<{tutto. il popolo inglese _:_ ben uri, secolo e. ',,neizofa ....:.... in rinà . tra volgente e vL torio sa lolta :i;><>lifìea.P, ~r,:còm pren- · deré di quale umiliante Jnterpretazto,Ìle si~ ,susce_ttibile la insensibilità. attuale ~el po.pòlo . italiano_: ... inseilsibili~à, bene inteso, che _non è da,. atti'ibuirs.i. al -vopolo personal'izzato e ·concepilo 'come _qualche. cosa di lontano e di .diverso_dà,_noi, nia,a no,i stess{ individui concrèti e parfant_i: •éo·•nillrèsìi,iàt\ua~rn:ente.1,: lo scrittore e· tutti i singoli lettori di queste pagin_e. : ·-_. ., ·• Deve essere osservato tuttavia' - riou· à giÙst..ifi;. cazione della nostra inserfSJ_bil'ttf,~!l>-'.1J'etor gJ.i.ep~- ~ .. chi :domina. l' i JlÙ'sioM éhe ja ap,2àrei;i~é_;eI.nj>~ent a_-.'. nea passività d·el popolo itali~no possa.;fa_r.J,~4ì~tii:n:_:i_.-.' mente pensare a una su~. pe,rmaiH}Ò;te éò~tiJg'zfo_ri.~le. indifferenza dinanzi' a un 'problema di' tanta. impol;- B blioteca Gino Bianco 1: 3
tanza - che il caso non è nuovo : anche nei primi anni del serondo impero il popolo franct so sembrò rimanere del tutto indifferente dinanzi alla soppressione della libertà di stampa ; ma alla sua inerzia seguì presto un periodo di lotte vivaci e violente, il cui alto valore politieo fu dimostrato (anche trc;ppo !) dalla catastrofe del 1870 ! LA LOTTA POLITICA E LA LIBERTA' DELLA STAMPA La soppressione della libertà di stampa oltre che coslituire un'offesa fondamentale ai prinripii di libertà e di tolleranza che informano di sè l'ordinamento dello stato moderno, rappresenta, sotto molteplici aspetti, un fatto susèettibile di gravissime conseguenze. Come l'influenza della stampa risulta da uno stillicidio, per C'osì dire, di pubblicazioni quo1,idiane o periodiche che prese a sè non banno, giorno per giorno o settimana per settimana, molta efficacia, ma a cui la continuità soltanto conferisce una straordinaria ricchezza di possibilità, cos1 l'intimidazione e la censura dei giornali valgono soprattutto non tanto per un insieme di determinate notizie o considerazioni che esse sopprimono quanto per l'ombra sistematica che fanno calare su la 1rattazione degli affari pubblici, per la presunzione di onnipotenza e di impunità che determinano nel governo, per il disintere§samento dalla cosa pubblica che producono nella. maggior parte dei cittadini. Non <>rèdiamo di affermare un paradosso dichiarando che sarebbero prefe4 B blioteca Gino Bianco
ribili - se pure coincidenze di tal genere fossero possibili - un governo assoluto s una diplomazia segreta accompagnati da libertà di discussione e di critica, piut !ost( che un governo relativamente liberale e una diplomazia palese non controllati e discussi dalla stamp~-- "Nel primo cr.so, infatti, si avrebbe per lo meno un'opinione pubblica educata, sensibile e potenzialmente capaee di tutte le reazioni. Quando invece l'imb:wagliamento della stampa esclude dalla trattazione de_gliinteressi generali la grande mas1sa dei cittadini che non si occupano intensamente di poliJit.ica ma che appunto per ciò rispecchiano con le loro opinioni il reale grado di sviluppo della coscienza popolare e fanno da moderatori al parossismo dei gruppi polit.ici più ardenti e più facili a scambiare i loro interes~i di partito con gli int_eressi generali, la lotta rimane limitata. in una specie di oscurità, a questi ultimi e acquista un carattere estremamente grave e morboso. Da una parte il governo, libero da uno dei più eflfoaci controlli, può accumulare error_i su errori, stringere sempre più il cer,chio fatale della sua dittatura, perdere ogni contatto col paese e avviarlo, all'interno e all'estero, verso pericolose avventure; dall'alJ-ra i gruppi e i partiti di opposizione tlono costretti a manovrare in una zona di penombra dalla quale possono uscire senza possibilità di controllo, le iniziative più tragir,he e avventate. Il malcontento popolare e l'ira dei colpiti dal governo o dal parr.ito dominante anzichè trovare nei dibattit.i della stampa e nel conseguente giudizio della pubblica opinione il loro appagamento e la loro soddi5 B blioteca Gino B,anco
