Ricciotti Garibaldi - La camicia rossa nella guerra greco-turca, 1897

262 LA Co\~IIC' TA ltOSSA Gmzioso idioma qul'sta lingua italionn.fol'ii\'Cl:iC! ma più diffit•ilè l\ capirsi che il ~an!Str ito! (Questo giovinotto era. il 'l'n-:..::;ina1·i di Forli, ('h<' fu poi ordimmza di :Frat.t i). Si giunse felicomeuh\ a. C'alcide. OVP mandai a t(.)rra. ltlereu, il doltor 'l'olomei e qualche altro ufliciale per visitare e vedere come stavano alcuni nostri feriti che si «tpevano ri<'overati in quell'ospedale. Non essendo il ~ l ereu e i suoi compagni rilonHlti a bordo alla precisa ora stabiliti~, feci partire l' Urattia per il l'ireo, ovc mi pre· meva di giungere pC'r moltP n1gioni l e"si si imbarcarono poi sul Urity che ri seguiva a f]UalciH• distan7.a ). L)i buon'or<:l., l'indomani 1nattina, cr,tnun.> da.vanti al Pireo; 1na tma lancia a vapoo·e mi portava la sorprendente notizia clie non sa· rebbe stato permesso ai volontari di sbarrare. Om se si considcra che i ,·olontari avevano lasciato i loro effetti in Atene. e chP privi com'erano da tanti giorni di lettere dall'Italia, contavano di trO\'are ]p loro corrispondenze all'ufficio postalP -è facile immaginare il tumulto che nacque a bordo quando si sparse questa consolantP notizia. Intanto il vaporp filava per la baia di Salamina 0\'0 dava fondo all'àncora. sempre accompagnato da una <·annoni<>ra greca che da più ore si 0ra me•sa al la nostra scorta. Persuasi i Yolonlari ad aver pazienza, promettendo che sarei andato ad Atene per far r!'vocare nn ordine rosi odioso. Pregai il Callispmis e sua sorella. la signorina Callisperis, che intanto ei avevano raggiunti sopra una lancia, di rin1ancre c\ bordo, nella spe1·anza che la presenza di una donna potessi' agim come calmante. E quindi, sulla medesima lancia. mi feci trasportare al l'ireo. Giunto ad .'..tono, anelai subito <Lil pr~sidenle dd Consiglio, ono· l'e,•ole Hhallys. Questi ancora clormi,•a; pcr,.iò pr<>gai eh<• fosse svegliato e rimasi acl aspettare. Dopo porhi minuti mi mggiuns<>, mlt dichiarò subito che non parlav<t mai eli all'ari se non aveva preso il suo the. Di falli ci preparò lui stesso molto gentilmente- 11· ' 'mica Gatlorno, saputo del mio arrivo, em intanto accorso) una tazza di the e dei panini con burro - e non ci fu verso di entrare in argomento fìnchè 'JU ~sta colazione maltntina non fu finita.

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