Romolo Murri - La Chiesa e il collettivismo (contraddittorio Murri-Bertelli)

- 46 - giustizia lo spogliare i detentori del capitale e della terra, dal momento che questa ingiustizia commessaa danno di 10 servirebbea togliere un' ingiustizia che esiste a danno di 90, io dico che questa ingiustizia non è più tale. Ma io ho detto dato e non concesso,perchè io ritengo che lo espropriare i possessoridella terra non sia un' ingiustizia, percbè essi non hanno alcun diritto di possederequeJloche posseggonoE. questo dimostrerò più qua. Mi pare abbia detto il mio egregio contradittore, che gli uomini non avranno nel collettivismo quello slancio al lavoro, non avranno quella iniziativa che · hanno attualmente, perchè oggi lavoranonella speranzadi rlivenire capitalisti, mentre nel collettivismo lavorerebberosolo per mangiare giornalmente; e non avendo più la speranza di divenire ricchi, cesserebbeperciò lo stimolo al lavoro. Questo non è vero, altrimenti la so~ietà borghesenon ci sarebbe pih, perchè in essa quelli che lavorano non·hanno niente, e quelli che non lavoràno fanno i quattrini. Invece è vero il contrario, il 99 per cento non lavora mica colla speranza di direnirc capitalista, ma per sbarcare il lunario, per comprare il pane quotidiano, per pagare la pigione, quando ci riesce. Pochi di coloro qui raccolti sognano di divenire dei pacifici borghesi, dei piccoli proprietari. Credo,per lo meno, che la maggioranza sia d' accordo con me. Dice poi il mio contradittore, in quale società è possibile che nessunoviva senza lavorare 1 E lo dimanda dietro la mia affermazione:nessuno ba diritto di vivere senza lavorare. li mio contradittore dice che col collettivismonon sarà possibile che. tutti lavorino, percbè in qualunque società bisognache ci sia per forza qualchedunoche possa vivere senza lavorare, e mi è entrato nell'argomento degli uomini d'ingegno. Soltanto egli si è dimenticato di dire che il lavoro mentale è utile per tutti, e, come il lavoro manuale, è un lavoroanchequello. Noi non intendiamo per la.voro il solo lavoromanuale, per noi il lavoro è tutto lavoro, sia che sia fatto con lo sforzo delle braccia o .con quello del cervello. E rieccomi alla domanda dell'avversario: « In quale società è possibile che nessuno viva senza lavorare~ » In qualunque società nella quale il lavoro sia obbligatorioper tutti; e ciò dovrebbeessere,sacerdoteMurri, anche nella società cristiana, e glie lo dimostro col Vangelo. Noti che io prendo la traduzionedel Vangelo dell'arcivescovoMartini: << Obi non lavora Biblioteca Gino Bianco

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