sfazione, si accumulano in silenzio, nascondendosi sotto la maschera del consenso o del servilismo, finchè esplodono all'improvviso con un furore corrispondente al tempo e alla durezza della pressione avversarin.. In questo modo soltanto si spiega nella storia di alcuni paesi la violenza di certe raffiche rivoluzionarie; autentici fiumi carsici dal corso travolgente che riappaiono all'improvviso dopo -anni e decenni di deflusso sotterraneo! Qualcuno potrebbe giustamente osservare che da questo punto di vista nessun partito rivoluzionario dovrebbe dolersi dell'abolizione della libertà, di stampa se in effetto essa prepara tempeste ed esplosioni che scuotono l'edificio sociale e le istituzioni politiche sin dalle f9ndàmenta. Ciò è in effetto; ma è anehe · naturale ,::he sinchè un partito può sperare in un pacifico trionfo delle proprie idee rinunci volentieri a certi dolorosi e sanguinosi favori della storia. DALL'EDITTO DEL 1848 AI DECRETI DEL 1924 Il governo fascista ba dichiarato, nella relazione premessa alla presentazione di quella nuova legge su la stampa periodica. (4 dicembre 1924) in cui sono culminati i suoi provvediment,i contro la libertà della stampa, che « lungi dal violare il principio df:lla libertà cli stampa sancito dall'art. 28 dello Statuto fondamentale del Regno, si è voluto soltanto infrenare per legge, come lo stesso articolo espressamente dispone, gli abusi di quella stampa che non trovi nel 6 \. B1uhotet.:aGino Bianco
proprio senso cli responsabilità l'equilibrio necessario.)) In questo modo il nuovo regime - il quale vanta ogni giorno il proprio coraggio morale e la propria spregiudicatezza - ha offerto una nuova prova dell'intima amhiguif.à del suo carattere : rhè mentre soffoca e opprime la libera stampa nel modo che tutti gli italiani conoscono e che noi cercheremo per sommi capi di documentare, pretende tuttavia - in piena contradizione con le sue quotidiane e ostentate teòrizzazioni dell'anti-demoi:razia e de;l'assolutismo - di restar fedele a quella giurata concessione statutaria che discende per li rami da uno dei più clamorosi immortali principi. Dimodochè delle due l'una: o la libel'tà di stampa concessa e tutelata dallo Statulo consente davvero la best,iale persecuzione, che si è fatta e si fa in Italia, dei giornali d'opposizione, e a!iora gli italiani possono annoverare ancbe questo fra i ,·cgcili della costituzione regia; o il fascismo strazia, almeno per quel che riguarda l'art. 28, lo Sta! uto, pur avendogli giurato fede, insiewe col soYraoo, per bocca di t.nt,ti i suoi ministri e fnnziona1:i ! Le i!Jazioni che si possono trarre dall'una e dall'altra ipotes( sono facilmente rilev,abili e noi non insisteremo troppo su di esse. LE "ORDINA~ZE,, DI LUGLIO I provvedimenti legislativi del governo fascista contro la libertà di stamJJa possono essere riflssunti, in forma schema! ica e nella loro successione cronologic·a così. L'S, luglio 1921l il governo, investito dalle prime 7 81blioteca Gino Bianco
raffiche della questione morale, pubblicava, su la « Gazzetta Ufftr·iale n, con arbitrar1-eaggiunte e modificazioni, il decreto approvato dal Consiglio dei ministri il· 12 luglio 19~3 e firmato, nel suo testo originario, dal Re. Con questo decreto si determinavano: 1. - La sostituzione della figura consuetudinaria del gerente responsabile, come era venuta in pratica a stabilirsi, secondo l'applicazione dell'Editto albertino .su la stampa, <'On quella del direttore o del redattore princivcile responsabile (art. 1.); e questo non in ossequio a una norrpa apprezzabilissima (ma tuttavia discutibile) di moralità politica - il fascismo non ba ili queste fisime! -. ma per colpire in persona i giorna.listi avversi al regime e responsabili di una travolgente rampagna òi stampa contro il governo 2. - Là diffida, in via amministrativa. dei giornali d'opposizione, che svolgessero con troppa vivacità il proprio ufficio (art. 2.) , 3. - La revoca del riconoscimento del gerente o il non riconoscimento di un· nuovo gerente nei casi più gravi (art. 3.) 