Giovanni Adorni - Intorno a un discorso del signor Cesare Cantù ...

I4 corruzJOnt:, e di rimettere nel sentie ro del vero chi se ne fosse allontanato. Essa giovò in tal rnorlo nel seicento, e anche dopo, quando fece accorti gl'Italiani dei traviamenti dell'ingegno e della depravazione del gusto; e dietro alla scorta di lei fu re· s tituita alla lingua la proprietà e l a forma sua pr~r le ope re di Ga lileo, ùi Viviani, di Gravina, eli Redi, d'Alessandro Marchetti, di Magalotti, eli Bellini, dei Zanotti, eli Vallisni e ri, di Manfredi, di Lazzarini, e d'altri nobilissimi, che si rendettero illu- • stri modelli del bello e forhito stile. Io non so intendere il valore della frase: , Coscienza e linguaggio) ecco in che si decompone il pensi ero; , nè posso trovar convenienza e corrdazione tra queste due proposizioni, che ver conoscere il pensiero bi sogni studiare, fra le altre cose, la formazione del l ingr.taggio) e che mal e può spiegarsi la lingua) se non si ricorre a Dio. N essuuo si orporrà a quest'ultima : ma pos to il fa tto indubitat') cl e ll u rivelazion e d'una prima lingua, la filosofia potrà, come stnrlia l'origine, e il prog resso dell a società, studiitr pure l'origine, il progresso, la floridezza o il decadimento d ' una lingua particola re; poichè avviene costantemente che il linguaggio di '!ualsivoglia nazione va sempre di pari passo con la coltura di lei. Iv. p. .294. L'Autore parlando della dominazioue francese in Italia, quando s'introdussero tante voci e maniere barbare nella nostra favella, dice che la servilità delle parole nacque acl un parto colla ser- "ilità delle idee. OssEnvAzioN z Quanto è giusta l'osservazione ·del Sig. Cantù, al~ trettanto par facile il derivarne una conseO'uenza contraria al principio da lui posto, che si debba il più strettamente seguir l'uso dei parlanti . Infatti sul finire del secolo passato ,per vile e bassa adulazione,

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