Andrea Caffi - Socialismo libertario

PROBLEMA RUSSO - PROBLEMA EUROPEO Da queste considerazioni generali torniamo alla circoscritta realtà che ci offre il « problema russo ». La tesi sulla quale siamo tenuti ad esprimere un preciso parere è la seguente: « di per sé il piano quinquennale ha molti difetti (anche solo dal punto di vista della tecnica e dei calcoli preventivi); la sua esecuzione procede in modo da suscitare non poche obiezioni (metodi militaristi, continue « brecce » che occorre colmare o dissimulare con espedienti rovinosi, ecc.); è assai probabile, che, sia all'intero popolo russo, sia aMa classe operaia avrebbe giovato un più lento, più organico progresso della industrializzazione. Ma la cosa sta compiendosi, non abbiamo alcun mezzo di rimediare aNe sbaglfate premesse e neppure di fare molto per attenuare nel senso che ci piacerebbe l'attuale calvario della linea generale. Le possibi'lità pratiche sono due: o tentativi di sabotaggio o adesione con riserve più teoriche che d'effettiva portata. Il sabotaggio avrebbe tutte le apparenze e probabilmente anche la sostanza d'una azione diretta contro il proletariato. L'adesione o (in linguaggio tedesco) la «tolleranza» del bolscevismo si giustifica pienamente se siamo persuasi che l'intera industrializzazione del paese è una premessa indispensabile per il trionfo del soc!alismo. Non per tale vra avremmo desiderato andarci. Ma giacché su questa via ci hanno trascinato mettiamoci a camminare rassegnati. Ad una vera e propria collaborazione con Stalin vi sono ostacoli, ma più da parte sua che da parte nostra». Questa tesi è complemento di quell'altra già penetrata negii ambienti non solo socialisti ma anche democratici « borghesi »: « f:>er liberare la Russia dallo zarismo, le sue campagne dai privilegiati proprietari, i suoi lavoratori dell'oppressione capitalista non erano proprio necessari un tale mare di sangue, tali ecatombe di morti per fame. Ad ogni modo, noi, onesti fautori deNa giustizia sociale, non avremmo avuto animo di conseguire il successo ad un prezzo così atroce. Ma cosa fatta capo ha. Rallegriamoci dell'approdo e mettiamo in oblio gli incubi della traversata». Ad onore della ragione umana, i stllogismi della pus.;,11an·imità sono anche errori di logica. L,a separazione fra fine e mezzo (con i suoi corollari: « ogni mezzo è buono» o « non si ha libertà di scegl-iere i mezzi») è un artificio del raziocinio, a cui non corrisponde la concatenazione dei fatti nella vita: Io stato di cose a cui si giunge per via di determinate azioni non è mai il «medesimo», al q~ale « si sarebbe potuto giungere» con diverso modo di agire. Per esempio: le solui!ioni del « problema 73 Biblioteca Gino Bianco

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