4. - L'immediato sequestro in via amministrativa - ossia per opera delì'autorità di Pubblica Sicurezza - dei giornali che pur non ('Ommettendo. a tenore delle leggi vigenti, alcun reato, diffondessero notizie o c·onsidera.zioni s1arradite al governo. (art. 4.) 5. - Un più ampio deferimento da,i giurat-i popolari alla magistratura dei rea,ti di stampa di rarattere politico (art. 5.) Le disposizioni contenute in questo primo decreto non valsero peT'ò in qnei giorni tempP-sto<Si (non era 8 81i..>hv\c.,a Gino B anco
ancora passato un mese dall'uccisione di Matteotti!) ad assicurare la t,ranqui1lità degli uomini preposti al governo: bisognava chiarire il significato e l'estensione di alcune di esse nonC'hè intimidire la stampa ancl1e per i quindici giorni intercorrenti fra la pubblicazione del decretò e la sua andata. in vigore! Da qui !a pubblicazione, a· distanza di due giorni, di un secondo decreto {10 luglio 1924) in cui si stabiliva chia~·amenle che il sequestro poteva avvenire non solo per il man('ato adempimento delle nuove norme regolanti la gerenza dei giornali, ma anche per le pubblicazioni dei giornali stessi; -e con una disinvoltura di stile strettamente ...... fascista si insinuava in un arLicolo, con l'aria di pensare ad altro, la disposizione che nel easo, pubblic:amente annunciato, in cui le associazioni giomalistiche non avessero delegato un loro rnembrò a far parte della commissione prefettizia per le diffide, il funzionamento della commissione non SM'ebbe restato per questo in<:eppato: si sarebbe sostituito al giornalista assente un giudice nominato dal presiden-te del Trilmnale ! LA STAMPA D'OPPOSIZIONE SOTTO LA PRESSIONE FASCISTA Con questi due decreti il governo fascista si sentì, dal punto di vista giuridico e delle possibilità di reazione in caso di pericolo, perfettamente a posto. Seqiustro quotidiano, diffida, responsabilità personale del direttore o di un redattore principale, ampliameri,to della competenza dei tribunali, revoca e non riconosci9 B blioteca Gmo B,anco
mento del gerente (ossia, in altre parole, diritto illimitato in via amministrativa di sospenclere,di sopl)rimere .o di non /lff piibblicare un giornale) : c'era tutto l'armamentario sufficiente per far dormire fra due guanciali il più pavid0 ministro che si pote1;se immaginare. Tuttavia nei primi tempi i due decreti ebbero un'applicazione molto moderata: un po' perchè la crisi Matteotti non era ancora sorpa~sata, un po' !)erchè il governo si era impegnato, in seguito alle polemiche suscitate dai decreti, a present;-1,reuna legge organica su la stampa la quale restituisse alla magistratura i poteri conferiti, con un atto evidentemente arbit,rario, ai funzionari d('Ù governo. Ma quando, nel gennaio del 1925, l'on. Mussolini credet.tc necessario stringere improvvisamente i freni e ginocare il tutto per il tutto, i decreti furono applicati con una pesantezza e una brutalità cbe non trovan.o riscontro nei precedenti di nessun governo; e la legge promessa fu posta per un po' di tempo da pa1;te. Per tutto il 1925 - e in parLicolar modo sino al termine del più delicato periodo istruttorio dei procedimenti relativi :tll'assassinio dell'on. Matteotti e sino alla elaborazione delle cosiddette leggi fascistissime - la pressione del governo contro la stampa indipendente si mantenne inallerata. Essa può essere distinLa in due azi-•ni diverse: una, palese o relativamente palese affidata alla censura e un'altra, nascosta, per la conquista delle aziende giornalistiche. Intorno alla prima azione basterà riferire quanto ne fu scritto, nell'aprile del 1925, in una relazione su la vita de Lei Voce Repiibb_licanlt presentata al lO. Biblioteca Gino Bianco
