e sviluppato al massimo punto. Vi è una quasi completa dislocazione deHe « norme » secondo ·le quaN si giudica 1 propri compagni e ci si muove verso o con loro: nessuna reale relazione fra « mores » e « moraH », tra ·immediata, inuma esperienza e le formule o schemi {più o meno astratti) che ·intendono espri- · mere la realtà del mondo in cui viviamo. Per esempio composti nel tipo di: « stato - paese - nazione o umanesimo - civilizzazione - progresso tecnotogrco », tutte queste «realtà» sono ogg·i un trpo di brodaglia indigesta e di pessima qualità, fatte di ersatz e d-i falsa sintesi, ma che deve essere inghiottita - e ringraziarne M cielo!... - se si vuole evitare una fame agonizzante insosteniibile, spaventosa la condizione di dover vivere, spiritualmente, di niente, e di essere, per cosl dire, lasciati nudi in uno spazio vuoto. Quest'apatia e questo disordine - non della massa, ripeto (la massa della ,popolazione vuole soltanto pace e benessere) - ma di ciò ohe era conosciuto come il «popolo» ·da1 17e9 a1 1914 in Europa, e che era chiamata « società » nella Francia del XVIII secolo e nella Russ1a di tutto il XIX secolo - quesrapatia, io dico, è stata nutrita con cura dalla propaganda stalinista e dalla organizzazione dei « fronti popolari » sotto il controllo dei comunisti. Dei comunisti italiani militanti mi hanno spiegato che cose del tipo di tdeologie e sollevamenti spontanei degH oppressi sono fuori moda; quello che occorre ora è un grosso esercito ben comandato che possa venire mobilitato al primo segnale per motivi che sarebbe inutile spiegare prima a ciascun soldato e che deve essere tenuto pronto e soprattutto disciplinato cosicché nessuna provocazione possa farlo muovere finché non gH si comandi di agire. Ciò implica ohe la rivoluziione potrebbe essere messa da parte ma ia sua minaccia potenziale è notevole come mezzo di pressione e di « back-mail ». Per il momento la politica di Mosca richiede la completa ·immobil'ità di queste forze, ma un giorno o l'altro, in un luogo o in un altro, il disordine può prendere consistenza e sarà necessario pertanto dare la parola perché scoppi la violenza. Gli uomini che si arruolarono per un desiderio s·incero di rivoluzione devono accettare l'idea che una sola mente, non le loro, ma che pensi per tutti loro, debba determinare if momento favorevole per la grande prova, e che sarebbe sciocco e persino criminale diventare impazienti, semplicemente perché il giorno X è stato rimandato indefinitamente. Per il momento sembra che la preoccupazione principale di co1oro che controllano questo apparato predisposto, sia di prevenire ogni tentativo verso 83 Biblioteca Gino Bianco
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