Ricciotti Garibaldi - La camicia rossa nella guerra greco-turca, 1897

CAPITOLO XXIV 283 di buona volontit - o, como diceva mio Padre, quando si crede che lutto sia finito vi è semz!re qualche COS(t che si zmù ancom fare. Perciò il mio piano fu presto stabilito. l1 vapore noslro era in linea con la 1 fimdis circa duecento metri più al vento - così che se l ' Umnia lasciava andare la catena del - l'àncora senza far rumore, la brezza della notte in pochi minuti la avrebbe portata addos.<o alla corazzata. Vi era sempre la possibilità che la sentinella non si accorgesse che troppo tardi di questo movimento - o anche so svegliata la sua attenzione, prima che nell'oscurità si potesse prendere un provvedimento, l ' Urania sarebbe stata giit a contatto - e con l'elemento che avevo a bordo (una cinquant ina erano ancora armati con revolvers, qualche carabina e qualche baionetta) per me il risultato finale non era dubbio. Sarebbe stato un finale curioso a lla nostra spedizione! :Ma in questo mondo bisogna essere pronti a tutto - c non meravigliarsi di nulla quando si ha da fare con i Governi italiani . P erchi> oggi so da scienza certa che il Governo greco in questa mania di perseguitarci fino a Brindisi non avova nessuna colpa. Questa situazione sgradevole e imbarazzante era stata imposta al Governo d'Atene dal Governo di Roma - anzi quest'ult imo, non fidandosi fm·'e troppo del primo, aveva messo quest'alternativa che se non fossimo stati accompagnati da corazzate greche, avrebbe lui mandato una corazzata italiana a prenderei! Non credo veramente che il Gabinetto Rudinì agisse in <lucsto di ini:dativa. propria - perrhò quando finalmente sbarcammo a Brindisi, non :solamente non ci fece vedere che qualche raro pemmcchio di carabiniere, ma la truppa di guarn ì· gione in questa città. fu occupata a preparare giacigli e rancio per i quattrocento fratell i che venivano dall'aver tenuto alta la dignità deJla })atria. comune. n che dimostrerebbe una. certa deferenza a no~tro riguardo anche da parte del Governo . Mi sbaglierò - ma credo rho il Gabinetto Di U.udinì abbia in questo caso subito le pre:ssioni di qualche Potenza, come, per Cl'.sempio, della nostm, cfira. nJieata. austro-ungnri<'a . Ja qu<'llo for.so temeva. che alle qua.ttrocento Camicie Rosse venisse il ticchio di intromcttere la loro lingua garibaldina nella. sua. lln.bèle linguistica - sbarcando in qualche punto del suo territorio. L'ipotes i, del resto - da. -part~ dell'Au~tria. - non ern. forse del tutto fuori di posto, pcrchè io credo ancora. che que~ta dell' integ,·ation~ d'Italia non sia, per noi Garibaldini, che una. partita. rimci-:Sa.! Bastava vedere con quale slancio di affetto i nostri salutavano al grido di viva Tf'ento J viva Trieste! il drappello dei volontari di Trieste che rimnnevo. a terra in Col'fil, per prendere poi, col Lloyd, la. Yia. di quel no-stro porto italiano.

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