Congresso 'R,cpubhlicano di Milano (9·10 maggio 1925). I caratteri della censura fascista err.no riassunt.i, in quella pubblicar.ione, così: 1. « Applicazione feroce della censura col tentativo di salvare tut.te le apparenze della libertà. Soffocare, in altre paro!~ la libertà di stampa facendosene accorgere il meno possibile. Niente colonne in bianco, quindi, niente proteste, scarsi accenni all'opera, della censura: in effetto svuotare ogni giorno i giornali di opposizione di quel che hanno di meglio e, giomalist,icamente, di più vivo. T,1tto deve essere ricucito e suturat.o senza lasciar traccia del guasto: è in generale, il sistema del regime. In queste condizioni ogni discussione, ogni dibatt,ito è impossibile II pensiero dello scrittor~ è deformato, svisato e troncato a mezzo - senza che il letto·rene abbia alcii1i so- • spetto o segno esteriore - dalle forb:ci del censore. 2. Soppressione della libertà di stampa appJi: cata come strumento poliUco per raggiungere obbiett,ivi politici. Si censura, cioè, non tanto per evitare il diffondersi di scritti che si credono pericolosi o di notizie false o tendenziose, quanto sopratutto, per adottare rappresaglie o per costringere gli avversari a comportarsi in un determinato modo. 3. Punizione dei giornali che hanno combattuto più aspramente il governo. La medesima notir.ia, il medesimo articolo può essere pnbblicato da un giornale si e da un altro no a secondo dei loro minori o maggiori peccati antifascisti. 4. - Danneggiament·o economico dei giornali di opposizione. La censura è applicata al fine di e-· 11 B blioteca Gino B11:1nco
saurire lentamente i giornali di opposizione rencien - dendoli insignificanti e sbiaditi e sabot;tandoli in tutto il loro funzionamento (rivendite, partcma dei treni, servizi, ecc.) ». Quanto poi alle manovre, alle intimidazioni e alle pressioni per la conquista dei giornali d'opposizione, per l'allontamento da essi di alcuni nomini più odiati e temuti o addirittura -per la cessazione delle pubblicazioni da parte dei proprietari, tra, i principali risultaLi raggiunti fra gli anni 1925 e 1926 vanno annoverati : la conquista della Tribuna, del Corriere della Sera e del Giornale d'Italia, l'allontamento del Sen. Frassat i dalla Stampa e di Giovanni Ansaldo dal Lavoro, la cessazione delle pubblicazioni del Becco Giallo, del Piccolo di Parma, ecc. Tutto questo senza far· parola della miriade dei giornali di provincia effettivamente sopppress-i e conquistati con· ogui sorta di soprusi dai fascisti. LA LEGGE SU LA STAMPA Quando la situ>tzione è stata, con i metodi su indicati, modiftcata o in via di essere modificata a tutto favore del fascismo, il governo s·i è deciso a mandare innanzi la legge su la stampa, già reclamata con insistenza dai costituzionali i quali si erano sempre affannati a dire e a s_ostenereche una legge ci voleva e che qualsiasi legge sarebbe stata per quanto severa sempre pre[eribile alla censura ammini,;trativa esercitata dal potere esecutivo. In argomento le de- - lusioni dei costituzionali sono sl:1.re però gr:wi: ed ecco come e perchè. 12 81b ·- el.~ Gino Branco
Le legge approvata dalla Camera e dal Senaì~ e pubblicata su la G. U. il 5 gennaio 1926 non ha eliminato affatto i decreti : questi sono rimasti, per volere incontrastato del governo, integralmente in vigore. La legge - la tanto attesa legge organica su la stampa! - si è limitata a ben poco. Essa ha stabi - lito - aggravando ancora di più le dispo~izioni in merito dei decreti - che il gerente responsabile di un giornale non può essere che il direttore (art. 1.) ; ha attribuito al procuratore generale presso la Corte d'Appello la facoltà - d'indole quasi esclusivamente burocratica - dì riconoscere 11 gerente (art. 1.) lasciando al prefetto la facoltà di revocarne, come prima, il riconoscimento, dopo due diffide amministrative; ha fatto obbligo allo stampatore e all'editore del giornale di comunicare all'autorità giudiziaria le generalità, il domicilio e la residenza dei proprietari del giornale stesso (art. 3.); ha infine stabilito, che « le macchine, i caratteri e gli altri oggetti della tipografia in cui viene stampato il giornale costituiscono garanzia» per l'eventuale risarcimento di danni e per le spese processuali, a meno cbe non sia offerta al riguardo una cauzione da stabilirsi dal presidente del tribunale. Tutta qui !a gran legge: essa non reca, nemmeno dal punto di vista reazionario, nulla di nuovo, se pur non si voglia considerare come una novità la creaziona di un ordine dei giornalisti (art. 7) il quale sarà senza dubbio usato, seguendo l'esempio delle corporazioni, come un mezzo di intimi dazione e di persecuzione personale contro i giornalisti avversi, 13 Biblioteca Gino Bianco
sènza troppì riguardi, al regime. Ìl testo del progetto presentato ,1lla Camera presentava anche una serie di articoli in cui le pene pei reati di stampa erano inasprite; il testo approvato li ha viceversa esclusi lasciando al governo ampia liberLà in materia in sede di revisione e rimessa a nuovo (secondo i fini-fascisti) del codice penale e di procedura penale ! La legge ha lasciato inalterato -in sostanza quel regim~ dei sequesLri amministrativi che più avvilisce la stampa e disonora il paese e che persino nella vecchia e tanto infamata Austria absburgica era subordinato alla conferma e.ntro tre giorni da parte del Tribunale. Per quel che riguarda, inoltre, i rapporti e le interferenze tra i decreti e la legge il ministro Federzoni ha inviato ai prefett.i, 1'8 gennaio 1926,-una circolare urgente in cui in attesa del Testo Unico tull,i i dubbi e i conflitti di competenza sono risolti, sistematicamente, a favore dei prefetti e a disfavore della magistratura. In quesl,a circolare il Ministro delt'Interno, ribadendo il concetto che il sequestro amministrativo dei giornali deve avere frà. i suoi principali obbiettivi quello della tutela dell'ordine pubblico, ba colto l'occasione per affermare che nell'esame delle pubblicazioni da sequestrare per tal motivo i signori prefetti dovranno prescindere completamente dalla conside- • razione delle intenzioni del giornale per fermarsi esclusivamente sul pericolo obbiettivo presentato, nei riguardi del mantenimento dell'ordine pubblico, dalle pubblicazioni in. esame. Il criterio, rigido e restrittivo in sommo grado, potrebbe tuttavia e~sere coonestato, 14 b•ullvu,va Gino Stanco
per dir cosi, da un sistema di governo severo e impa.rziale che si attenesse strettamente - come era, ad esempio, nelle ti adizioni dell'amministrazione ab- . sburgica - alla tutela della legge nei confronti di tutti; viceversa nell'Italia fascista il governo, nato fazioso è impregnato sin nel profondo· di faziosità, si vale del pretesto della tutela dell'ordine pubblico per volgere il minimo movimento o accenno di movimento tlella piazza fascista - mantenuta dal governo stesso e dalla stampa governativa in uno stato permanente di eecitàzione e molte volte espressamente incitata ad agire - a detrimento delle libertà e dei diritti degli oppositori e della grande massa· dei cittadini estranei alle lotte politiche. E' bastato, ad esempio, che tre fascisti romani proclama,ssero su un loro settimanale il boicottaggio di un diffusissimo foglio satirico antifascista (il Becco Giallo) percbè il prefetto della capitale con ripetuti e sistematici sequestri motivati dal famoso art,. 3 della Legge comunale e provinciale ponesse il suddetto foglio nella necessità; assoluta di cessare le pubblicazioni. Il medesimo è avvenuto, con carattere di maggiore-gravità, per i due giornali romani di opposizione costituzionale sequestrati metodicam11nte, per due mesi continui, al loro uscire. Essi avevano un bel limitarsi a stampare esclusivamente articoli di variet,à e a riprodurre i. comunicati delle agenzie ufficiali: il prefetto di Roma (o, per meglio dire, il governo) fingeva di vedere nella loro comparsa a.lle edicole un pericolo per l'ordine pubblico e li sequestrava, prima ancora 15 B blioteca Gino B,anco
che fossero messi in vendita, al loro uscire dalla tipogr::ifia ! UN .ALTRO GE ERE DI "PRESSIONE,, Nonostante tanti e così radicali mezzi di prevenzione e di repressione, non si può ancora dire che il governo fascista sia, per quel che riguarda la stampa d'opposizione, del tutto tranquillo: esso la vede, pur nel forzato squallore cui è ridotta, ricercata dal pubblico e avidamente letta. In confronto di ess_a i giornali governativi sono ricchi di notizie, di servizi e di collaborazione; ma sono tremendamente mono tomi e scarsi di spontanei I à. Secondo le :oro affermazioni tutto va bene e ogni atto del governo costituisce all'interno e all'estero la soluzione di un problema lungamente discusso o il compimento di antichi voti e aspirazioni : ma il pubblico capisce che si tratta di prosa d'obbligo e spia e cerca con interesse, nei pochi fogli d'opposizione, il rovescio della medaglia. Bisogna riconoscere tuttavia che il governo stesso avverie di quanta utilità sia ai suoi fini, una stampa avversa ; ma la vuole in proporzioni ridotte e parlante in tono minore. Cosiffatta, essa gli serve per giustificare la propria politica reazionaria, per tener il partito sotto pressione e per mostrare, specialmente dinanzi all'opinione pubblica straniera, che non è vero che .in Italia la liberl-à di stampa sia un mito: i giornali di opposizione possono stampare tu_tto quello che vogliono e se non banno più fortuna ciò dipende dai 16 B bi otecc.1Gino Bianco
piutati prnsieri della nazione convertitasi tutta al fascismo ! Si può anzi dire, a questo proposito, che ne- -gli ultimi tempi 1'11,zionedel governo si è volta, in m')d o spec:ialissimo, a curare le apparenze intensificando sordamente la lotta ma evitando, nel maggior grado possibile, i provvedimenti documentabili e clamorosi. Il nuovo metodo è caratterizzato da tre tipici ordini di fa1,ti. 1. - L'intimidazione sistematica e la minaccia di gravi sanzioni contro gli abbonati, i lettori e i sovventori dei giornali d'opposizione. Si tratta di una pressione minuta ed esasperante esercitata persona per -persona in tutti i paesi. I rivenditori sono consigliati -a respingere o a tener nascost;i i giornali; gli impiegati de Ilo Stato ·e, degli enti locali sono diffidati dal Ie_ggerli e dall'acquistarli; gli iscritti ai sindacati fa.· .scisti - che sono poi le uniche organizzazioni di lavoratori permesse - sono considerati e spesso trattati come t.raditori (con conseguente licenzia.mento -ed affamamen1o) se appongono il loro nonie nelle_liste di sottoscrizione per t giornati antifascisti. A poco a po,,o questi vedono cosi inaridirsi le loro princi- -pali fonti di finanziamento (abbonati, rivendite e sottoscrizione); ma alJa superficie non appare nulla. In ~Itri paesi può sembrare inattuabile, senza una reale c1éfaillance del favore del pubblico, questo sistema -di ìotta ; ·mabisqgna tener presente, per comprenderne la possibilità, lo straordinario accentramento· di poteri. di funzioni e di controlli cui è giunto, per vie ,dirette e indirette, .il governo fascista. Esso . è in 17 B blioteca Gino. Bianco
grado oramai di far sentire il proprio sindacato e Ja, propria influenza concreta non solo su l'atteggiamento politico ma su l'attività economica e professionale, su gli interessi famigliari e su l'esercizio di tutti i diritti civili (nessuno escluso) di O~'niC'it1adino. E tut,to ciò completamente al di fuori di ogni norma di equità e di ogni salvaguardia giuridica. 2. - Le prefetture tendono a ridurre la necessità. e la frequenza dei sequestri con gli avvertimenti preventivi (nomunicati per telefono o personalmente in via confidenziale) a non ocruparsi di questo o di quello, a non commentare,_ a limitarsi alle noLizie· u;ffi.ciali, ecc. Ecco - per citare· un esempio facilmente ritenibile - il testo del fonograrnma inviatodall'Uffie:io Stampa della PrefeLt,ura di Roma a la Voce Revubblicana il 15 marzo 1926, un giorno prima . che si iniziasse a ( bieti il processo, (per modo di dire) contro gli uccisori dell'on. Matteotti : « 8i vrega, nell'imminenza del processo 11Iatte0Ui, cli cittenersi scriipolosamente nel resoc,onto cilla varte essenziale evitandofotografie e sottotitoli apvciriscenti. Astenersi viire da 'qùalsiasi cornmento » Il che non ha impedito naturalmente che il Regime fascista, diretto dall'on. Farinacci pubblicasse, in dispregio alle raccomandazioni del Governo o a fedele interpretazione della loro portata, un bel ritratto del principale imputato Amerigo Dumini ! 3. - Con procedimento di 0arattere sempre fcimigliare (oh, il governo fascista è veramente pa.terno come, in un certo periodo, i I predecessor suo grande!), si va sostituendo pian piano al provvedimento u[fi-- 18 r bhoteca Gino Bianco
ciale del sequestro l'invito a toglier via dal giornale i pezzi sgraditi, e a pubblicare nuove edizioni purgate senza alcima indicazione del provvedimento subito. In questo modo il regime fascista può permettersi il lusso di far notare all'estero e all'interno che i sequest,ri sono rarissimi e che se nella, polemica dell'opposisione persiste un notevole raffreddamentociò è dovuto al sempre più scarso fiato di cui dispongono gli oppositort, oppressi da ogni parte (è proprio il caso di dirlo) dalla crescente marea del consensopopolare con la rivoluzione fasc1sl<1,. Tutti e tre gli ordini di fatti su indicati (intimidazione alla periferi::i, degli a.miei dei giornali antifas,:is'j, avvertimenti prefeptizi alle redazioni e censura en amitié) dimostrano acl esuberanza che quella del coraggio morale del fascismo è spesso una solennissima balla. Il fascismo teorizza il dispotismo ma quando può tiene a nascondere, con u.na prudente co.nt ra dizione, i I carattere antilibertario e reazionario dei suoi concreti provvedimenti. In questi casi all'amore dei gesto e dell'ostentazione della prop1·ia spregiudicatezza vengono anteposte considerazioni di indole molto più sciatta e lJanale. Se il fas<:iswo avesse davvero il coraggio di confessare, in tutta la realistica crudezza dei particolari, in qua~ modo dal 1922 ad oggi ha conqit.ista.to, a,l centro e alla periferia, i consensi del paese, lo stomaco e il senso morale dell'opinione pubbli1:a italiana ed es:era sarnbbero messi a una ben dura prova! rnB blioteca Gino Bianco
IL REGIME DELL'ARBITRIO Non oc0orre molto per capire che in un regime di questo genere come alligna mo! to bene, al riparo da tutti i venti... .. dannosi, la mala pianta della corruzione, della disonestà e del sopruso, ron altrettanta facilità prospera l'utilizzazione a fini personali dei più -delica.ti provvedimenti di governo. La manranza di ogni <·-ont,rollo i\ facile persuaditri<.:e di arbitrii; a che servirebbe il potere - sembran0 davvero pensare i parventlS del fascismo - se non ne abusassimo 1 Gli -esempi in proposito sono, in fatto di censura sui giornali di opposizione, facilmente immaginabili : raccomandazioni od ordini Lra~messi, in via gerarchica o in via confidenziale, al prefetto della provincia, possono servire tanto a salvare il governo da una critica molesta quanto a porre al riparo dal perverso scandalismo della stampa d'opposizione le influenti personalità del fascismo che vogliono governare indisturbate i loro feudi o fare i loro affari in tutta tranquillità. · Noi possiamo citare in proposito un episodio di nessuna gravità sostanziale e pur tutt,avia molto carat• terist.ico. Il 2 febbraio u. s. La Voce Repubblicana -riceveva un fonogramma della questura di Roma in cui si pregava (ossia: si ordinava) di non dare alcuna notizia del tentativo di suicidio della sorella di un giornalista X. Y. ·redattore di un giornale fascista! A questo punto è arrivata l'interpretazione ..... delle · necessità inerenti al mantenimento dell'ordine pubblico! · · Il trattamento fatto alla stampa nel regime fa. 20 Biblioteca Gmo ~1anco /
scisLa può essere espresso, in conclusione, con una• sola parola: arbitrio. L'arbitrio dei funzionari, incontrollato, incontrollabile e prosperante all'ombra di un governo fazioso, è l'unica legge su la stampa cheviga in Italia. La legge ba un solo articolo : « II governo del re è autorizzato a fare quel cbe più gli aggrada!» Non si sa quel che si possa dire e quel che non si possa dire. Soltanto dopo molto tempo sr è cominciat.o a capire, per esempio, che qualsiasi accenno agli scritti e ai detti passati del capo del governo è rigorosamente proibito. Dell'on. Mussolinivale soltanto l'ultima ..... edizione: quella del giorno in corso. Per il resto sono pericolosi e niente affatto graditi i richiami e i raffronti: lo disse all'on. Matteotti, a proposito dell'approvazione data dal Popolo d'Italia, - nel 1919, .all'amnistia ai disertori, lo stesso onorevoleMussolini! E' facile capire come in un simile ambiente lalibertà deila stampa è in tutto e per tutto un mito. Vi sono ogni giorno notizie rigorosamente rispondenti alla realtà e ovvie considerazioni politiche chenessun giornale oserebbe pubblicare nonostante chesi tratti quasi sempre di materia attinente in tutti i paesi del mondo all'ordi,naria discussione politica enon interessante affatto le leggi, pur oggi tanto numerose e rigorose, sui reati di stampa. I giornali di opposizione vivono nella perfetta consapevolezza di essere completamente abbandonati all'arbitrio del governo: se questo permette loro di vivere riò avviene - sinchè avviene - nqn perchè esista, da partedello Stato, una legge chiara, precisa e superiore al 21 B,blioteca Gino Bianco
mutevole animo della fazione ma perchè l'es-istenza -di alcuni giornali di opposizione fa comodo - in 'tempi di bonaccia - al parUto dominante e al governo. Quando questa generosa, opinione verrà meno -o appena sopraverrà una crisi o un fatto straordinario (esempio: l'attentato Zaniboni) i giornali d'opposizione saranno immediatamente sospesi o soppressi! Il cbe vuol dire che l'esistenza (non Ja libertà) dei .suddetti giornali è tollerata, in Italia, soltanto per quei periodi in cui ha scarso valore e nessuna concret.a funzione. LE LEGISLAZIONI STRANIERE Vogliamo dire, prima di por fine a queste considerazioni, una parola intorno ai continui riferimenti del governo e dei fogli fascisti al regime di stampa degli altri paesi. Russia, Turchia e Spagna sono, come ognuno sa, gli esempi preferiti; e fin qui non c'è nul_la da dire. Se i fascisti credono di fare onore al. nostro e al loro paese dimostraindo che esso non teme in -fatto di garànzie giuridiche e di pubbliche libertà il çonfronto dei suddetti stati, si accomodino pure! La cosa cainbia quando invece, si ·prende ill' esame il regime di stampa vigente in altri stati, come l'Inghilterra, la Francia, la repubblica· Austriaca, la Ger- - mania, gti Stati Uniti d'America. Tutte le volte cb~ i f~scisti hanno accennato a questi paesi banno dimostrato o la loro candida ignoranza o la loro insigp.e malafede. In questi stati_ le sanzioni contro i re~ti di stampa possono essere più o meno se\'ere, a 22 Biblioteca Gino Bianco
seconda dell'ambiente o della necessità; ma il sequestro amministrativo dei giornali - os.sia la facoltà di sequestro abbandonata ìn via amministrativa ai funzionari del governo - non esiste. Basta avere la mininrn. famigliarità con i giornali dei suddetti paesi per constatare di persona quale si~ il tono e !_avivacità delle loro polemiche. La vergogna del bavaglio poliziesco è riserbata soltanto, fra g!i stati modellati sul tipo della civii tà occident.ale, all'Italia di Vittorio Veneto! \ B•blroteca Gino Bianco 23
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• B1bloteca Gino Barco
PREZZO CENT. 30 • TIP, F. DEL l'IOltll:
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